Il medico, scrittrice e poetessa lucana, Maddalena Bonelli, in una nota invita i turisti a visitare Matera e la Basilicata dopo il lockdown per l’emergenza Coronavirus e spiega le ragioni per farlo.
Finalmente la vita riparte, tornano il respiro e la voglia di partire…
Ma per dove? Per la Basilicata, ovviamente! Terra di contrasti e natura spettacolare.
Unica regione in Italia con due nomi e ben due sbocchi sul mare, mar ionio e mar tirreno, offre molto da vedere oltre Matera, capitale europea della cultura 2019, città fra le più antiche al mondo e senz’altro unica nel suo genere.
Per chi, poi, teme il Covid 19, la Lucania è la meta ideale: qui si è appena affacciato, sfiorandoci solo. Da un mese non si registrano morti, in tutto sono stati solo 27, e nelle ultime due settimane non si sono registrati nuovi contagi ad eccezione di un caso importato dall’Egitto. Al momento solo 12 sono i positivi accertati.
La città di Matera, affascinante connubio di storia, antropologia e bellezza, nasconde fra le pareti tufacee delle sue antiche dimore, dalle grotte preistoriche ai bei palazzi del seicento e del settecento, le tracce di uomini che le hanno abitate dal paleolitico inferiore fino ad oggi, lottando per la sopravvivenza prima, per la libertà e il progresso poi. Storie di lotte, conquiste e schiavitù sotto il giogo di Romani, Goti, Longobardi, Saraceni, Normanni, Svevi, Borboni e Savoia.
Gli antichi Greci che resero grande la Lucania, dopo aver conquistato le spiagge del metapontino, popolarono l’entroterra e raggiunsero Matera risalendo il fiume Bradano. I bizantini giunti dal porto di Taranto impressero una indelebile traccia nelle grotte scavate agli albori dell’umanità sui fianchi dell’enorme ferita della terra primordiale, in cui scorre ancora oggi il piccolo torrente Gravina, un tempo forse fiume impetuoso nelle cui acque si bagnarono animali preistorici, trasformandole in chiese, i cui affreschi oggi è ancora possibile ammirare.
I romani sfiorarono queste terre, ne sfruttarono le risorse decretando la fine dell’epoca d’oro della Magna-Grecia e infine abbandonarono la Lucania, ormai deserta e priva di storia, nelle mani dei numerosi incursori che arrivavano dal mare e dalle terre del nord.
I saraceni assediarono ripetutamente Matera, anche dopo la conquista da parte dell’esercito imperiale franco guidato da Ludovico II a fine 800. La città appartenne per breve tempo all’emirato di Bari e Taranto.
Nell’anno mille i benedettini ‘come rondini festose’ giunsero dal nord dopo aver inondato il Gargano, e nuove campane arricchirono di suoni celesti il cielo della splendida Matera, unica città al mondo in cui un mare di stelle, le candele accese in una miriade di finestrelle, si stendeva di notte sotto il cielo, ai piedi della Civita, primo nucleo della città.
Passeggiare sui costoni del grande dirupo, con il gorgoglìo del torrente, le cui acque si affrettano verso i calanchi e i fiumi e verso Metaponto, culla della Magna Grecia, e inebriarsi dei mille odori delle erbe aromatiche, che in ciuffi tenaci spuntano ovunque fra le rocce calcaree, è come entrare nella storia, nel mondo invisibile ma presente e palpitante dei nostri predecessori che vi abitarono sognando libertà sulla terra e ricompense nel regno dei cieli.
Nelle grotte e fra i dirupi di questa grande nicchia storica, i briganti trovarono rifugio e spesso morte, fuggendo dalle persecuzioni di Borboni e Savoia e di ogni altro vile padrone che ha perseguitato la gente di Lucania.
Chi sa ascoltare la voce del cuore può udire le anime inquiete di quei dissidenti, non briganti, che qui trovarono anonima sepoltura inseguendo la libertà nelle loro terre troppo a lungo e crudelmente depredate e spogliate di tesori inestimabili: boschi, acque, metalli ed esseri umani; e mille altre voci: il mormorio di suoni gutturali che salgono dal fondo delle caverne, o morbidi e sensuali che giungono dall’oriente o le voci dure e secche che urgono comandi scendendo rapaci dal nord Europa; e a Metaponto la voce di Pitagora, a Venosa la voce di Orazio, e nei paesi Arberesche, ancora oggi, l’antica dolce lingua albanese di Scandenberg.
La Lucania custodisce mille tradizioni diverse lasciate in eredità dai nostri antenati che trasformarono le imposizioni dei dominatori, impastandole con la miseria e la pazienza in nuove forme di sopravvivenza come il semplice e indimenticabile sapore del pane di grano duro, la croccante dolcezza del peperone crusco, le fave e cicorie…
Visitare la Lucania è assaporare cibi semplici e genuini dal sapore unico; calpestare l’erba secca che circonda le chiese rupestri, ammirare gli antichi affreschi che lottano contro il tempo e l’ingratitudine dell’uomo moderno; è incantarsi seguendo le evoluzioni del falco grillaio e altri rapaci che popolano il cielo della Murgia; visitare i musei della Magna Grecia, i paesi arbereshe, le dolomiti lucane e non essere mai sazi di tanta stupefacente grazia e bellezza; passeggiare nei Sassi di Matera, per ammirare l’altipiano murgico sotto la luna, e magari incontrare una volpe di quartiere o i tanti gatti pronti a farsi fotografare; risalire verso la chiesa della Madonna degli Angeli, dove il tempo sembra fermo e vivo, e dove palpabile si percepisce il senso del mistero…
La chiesa, affacciata sul dirupo, vestale del tempo, si vede dall’altro lato del burrone, con le sue tre finestrelle, tre occhi immobili, tre civette in quieta meditazione e lo sguardo fisso sulla città dormiente. Talvolta nel buio della notte, la tremula luce di tre candele, evoca presenze impalpabili fra le rocce bagnate dalla luce della luna. All’interno, nella frescura della grotta, sono custodite le innocenti speranze di chi respira il fascino misterioso degli antichi affreschi che adornano le pareti. La chiesa è comunemente chiamata: “Le tre civette”.
Per gli amanti della speleologia assolutamente imperdibile è la visita alla grotta dei pipistrelli, sito straordinario di reperti preistorici.
A Matera, sull’altipiano murgico, e in provincia fra i calanchi e gli antichi paeselli arroccati sulle colline, tanti registi famosi hanno girato gran parte delle scene di film storici quali ‘La Lupa’, ‘Il Vangelo Secondo Matteo’, ‘The Passion’, ‘Cristo si è fermato ad Eboli’, e nei tempi più recenti ‘Sorelle’, ‘Imma Tataranni’ e l’ultimo James Bond: ‘No time to Die’.
Da vedere in agosto un grandioso spettacolo teatrale all’aperto:‘La storia bandita’, interpretata in un anfiteatro naturale nella foresta Grancia, con la partecipazione di Michele Placido.
Matera e la Lucania sono tutto questo e molto più.
Siate i benvenuti!