Rosalba Demetrio, Presidente Regionale FAI della Basilicata: La Biblioteca Provinciale “Stigliani” di Matera è un bene culturale globale da conoscere, tutelare e valorizzare. Di seguito la nota integrale.
Il Presidente del FAI Marco Magnifico nel discorso pronunciato a Ivrea il 23 giugno 2023, in occasione della donazione del Convento di San Bernardino – Casa Olivetti da parte degli eredi Olivetti e di Tim, ha ricordato queste parole: “Abbiamo portato in tutti i villaggi le nostre armi segrete: i libri, i corsi, le opere dell’ingegno e dell’arte. Noi crediamo nella virtù rivoluzionaria della cultura, che dona all’uomo il suo vero potere”. È il noto pensiero dell’imprenditore illuminato che amò Matera, Adriano Olivetti, il cui impegno per questa città ricordiamo anche negli ambienti del nostro Bene FAI, Casa Noha.
Alle origini della storia della cultura i teatri e le biblioteche sono stati il cuore pulsante di ogni comunità. Il teatro lo specchio in cui essa si riconosceva, la biblioteca il nutrimento della sua anima. Il valore sociale di questi presidi culturali in contesti geograficamente e cronologicamente diversi è rimasto lo stesso e anche Matera, già Capitale Europea della Cultura, per decenni nel corso della sua storia contemporanea è cresciuta attraverso i suoi teatri, da alcuni anni ormai prevalentemente e tristemente muti, e la sua Biblioteca Provinciale “T. Stigliani”, attiva come istituzione culturale da quasi un secolo e, dopo alcune migrazioni in sedi poi destinate ad altre funzioni, stabilmente operante proprio nel cuore del centro storico, l’antico Convento dell’Annunziata, e negli ultimi circa nove anni, per le ragioni che conosciamo, periodicamente esposta al rischio della chiusura.
Quante coscienze nate e formate a Matera e in Basilicata immergendosi nello spazio di questi teatri e attingendo al vastissimo patrimonio librario, incrementato nel corso di tante stagioni da Direzioni colte e lungimiranti, con la competente dedizione di funzionari esperti e attenti a cogliere la domanda culturale di un territorio sempre più consapevole ed esigente! Quante generazioni di studenti e di studiosi, non solo locali, che hanno popolato gli ambienti di consultazione e le sale di lettura rendendoli vivi! Vivi di quella vita che si alimenta e si esprime attraverso il dialogo e il libero, democratico confronto tra persone, nei tempi lunghi della storia e negli spazi reali della vita culturale, civile, sociale.
Pur avendo frequentato molte biblioteche attraversandone i complessi labirinti, seguendo il fil rouge di una inesauribile ricerca sulla storia urbana di Matera, del territorio regionale e mediterraneo, e ricercando in fondo anche la mia identità, dalla Biblioteca Nazionale di Napoli a quella di Roma fino alla New York Public Library, penso che se come tanti ho avuto una possibilità autentica di crescere e formarmi, di studiare accedendo a un vastissimo patrimonio non soltanto librario – la Biblioteca “T. Stigliani” è un bene culturale globale da conoscere, tutelare e valorizzare – certamente lo devo a questa istituzione, alla ricchezza del suo patrimonio materiale e immateriale, relativo all’ampia sezione lucana e di carattere generale.
Nel 2018, durante un evento nazionale FAI, la Delegazione di Matera propose per due lunghe Giornate di Primavera una Biblioteca animata da temi, incontri e performance, aderendo a un modello tutto europeo di uso dei luoghi della cultura. Volevamo puntare i riflettori su un rischio che si stava profilando all’orizzonte, ne avevamo chiara percezione da qualche anno. Collaborammo efficacemente con l’Amministrazione Provinciale di Matera, con l’Associazione degli Amici della Biblioteca, con gli splendidi protagonisti/performers del Liceo Classico “E. Duni”, che animarono gli ambienti secolari, reinterpretati attraverso il sapiente restauro dell’Arch. Renato Lamacchia. Ormai da tempo anche questi ultimi richiederebbero diffusi interventi per dare ossigeno e contrastare i segni della progressiva quanto inevitabile obsolescenza.
Volevamo riportare al centro un luogo strategico sul piano culturale e indicare sommessamente una via: quella di una fruizione del luogo possibile ad ampio spettro, e dunque socialmente utile, certamente rispettando le silenziose ore di studio e di lettura che una Biblioteca impone e coinvolgendo anche spazi generalmente non fruiti dal pubblico, ma senza dubbio possibile. Naturalmente questo avrebbe richiesto in prospettiva un progetto sostenuto da una visione strategica, risorse umane e finanziarie. Non destinate al FAI, è evidente! Il capitale culturale e il capitale umano, depauperati di un capitale economico, sono destinati a perdersi e a diventare memoria archeologica. Cosa che avrebbe comunque un valore se continuasse a ispirarci.
Il messaggio era forte e chiaro e colse perfettamente nel segno. Ma era il 2018. Qualcosa di dirompente stava attraversando la nostra storia civica, per trovare compimento nel 2019. Siamo stati tutti travolti. Vivere da Capitale è difficile e la sovraesposizione, la necessità di essere quantitativamente rilevanti in ogni espressione della vita sociale regionale, nazionale e internazionale, a tratti ci ha resi disattenti, esponendoci al disorientamento e al rischio di perdere la qualità.
Naturalmente questo non è un cahier de doléance, tanto può ancora accadere se lo si ritiene importante e appunto strategico, per la città e per la Regione. E mantenere aperti e vivi i luoghi della cultura è quanto mai importante e strategico! Anche se usiamo spazi virtuali, siamo proiettati nel Metaverso e dialoghiamo con l’intelligenza artificiale, non possiamo rinunciare ai teatri e alle biblioteche. Ne abbiamo bisogno per educarci e per vivere. Ne va non solo della nostra comunità e cultura. Ne va della nostra stessa “umanità”.