Loredana Paolicelli, Pianista, Consigliere accademico Conservatorio di Musica “Egidio Romualdo Duni” di Matera, Presidente e direttore artistico di ARTErìa Associazione d’arte e cultura di Mater, in una nota esprime parere favorevole per la destinazione dell’immobile ex Unibas in via Lazazzera a Matera a Casa della Cultura. Di seguito la nota integrale.
La Casa della Cultura. Cosa potrebbe succedere in una famiglia se non avesse una casa dove vivere, operare e far crescere i propri figli?
Il concetto di Casa ha radici profonde in qualsiasi luogo del mondo. La casa è nido, la casa è creatività, intimità, luogo di pace e di conflitto. La casa è il luogo del fare, dell’inventare, del cambiare e del rinnovare, un luogo di ordine e disordine.
Sono concetti intimi ed astratti allo stesso tempo, per definire cosa potrebbe succedere se nella nostra Città di Matera, già Capitale europea della Cultura nel 2019, dovesse continuare a mancare una Casa della Cultura.
Oggi non c’è un luogo dove produrre, crescere, tentare, ordinare e disordinare, incontrarsi, mangiare e dormire insieme, inventare e rinnovare progetti, che siano culturali o sociali.
La mancanza di “luoghi ” in città che possano designare e disegnare il nostro futuro culturale, può solo significare che manca senz’altro una “eredità” tangibile di quella tensione comune, di quella Città / Regione che si appropinquava a diventare il centro ed il modello culturale dell’Europa negli anni 2010/2020, decennio di progettazione e di processi attivati da istituzioni, associazioni, sindacati, comunità della Basilicata, comitati di quartiere, fondazioni, etc. per ottenere un “titolo” che rimane ormai nella storia già millenaria di questo territorio.
Questa tensione comune, oggi senza “Casa”, è stato un processo di crescita emotiva, che ha commosso e smosso profondamente la nostra comunità, vergogna nazionale degli anni Cinquanta, svegliatasi dal silenzio metafisico in cui stava e inventatasi molteplici iniziative sul piano sociale, culturale, artistico, turistico.
Matera oggi è altro da sé, antropologicamente parlando.
Ma parliamo adesso di cosa fare e di come, cercando di riparare al grande errore politico degli ultimi trenta anni a Matera e Provincia.
Mettere in piedi la Casa della Cultura (il simbolo di tante Case del sociale, dello sport, della musica, del teatro, della danza, del cinema, delle associazioni di volontariato) significherebbe prendersi “cura” finalmente di chi per anni ha determinato l’humus culturale e sociale di questa città.
Significherebbe creare un Bene Comune; significherebbe Ri-Abitare le periferie, i rioni Sassi, il centro storico, la provincia, non solo con attività prettamente produttive e ricettive ma anche con spazi che diventano “attenzione comune” dei quartieri e delle parti della città dimenticate da Dio e diventate dormitori ormai da decenni.
Per esempio: far sì che la Casa della Cultura possa diventare l’ex Casa dello Studente di via Lazazzera potrebbe essere una idea da percorrere per diverse associazioni culturali a tutto tondo. Un luogo già destinato all’Università e che darebbe dignità a molti artisti, intellettuali e ricercatori, esperti del territorio, musicisti, attori e via dicendo. Un luogo dove attivare “eventi” ma soprattutto “interventi” sul territorio attraverso residenze, masterclasses, conferenze, foresterie per giovani, un luogo straordinario e multifunzionale, uno stabile da polilaboratorio (per traslare il termine poliambulatorio!) dove ci si cura l’anima e si solleva il livello di attenzione sulla cultura ad ampio spettro.
Ultima valutazione che mette il dito su questioni pericolosissime per noi tutti promotori e operatori culturali.
Le soluzioni sociali per combattere il degrado passano anche attraverso la “volontà politica” di mettere le mani in pasta a questioni dolorose che vanno affrontate per spalleggiare famiglie in stato di bisogno.
Come offrire, ad esempio, una “Casa ” di quartiere, un luogo che diventi simbolo di legalità, degli spazi verdi dove ricreare aggregazione e comunità dall’infanzia alla terza età con giochi, orti, convivio comune, discussioni, libero sport, e tutto ciò, attraverso le attività di associazioni che nella vita fanno proprio questo: aggregare e far sognare.
Il sogno è una meta che non possiamo abbandonare noi stessi, né possiamo precludere alle nuove generazioni oggi nichiliste (come dice il filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti), tendenzialmente rassegnate e qualunquiste in una vita sociale “liquida” senza punti fermi come sottolineava anche il sociologo e filosofo Zygmunt Bauman.
Manca la seconda Casa dove riconoscersi nuovi e crescere all’insegna di cose operative da fare, da imparare e da inventare.
Sintesi del discorso: per un futuro migliore che ci veda uniti culturalmente, socialmente, politicamente, sociologicamente e necessario sapere “dove” stare. Le piccole piazzette adiacenti a nuovi spazi, potrebbero creare tante piccole comunità, collocate in modo lecito, ordinato e creativo in una comunità più grande, che in fondo dei conti è l’intera nostra Matera.
Loredana Paolicelli, Pianista, Consigliere accademico Conservatorio di Musica “Egidio Romualdo Duni” di Matera, Presidente e direttore artistico di ARTErìa Associazione d’arte e cultura di Matera /associazione aderente alla “Marcia della Cultura” fondata da CGIL e ideata dal professore Eustachio Nicoletti).