Si chiude con un bilancio indubbiamente positivo l’edizione del Maggio Olivetese 2014 che si è svolta ad Oliveto Lucano nei giorni 10, 11 e 12 agosto in onore di San Rocco e del patrono San Cipriano. L’evento culminante del rito arboreo legato alla fecondità della terra, è stato il matrimonio tra il Maggio (il tronco) e la Cima (l’agrifoglio) in località Dietro la Niviera. In questo luogo, denominato via del Maggio, dove si era già consumato in mattinata l’innesto tra i due alberi, è giunta la processione con le statue dei santi Rocco e Cipriano, dopo la santa messa celebrata in chiesa da mons. Vincenzo Orofino. Un momento denso di pathos ed euforia collettiva quello della scalata del Maggio dopo l’innalzamento dell’imponente arbusto. Protagonista dell’impresa il giovane Giovanni Delicio. «Risiedo in Toscana dove lavoro afferma – ma le mie ferie sono dedicate al ritorno in paese per vivere la festa e scalare il Maggio. E’ per me la sesta edizione. E’ stato mio zio Nicola Pedano che per una quindicina di anni ha scalato il Maggio ad insegnarmi le tecniche per inerpicarmi». E se Delicio rappresenta il presente e il futuro del culto arboreo a passargli idealmente il testimone è un personaggio di una generazione passata, Vittorio Labbate di 76 anni. Nonostante l’età si è issato al tronco dove è situato l’argano che serve, attraverso una grossa corda all’innalzamento del Maggio. «L’ultima mia scalata – dichiara – risale a cinque, sei anni fa. Se la mia salute me lo permettesse arriverei ancora in cima. Ho cominciato scalando il Maggio di Accettura a 16 anni e mezzo. Già mio padre scalava l’albero». Il Maggio Olivetese è stato organizzato dal Comune di Oliveto Lucano, dalla Pro Loco Olea e dal Comitato Feste Patronali della Parrocchia Santa Maria delle Grazie con il sostegno del programma operativo Fesr della Regione Basilicata. «E’ fondamentale – afferma il sindaco Anna Trevigno – incentivare e sostenere il recupero della cultura e delle tradizioni in Basilicata dove ci sono piccole realtà, poco conosciute e valorizzate, al fine di favorire un turismo sostenibile che coniughi la crescita e lo sviluppo delle aree interne, presidio prezioso dell’intero territorio regionale». Don Anthony Achunonu da dieci anni è il parroco di Oliveto Lucano. «Il Maggio Olivetese – dice il sacerdote nigeriano – pone in risalto il senso della vita comunitaria e dell’accoglienza dei nostri abitanti che si riflette anche nella devozione verso due santi, San Rocco e il patrono Cipriano sempre dediti nella loro vita ad accogliere il prossimo». La Pro Loco Olea, intanto, annuncia la presidente Saveria Catena, ha realizzato una pubblicazione dedicata proprio a San Cipriano che racchiude uno spaccato dettagliato di Oliveto Lucano e di tutte le fasi legate al Maggio Olivetese. «Siamo protesi costantemente ad lavoro di ricerca e promozione del paese e di valorizzazione delle sue tradizioni. E’ doveroso un ringraziamento a tutti i soci e collaboratori della Pro Loco, tra cui la componente del direttivo Pina Radicchi.
Ago 14