Casa Cava nei Sassi di Matera è il sito suggestivo scelto dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 per “Matera, 10 anni di Capitale”, tavola rotonda per i 10 anni dalla proclamazione di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019. Il 17 ottobre del 2014 la città di Matera veniva proclamata Capitale Europea della Cultura per il 2019. Un annuncio accolto con una grande esplosione di gioia in una gremita piazza San Giovanni, in collegamento con la sede del Ministero della Cultura dove era riunita la Giuria di valutazione insieme ai rappresentanti delle sei città italiane finaliste per il titolo. Un ricordo indelebile nella mente di tutta la comunità lucana, un momento di svolta per il territorio intero, che da quel momento ha iniziato una grande trasformazione per prepararsi al grande appuntamento del 2019 e raccoglierne poi l’eredità.
A dieci anni da quel momento storico, la Fondazione Matera Basilicata 2019, con il sostegno di Regione Basilicata e Comune di Matera, in partnership con Ego55, TRM Network ed ECoCNews e la partecipazione dell’associazione Volontari Open Culture 2019, ha organizzato questa mattina la tavola rotonda “Matera, 10 anni di Capitale” con l’obiettivo di tracciare un bilancio del percorso fatto dal 2014 sino ad oggi ed individuare nuovi obiettivi comuni per gli anni a venire. Diversi i temi che saranno affrontati nel dibattito insieme ai rappresentanti di istituzioni ed enti pubblici nazionali e locali, oltre che insieme ad esperti, che ricoprono un ruolo chiave nel settore culturale e creativo a livello locale, nazionale e internazionale e nel progetto “Capitali Europee della Cultura”.
L’evento è partito un punto sulle politiche europee e nazionali sulla cultura per poi concentrarsi su quelle regionali e sulle strategie per i prossimi anni.
A seguire, focus sui dieci anni da Capitale Europea della Cultura 2014-2024 (Fondazione Matera Basilicata 2019), sugli effetti della Capitale sul turismo e sull’industria cinematografica lucana (Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata e Lucana Film Commission) e, in chiusura di sessione, una ricostruzione del percorso da Patrimonio Unesco alla ZES Cultura passando per la Capitale Europea della Cultura.
Grande attenzione è stata inoltre dedicata agli impatti economici e sociali della cultura e creatività, grazie al keynote speech del Professore Pierluigi Sacco, e al posizionamento dell’industria culturale e creativa lucana sul mercato internazionale (Project leader di Matera 2019 e Cluster Basilicata Creativa).
Infine, spazio al tema dell’onda lunga della Capitale europea della cultura, con le esperienze di Potenza Città italiana dei giovani 2024, Aliano Città candidata a Capitale italiana della cultura 2027, Associazione Volontari Open Culture 2019 ed ECoCNews, la piattaforma di approfondimento dedicata alle Capitali europee della cultura.
Dopo il saluto di benvenuto di Domenico Bennardi, Presidente Fondazione Matera Basilicata 2019 e Sindaco di Matera, sono intervenuti per i saluti istituzionali i rappresentanti di Regione Basilicata (Vito Bardi), Provincia di Matera (Francesco Mancini) e Unibas (Ferdinando Mirizzi).
Sul tema “Le grandi direttrici, le politiche culturali europee e nazionali” sono intervenuti in collegamento Sylvain Pasqua, Senior expert DG EAC, Commissione Europea mentre la giornalista Eliana De Caro ha letto il messaggio invaito dal Ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Sul tema “Cantiere Città, un progetto di supporto per le 10 finaliste di Capitale italiana della cultura” ha partecipato in collegamento Francesca Neri, Responsabile Area Progetti d’innovazione e complessi della Fondazione Scuola Beni Attività Culturali.
Sul tema “Le politiche culturali regionali: traiettorie future” ha partecipato Vito Bardi, Presidente della Regione Basilicata
Sul tema “Dieni anni di capitale, la Capitale europea della cultura: 2014-2024” è intervenuta Rita Orlando, Direttrice Generale Fondazione Matera Basilicata 2019.
Sul tema “Gli effetti della Capitale europea della cultura sul turismo e sull’industria cinematografica lucana” sono intervenuti Antonio Nicoletti, Direttore Generale Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata e Margherita Romaniello, Presidente Lucana Film Commission.
Al panel “Da patrimonio unesco alla zes cultura passando per la capitale europea” sono intervenuti Raffaello De Ruggieri, Referente di ZES Cultura per la Regione Basilicata, Rossella Tarantino, Componente del panel di selezione delle Capitali europee della cultura per la Commissione Europea e Pietro Laureano, Architetto, Urbanista e consulente UNESCO per gli ecosistemi in pericolo.
Nel pomeriggio al panel “Impatti economici e sociali della cultura e della creatività” spazio alla relazione “Keynote speech: Le implicazioni economiche e sociali degli ecosistemi di produzione culturale” con l’intervento da remoto di PierLuigi Sacco, PhD, Professore di economia biocomportamentale all’Università di Chieti-Pescara, Delegato rettorale all’internazionalizzazione.
Sul tema “L’industria culturale e creativa lucana è sul mercato internazionale” sono intervenuti Vania Cauzillo per i Project leader di Matera 2019 e Raffaele Vitulli, Presidente di Cluster Basilicata Creativa
Al Panel “L’onda lunga della capitale europea della cultura” sono intervenuti sul tema “Potenza Città italiana dei giovani 2024” Antonio Candela, Presidente Comitato Tecnico per Potenza Città italiana dei giovani 2024”, sul tema “Aliano, Città candidata a Capitale italiana della cultura 2027” il sindaco di Aliano, Luigi De Lorenzo mentre per gli “Esempi di legacy: Volontari Open Culture, ECoC News” sono intervenuti Ferdinando Trotta, Presidente Associazione Volontari Open Culture 2019 e Serafino Paternoster, Fondatore ECoC News, in collegamento.
Le conclusioni sono satte affidate a Carmelo Petraglia, Professore associato di Economia Politica presso l’Università della Basilicata, consigliere scientifico Svimez.
Gli incontri sono stati coordinati dai giornalisti Eliana Di Caro e Eva Bonitatibus.
L’evento per i 10 anni di capitale europea della cultura si conclude nel pomeriggio con una video performance live con l’intelligenza artificiale generativa a cura dell’artista digitale Valerio Calabrese.
Michele Capolupo
Di seguito report integrale con tutti gli interventi
Matera 2019, celebrati in una tavola rotonda i 10 anni dalla proclamazione di Matera a Capitale Europea della Cultura
“Dieci anni fa è come se avessimo sfidato la latitudine geografica promettendo che saremmo stati capaci di navigare a latitudini estreme. La domanda da farsi, adesso, è: quali latitudini vogliamo esplorare nei prossimi 10 anni?”. E’ con questo messaggio che la direttrice della Fondazione Matera Basilicata 2019, Rita Orlando, ha chiuso il suo intervento nella tavola rotonda “Matera, 10 anni di Capitale” organizzata dalla Fondazione ieri, 17 ottobre, in Casa Cava a Matera, per celebrare i 10 anni della proclamazione della città dei Sassi a Capitale Europea della Cultura 2019. Nei diversi panel che hanno caratterizzato il dibattito con esperti e istituzioni, moderato delle giornaliste Eliana Di Caro ed Eva Bonitatibus, sono stati affrontati i principali temi legati allo sviluppo del settore creativo e culturale in Basilicata, partendo dai risultati conseguiti nel lungo percorso di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, per interrogarsi sulle nuove azioni da mettere in campo per il futuro.
Ad aprire l’incontro, i saluti del Sindaco di Matera e Presidente della Fondazione Matera Basilicata 2019, Domenico Bennardi, seguito dai rappresentati degli enti che compongono il Consiglio di amministrazione della Fondazione, il Presidente della Provincia di Matera, Francesco Mancini, e il prof. Ferdinando Mirizzi, delegato del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi della Basilicata, Ignazio Marcello Mancini.
Sulle grandi direttrici delle politiche culturali europee e nazionali sono intervenuti, in collegamento, Sylvain Pasqua, senior expert DG EAC- Commissione Europea, che ha utilizzato lo spunto dell’anniversario del prossimo anno del titolo Ecoc, istituito nel 1985, per parlare dell’importanza di questo programma per le strategie di sviluppo socio-culturale delle città europee, e Francesca Neri, responsabile Area Progetti d’innovazione e complessi, Fondazione Scuola Beni Attività Culturali, che ha illustrato il programma “Cantiere città”, percorso di valorizzazione per le città finaliste al titolo di Capitale Italiana della Cultura, nato e nutrito proprio dall’esperienza di Matera 2019, la quale ha lasciato in eredità un nuovo modo di intendere il patrimonio culturale, caratterizzato dal binomio patrimonio/comunità, e il tema del diritto alla partecipazione culturale. Dopo la lettura del messaggio di saluto del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha illustrato le traiettorie presenti e future delle politiche culturali regionali.
Il bilancio di questi dieci anni di Matera Capitale Europea della Cultura è stato tracciato della direttrice della Fondazione Matera Basilicata 2019, Rita Orlando, seguito da un focus sul turismo, a cura del direttore dell’Apt Basilicata, Antonio Nicoletti, e sul cinema da parte della presidente della Lucana Film Commission, Margherita Romaniello. Le tappe delle principali sfide di Matera, come la nomina a Patrimonio Unesco nel 1993, la Capitale Europea della Cultura 2019 e la proposta regionale di istituzione della ZES Cultura, sono state illustrate rispettivamente dall’architetto, urbanista e consulente UNESCO per gli ecosistemi in pericolo, Pietro Laureano, in collegamento, da Rossella Tarantino, componente del panel di selezione delle Capitali europee della cultura per la Commissione Europea, già direttrice e manager Sviluppo e Relazioni della Fondazione Matera Basilicata 2019, tra le prime promotrici del progetto Matera 2019, e da Raffaello De Ruggieri, referente di ZES Cultura per la Regione Basilicata, già sindaco di Matera durante l’esperienza del 2019. In particolare, Laurano ha ricordato come Matera sia diventata Patrimonio Unesco in quanto esempio di ecosistema urbano e città sostenibile, recuperando significati dimenticati e ponendo risposte a problemi che oggi sono di grande attualità, e per questo rappresenta un modello virtuoso da presentare ad altre realtà del mondo che vivono la stessa condizione. Tarantino ha tracciato i punti chiave della candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura, frutto di una intelligenza collettiva che ha voluto valorizzare il genius loci, riscattandosi dal senso di vergogna della sua storia passata, utilizzare l’arte e la cultura come attivatori di cittadinanza culturale, abitare luoghi non convenzionali per allargare la partecipazione, lavorare su temi come la co-creazione, il protagonismo delle aree interne, il visitatore considerato un cittadino temporaneo che entra in sintonia con il luogo, il grande investimento fatto in comunicazione, per collare Matera sulla mappa. De Ruggieri ha delineato le caratteristiche della “Fabbrica Giardino” di La Martella, “la più bella fabbrica della cultura d’Europa”, che unirà il “brand” Matera a quello di Adriano Olivetti.
Sul tema degli impatti economici e sociali della cultura e della creatività, c’è stato invece il keynote speech in collegamento di PierLuigi Sacco, PhD, Professore di economia biocomportamentale presso l’Università di Chieti-Pescara, delegato rettorale all’internazionalizzazione, che ha condotto con il suo team di ricerca un’analisi sulla crescita innescata dal percorso di Matera 2019 per alcune delle realtà creative lucane che ne hanno coprodotto il programma culturale, in termini economici, reputazionali, occupazionali, di competenze, partenariati attivati, accesso a bandi e finanziamenti nazionali e internazionali. Una crescita confermata dalla rappresentante di questo gruppo di realtà, i cosiddetti “project leader”, Vania Cauzillo della Compagnia Teatrale l’Albero, la quale ha però sottolineato come, per mettere a frutto tutto questo patrimonio a vantaggio delle amministrazioni locali, sia necessario che il ruolo di queste realtà venga riconosciuto e legittimato dalle stesse amministrazioni, permettendo una collaborazione strutturata e sostenibile nel lungo termine. Raffaele Vitulli, presidente del Cluster Basilicata Creativa, che riunisce le imprese culturali e creative della ragione, ha evidenziato quanto tali imprese siano fortemente apprezzate all’estero e quanto sia importante metterle nelle condizione di essere di supporto anche per il territorio locale, facendo leva sull’internazionalizzazione, lavorando sulla formazione di chi intende costruire il proprio percorso lavorativo in regione, attraendo talenti da fuori, costruendo reti e partenariati, sviluppando le infrastrutture.
L’ultimo focus tematico è stato dedicato all’onda lunga della Capitale Europea della Cultura, con le testimonianze di alcune realtà nate proprio sulla spinta di Matera 2019: Potenza Città italiana dei giovani 2024, Aliano Città candidata a Capitale italiana della cultura 2027, l’Associazione dei Volontari Open Culture 2019, nata dal team dei volontari di Matera 2019, la testata materana ECoCNews, unico spazio in Europa dedicato alle Capitali europee della cultura. Il Presidente Comitato Tecnico per Potenza Città italiana dei giovani 2024, Antonio Candela, ha spiegato come la candidatura di Potenza sia nata da un lavoro con oltre 500 giovani della città per individuare problemi e cercare di risolverli insieme, creando per loro delle opportunità concrete. Il Sindaco di Aliano, Luigi De Lorenzo, ha testimoniato come in un borgo di 800 abitanti la ricca offerta culturale cresciuta negli anni, dagli spazi museali del percorso leviano fino al festival “La luna e i calanchi”, sia stata abilitante per lo sviluppo di un territorio delle aree interne. Ferdinando Trotta, Presidente dell’Associazione Volontari Open Culture 2019, ha raccontato le diverse collaborazioni attivate a livello locale, nazionale e internazionale sul tema del volontariato culturale, anche in termini di formazione di nuovi volontari che scelgono di mettere a disposizione il proprio tempo a beneficio della collettività. Serafino Paternoster, fondatore di ECoCNews, già coordinatore dell’ufficio stampa di Matera 2019, si è invece collegato da Cluj-Napoca in Romania, dove era in corso di svolgimento la 13a conferenza di Culture Next, network di 34 città in rappresentanza di 19 Paesi europei, di cui la testata è diventata media partner. Insieme a lui, sono intervenuti Ştefan Teişanu, segretario generale di Culture Next, di cui ha illustrato gli obiettivi, e Beatriz Garcia, direttrice Associata del Centre for Cultural Value, che ha analizzato le nuove sfide per le città che vogliono diventare Capitali Europee della Cultura, a 40 anni dall’istituzione di questo titolo.
Le conclusioni del dibattito sono state affidate a Carmelo Petraglia, professore associato di Economia Politica presso l’Università della Basilicata, consigliere scientifico Svimez, il quale ha evidenziato la necessità di fare precise scelte politiche per combattere lo spopolamento, trasformando la città di Matera e la regione Basilicata da attraenti in attrattive, lavorando sull’inclusione e trattenendo i talenti. Operazioni su cui la Fondazione Matera Basilicata 2019 potrebbe sicuramente dare il proprio contributo.
A chiudere la giornata è stata la video performance live con intelligenza artificiale generativa realizzata dall’artista digitale, regista, motion designer, esperto di AI, Valerio Calabrese, che ha intrecciato i contributi dei panel con le risposte fornite dai software di AI interrogati sulla cultura di Matera e della Basilicata.
Interventi dei relatori
Francesco Mancini, Presidente Provincia di Matera
Dieci anni fa la designazione di Matera a Capitale europea della cultura 2019. Dieci anni vissuti intensamente e da assoluta protagonista, non solo in Basilicata e in Italia ma nel Mondo intero.
Una nomina che ha portato benefici non solo alla città e alla provincia, ma a tutta la regione, importante sotto vari aspetti: culturale, economico, turistico e sociale.
In questo percorso, va sottolineato il ruolo propositivo e di raccordo che la Provincia di Matera ha svolto in questi anni, grazie alla collaborazione e alla sinergia tra enti e istituzioni: Matera 2019 è stata anche un momento di confronto democratico e culturale. E’ adesso importante che gli enti sovraordinati, ad iniziare dalla Regione Basilicata, contribuiscano di più alla crescita del nostro territorio con maggiore convinzione anche investendo risorse utili a far sì che la cultura, sulla scia di Matera 2019, faccia da volano alla crescita dell’intera regione.
Non fermiamoci ma, al contrario, intensifichiamo quel dialogo istituzionale che può promuovere nuovi finanziamenti e iniziative per la cultura perché l’esperienza di Matera 2019 ha dato grandi opportunità al territorio che, adesso, è tempo di consolidare.
Un plauso alla Fondazione, che pur in un contesto complesso ha svolto egregiamente il suo ruolo: da essa ci si aspetta ancor di più per poter confermare Matera quale città ospitale e centro turistico-culturale d’eccellenza della Basilicata.
prof. Ferdinando Mirizzi, Università degli Studi della Basilicata
Nel portare il saluto del Magnifico Rettore, prof. Ignazio Marcello Mancini, oggi impegnato istituzionalmente a Roma in una importante riunione della CRUI, vorrei ricordare che l’Università della Basilicata è stata dall’inizio parte del progetto che avrebbe portato, fin dalla prima proposta formulata nel 2009 dall’Associazione Matera 2019, alla successiva e progressiva costruzione del dossier di candidatura per Matera Capitale Europea della Cultura nel 2019, contribuendo attivamente con i suoi docenti e ricercatori alle riflessioni e alle discussioni molteplici su temi fondanti della visione che nel e con il dossier si intendeva fornire quali, solo per fare due esempi tra i tanti possibili, quello sull’uso sostenibile e innovativo del patrimonio culturale o quello dei processi riguardanti le relazioni tra cultura, partecipazione, diritti di cittadinanza.
Insieme agli altri protagonisti istituzionali regionali (Regione Basilicata, Comune di Matera e Potenza, Provincia di Matera e Potenza, Camera di Commercio di Matera) l’Università della Basilicata aveva deciso di partecipare a quel progetto nella convinzione che esso fosse da considerarsi strategico per l’intera Basilicata, promuovendo nel 2011 il Comitato Matera 2019 con lo scopo di predisporre e sostenere in maniera sinergica e unitaria la candidatura della città a Capitale Europea della Cultura.
C’eravamo anche noi, il 17 ottobre 2014, nella piazza antistante la sede dell’ex ospedale di S. Rocco, dove peraltro era allora una delle nostre sedi universitarie, per esultare insieme a tutta la città all’annuncio della nomina da parte del Ministro Franceschini. E subito dopo abbiamo partecipato con entusiasmo alla costituzione della Fondazione Matera-Basilicata 2019, a cui il nostro Ateneo ha dato un apporto significativo con la presidenza assunta dalla prof.ssa Aurelia Sole, Magnifica Rettrice dell’Università della Basilicata negli anni dal 2014 al 2020.
Il nostro contributo ha investito non solo il piano organizzativo e gestionale, ma si è distinto per la collaborazione e il supporto scientifico garantito a molte delle attività che sono state organizzate per il 2019, con la partecipazione competente ed entusiasta dei nostri ricercatori e dei nostri studenti, a partire dai due progetti pilastro previsti dal dossier di candidatura: quello dell’ Open Design School e l’altro denominato (I-DEA), un progetto ambizioso che si proponeva di mettere in rete tutti gli innumerevoli e diversificati archivi della e sulla Basilicata, rendendoli fruibili e consentendo su di essi interventi e procedure di tipo creativo da parte di ricercatori, studenti, artisti, insegnanti, soggetti attivi nel campo dell’industria culturale nelle sua variegate articolazioni.
Per questo oggi l’Università degli Studi della Basilicata vuole celebrare con tutti voi il decennale di un evento che ha consentito successivamente alla città di Matera di porsi sulla scena globale come luogo propulsivo di una cultura aperta al futuro, accessibile a chiunque e a tutte le sensibilità contemporanee, disponibile al dialogo interculturale.
Antonio Nicoletti, direttore generale di Apt Basilicata
Dall’analisi dei dati statistici riguardanti le presenze e gli arrivi a Matera emerge un quadro inequivocabile: dal 2014 la domanda e l’attenzione su Matera sono cresciute in modo esponenziale. L’assegnazione del titolo di capitale europea della cultura per il 2019 ha avuto un effetto straordinario sulla città e sulla regione, una città che sembrava in attesa di essere scoperta. E ovviamente le ricadute sono state concrete sotto il profilo economico. E’ cresciuto il numero delle strutture ricettive migliorando molto la qualità dell’offerta, e sono aumentati gli esercizi della ristorazione.
Per quel che riguarda i numeri di arrivi nell’anno della capitale, il 2019, seppure molto alti se paragonati al passato, non hanno costituito, come si poteva temere, un campanello d’allarme in merito al problema dell’overtourism, che avrebbe potuto rappresentare un rischio per il territorio, per la sua identità.
Matera ancora oggi può essere il fulcro di un sistema economico basato sulla cultura e la creatività, da cui poter trarre i contenuti per consolidare l’offerta turistica.
Analizzando ancora i dati si è visto che nonostante la crescita avvenuta, il numero di turisti stranieri non è stato particolarmente elevato nell’anno da capitale. Per questa ragione, dalla fine del 2019 abbiamo lavorato con il preciso obiettivo di intercettare il turismo globale con un investimento regionale dedicato ai mercati internazionali, a beneficio della città e della regione intera.
L’ “effetto Matera”, di cui spesso si parla, è consistito anche nel dare nuove possibilità ai giovani, e fuori da ogni retorica possiamo citare il TAM, nato a partire dalla visione (e dagli investimenti) di privati cittadini.
Proprio questo spirito positivo è il lascito da proteggere, tutelare e rilanciare, guardando avanti con fiducia a nuove opportunità che potranno venire sia dal pubblico che dal privato. Un emozionante video che ci aveva accompagnati nel percorso di candidatura augurava a tutti “buon futuro”. Quel futuro non è passato, ma è ancora lì che ci aspetta.
Margherita Romaniello, Presidente Lucana Film Commission
L’anno da Capitale europea della cultura ha rappresentato per Matera un vero spartiacque. Esiste da quel 2019 un “prima “ e un “dopo” di una città , di un territorio che anche grazie al cinema è un modello. Culturale e identitario. L’ acquisita consapevolezza della propria capacità di inaugurare un nuovo modo di essere una capitale culturale ha reso Matera ancor più un luogo dove ambientare le proprie storie. A 60 anni da “Il Vangelo secondo Matteo” di Pierpaolo Pasolini e a 20 anni da “The Passion” di Mel Gibson la città di Matera è sempre più un luogo che una location. Sta ai suoi cittadini ma anche alle Istituzioni – e la Lucana Film Commission è in prima linea nella valorizzazione di Matera come di tutto il variegato territorio della Basilicata- non disperdere questa acquisita consapevolezza. E partire da essa per continuare il lavoro della Fondazione Matera Basilicata 2019. Cui ci sentiamo affini e vicini.
Serafino Paternoster, fondatore EcocNews
EcocNews.com, testata giornalistica online con sede a Matera, nata nel febbraio 2021 come spin-off di Matera2019 e dall’esperienza di professionisti che hanno lavorato nel lungo ed entusiasmante percorso di Matera Capitale Europea della Cultura, è diventata mediapartner di Culture Next, un network di 34 città in rappresentanza di 19 Paesi europei.
Fondato nel 2017, con sede a Cluj-Napoca (Romania) Culture Next è dedicato alle candidate a Capitale Europea della Cultura, attuali o ex, premiate o candidate, per contribuire ad avere un maggior numero di programmi Ecoc implementati nelle città e nelle regioni europee e definire una visione europea a lungo termine sullo sviluppo locale attraverso la cultura e la creatività.
La media partnership è stata formalizzata in occasione della 13a conferenza Culture-Next, in programma dal 16 al 18 ottobre a Cluj-Napoca (Romania) che ha riunito i rappresentanti di 50 città europee e delle più importanti reti culturali, insieme a rappresentanti della Commissione europea, artisti locali e organizzazioni culturali della città romena per condividere buone pratiche e discutere di collaborazioni su temi europei caldi come la Nuova Bauhaus Europea, Cultura e Resilienza, Cultura e Benessere. Tra i temi chiave, l’Obiettivo Cultura, ovvero fare della cultura il 18° SDG nella prossima Agenda ONU, e la Riforma ECoC per migliorare il progetto Capitali Europee della Cultura dell’Unione Europea.
In questa occasione, EcocNews ha annunciato di lanciare una petizione al Governo italiano per istituire il 17 ottobre, data della proclamazione di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019, la Giornata italiana della cultura, una giornata simbolo per la Basilicata e per l’Italia sulla scia dell’esperienza di Matera che nel 2019 ha rappresentato l’Italia in Europa e nel mondo, come ribadito anche dal compianto presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. Altra proposto lanciata da EcocNews è che il potenziale di esperienza accumulato da Matera 2019 venga usato dal Governo italiano per predisporre il nuovo bando per la Capitale Europea della Cultura 2033 che l’Italia sarà chiamata a esprimere, perché si possano evitare errori del passato e migliorare le prospettive della città che ricevere questo titolo. Chi meglio di Matera 2019 può spianare la strada per Italia 2033?
Ferdinando Trotta, Presidente Associazione Volontari Open Culture 2019
La Fondazione Matera Basilicata 2019 è stato il centro della disseminazione culturale nel corso di questi anni, portando le sue competenze al servizio della comunità.
Grazie a questa guida e legame l’associazione ha acquisito a sue volte competenze che ha restituito al territorio non solo nella nostra città ma anche a livello nazionale e internazionale.
Oggi l’associazione Volontari Open Culture 2019 grazie anche al supporto della Fondazione nell’ambito del network è riuscita a creare una rete con le Capitali Italiane ed Europee della Cultura, essendo Matera ancora presa come riferimento nell’ambito di questi eventi.
A questo riguardo siamo stati anche invitati a Trento Capitale Europea del Volontariato per parlare del percorso effettuato fino a questo momento e dell’eredità presente sul territorio.
Questo è un patrimonio che come associazione e grazie anche alla Fondazione non abbiamo voluto perdere.
Dal 2019 Fondazione e Associazione Volontari Open Culture 2019 hanno avuto contatti e scambi con tutte le Capitali Italiane ed Europee della Cultura, spesso con la presenza dei volontari nel trasferimento della propria esperienza e know-out.
Da qui si evince l’importanza di non perdere questo patrimonio fatto di capitale umano.
La nostra associazione partecipa in media a più di 100 eventi all’anno supportando con i propri volontari la programmazione culturale e le tradizioni della comunità.
Non c’è bisogno vi elenchi gli eventi, molti di voi avranno visto spesso i nostri Volontari all’opera.
Oltre a questo, è diventato importante per noi trasferire l’entusiasmo dei volontari creando connessioni con l’intera regione Basilicata.
Miglionico, Tricarico, Satriano, Montescaglioso, Colobraro, Rionero in Vulture, sono alcuni dei comuni della Basilicata con i quali abbiamo creato collaborazione, oltre che ad Altamura dove i Volontari sono stati pronti ad accogliere i visitatori durante l’ultima edizione di Federicus.
Proprio su questa linea è recente un accordo con UNPLI regione Basilicata che rappresenta la maggioranza delle Proloco della regione.
Sulla base di questo accordo l’associazione insieme ai Volontari si mettono a disposizione per le collaborazioni con i maggiori eventi che si realizzano nel territorio.
Oltre a questo, di recente i Volontari hanno organizzato un Erasmus Plus dedicato al Volontariato nell’ambito della Capitale della Cultura, ospitando 24 ragazzi provenienti dall’estero per una settimana.
Occasione per far conoscere l’importanza del Volontariato Culturale.
Il nostro obiettivo è creare un contenitore sociale, dove i cittadini vedono il volontariato culturale come un mezzo per creare connessioni tra loro.
Uno spazio altamente inclusivo dove ciascuno può sentirsi utile dedicando del tempo libero alla propria città.
Ulteriore obiettivo è avvicinare cittadini al volontariato nelle sue varie forme mettendoli a contatto con le meravigliose associazioni che operano in diversi campi sul territorio.
Un ultimo obiettivo è un maggior coinvolgimento dei giovani al volontariato culturale come mezzo per acquisire competenze che potrebbero spendere sul territorio anche in ambito lavorativo.
Il futuro di questo territorio è legato con un filo indissolubile alla cultura e alla tradizione, puntare su queste leve potrebbe dare linfa a prospettive future e dare una reale alternativa ai giovani.
Matera, 10 anni di Capitale, saluto istituzionale del ministro Alessandro Giuli
Gentili autorità, caro Sindaco e Presidente della Fondazione Matera Basilicata 2019, carissimi cittadini di Matera, saluto Voi tutti con speciale affetto e Vi ringrazio per l’invito alla tavola rotonda che celebra la proclamazione di Matera come “Capitale europea della cultura 2019”, avvenuta dieci anni fa proprio in questo giorno.
Purtroppo, gli impegni istituzionali mi impediscono di raggiungerVi in persona, ma con questo mio messaggio non voglio farVi mancare la partecipazione all’evento mia e del Governo italiano.
Città storica di frontiera e crocevia territoriale di alcune tra le più antiche culture del Mezzogiorno d’Italia, Matera è oggi un patrimonio dell’umanità, non solo come Capitale europea della cultura, non solo per i suoi famosi “Sassi”, riconosciuti come sito UNESCO, ma anche come modello politico capace di trasformare la cultura in capitale sociale, civile e identitario, industria della creatività e dell’innovazione, motore di benessere, crescita economica e turismo sostenibile.
Il merito va attribuito alle buone amministrazioni che nel tempo e al di là del colore politico si sono avvicendate ai vari livelli locali e, senza meno, a quel “blocco di sistema” che i territori materano e lucano hanno saputo esprimere attraverso imprese e istituzioni.
I dieci anni trascorsi dalla proclamazione di Matera Capitale europea della cultura ci offrono vari insegnamenti. Innanzi tutto, ci ricordano che l’Italia possiede il più grande patrimonio culturale del mondo. Si tratta di un patrimonio storico, artistico, monumentale e paesaggistico sostanziato da migliaia di siti tra musei, gallerie, chiese, parchi archeologici, complessi monumentali e dimore storiche. La sua diffusione sul territorio è capillare e innerva quella stratificazione di memorie e simboli che nei secoli hanno formato il genius loci italiano.
Inoltre, ci dimostrano che i riconoscimenti internazionali sono sì un prezioso indicatore della leadership culturale italiana nel mondo ma devono essere considerati anche e soprattutto come un potente strumento di edificazione sociale, civile ed economica dei nostri territori.
Il nostro Governo ne è ben consapevole e per questo ha investito e continuerà a investire in politiche culturali che nell’interesse delle future generazioni tutelino e valorizzino il patrimonio storico-artistico e naturale nazionale, trasformando tutti i luoghi di cultura in itinerari sociali vivi, capaci di valorizzare il territorio, di rendere comunicante ciò che è isolato, di espandersi dal centro alle periferie e, anzi, di trasformare le periferie in centri pulsanti di cultura, imprese e servizi.
Il modello “Matera Capitale europea della cultura”, così come l’importante riconoscimento ottenuto da Potenza, “Città italiana dei giovani 2024” e le stesse candidature dei Comuni di Aliano e Maratea ai futuri concorsi per il titolo di “Capitale italiana della cultura”, esaltano la Basilicata nella sua straordinaria “biodiversità culturale” come nel suo grande fermento di progetti destinati a generare benessere, identità e senso comunitario.
Ringraziando i presenti, amministratori, imprenditori, professionisti, artisti, scienziati, intellettuali e cittadini per l’impegno fin qui profuso, auguro a tutti buon lavoro!
Intervento Presidente Regione Basilicata, Vito Bardi: “Rafforzare il sistema culturale regionale”
“Innovazione, creatività, coesione e benessere, valorizzazione dell’eredità culturale, internazionalizzazione”: queste le parole chiave delle politiche regionali illustrate dal presidente della Regione nella tavola rotonda su “Matera, 10 anni di Capitale”. Il messaggio del ministro Giuli
“Rafforzare il sistema culturale regionale e favorire, in maniera collaborativa, la crescita del nostro territorio e delle nostre comunità”: sono questi gli obiettivi che il governo regionale intende perseguire. Intervenendo oggi a Matera, nel corso della tavola rotonda dal titolo “Matera, 10 anni di Capitale”, promossa dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 a dieci anni dalla designazione di Matera a capitale europea della cultura per il 2019, il presidente della Regione Vito Bardi ha inteso illustrare “le direttrici di una politica per la cultura” che il governo regionale vuole delineare “per capitalizzare quella esperienza e rilanciare quel ruolo propulsivo della città di Matera, un obiettivo strategico della Regione già enunciato nel Piano strategico regionale, che costituisce uno dei cardini della strategia del nuovo Piano su cui, a breve, ci confronteremo in tutte le sedi”. “In questa prospettiva – ha aggiunto il presidente – sono chiamate ad agire tutte le organizzazioni che si occupano di cultura, di promozione, di audiovisivo, di turismo, a partire dalla Fondazione Matera Basilicata 2019. Un organismo a cui dedicheremo rinnovata cura anche ipotizzando evoluzioni organizzative e formali”.
“I dieci anni trascorsi dalla proclamazione di Matera Capitale europea della cultura – ha scritto in un messaggio il ministro per la Cultura Alessandro Giuli – ci offrono vari insegnamenti. Innanzitutto, ci ricordano che l’Italia possiede il più grande patrimonio culturale del mondo. Si tratta di un patrimonio storico, artistico, monumentale e paesaggistico sostanziato da migliaia di siti tra musei, gallerie, chiese, parchi archeologici, complessi monumentali e dimore storiche. La sua diffusione sul territorio è capillare e innerva quella stratificazione di memorie e simboli che nei secoli hanno formato il genius loci italiano. Il nostro Governo ne è ben consapevole e per questo ha investito e continuerà a investire in politiche culturali che nell’interesse delle future generazioni tutelino e valorizzino il patrimonio storico-artistico e naturale nazionale, trasformando tutti i luoghi di cultura in itinerari sociali vivi, capaci di valorizzare il territorio, di rendere comunicante ciò che è isolato, di espandersi dal centro alle periferie e, anzi, di trasformare le periferie in centri pulsanti di cultura, imprese e servizi”.
La manifestazione si è aperta con la proiezione di un video che ritrae i festeggiamenti della folla in piazza San Giovanni nel momento della proclamazione, il 17 ottobre 2014. “Guardando quelle immagini – ha detto Bardi – non vedo come oggi possa esserci chi pensa a Matera fuori dalla Basilicata”.
A parere del presidente della Regione “non vanno minimizzate le azioni poste in essere in questi ultimi anni con il sostegno crescente che la Regione ha offerto al settore culturale incrementando sensibilmente le risorse destinate alle diverse espressioni della cultura. Siamo ben consapevoli dell’importanza della cultura, del potere della cultura per la coesione sociale e il benessere, della capacità che la cultura ha di mostrare il genio di una comunità ma anche la sua intelligenza e la sua straordinaria umanità, come ricordò David Sassoli nel suo discorso alla cerimonia di chiusura dell’anno di Matera Capitale. Questa consapevolezza appartiene a tutti, al di là delle appartenenze politiche. Grazie alla cultura possiamo tornare a sognare e desiderare, possiamo immaginare un futuro, affrontare le sfide del nostro tempo, riattivare energie sopite, valorizzare quanto di vivo e propositivo emerge nella nostra società per rivitalizzare le nostre città, rigenerare i nostri borghi, ampliare l’offerta delle nostre coste, valorizzare i nostri giacimenti culturali e conseguentemente la reputazione e l’attrattività di territori e comunità”.
“L’esperienza fatta – ha detto il presidente Bardi – ci impone di fare passi in avanti, di delineare una strategia più avanzata, concreta, focalizzata su di un compito da darci per tradurre le due parole chiave innovazione e creatività quali cardini dell’impegno dei prossimi mesi ed anni. Consolidare e rilanciare l’esperienza di Matera Capitale Europea della Cultura significa candidare Matera e la Basilicata a luogo di produzione della cultura prima ancora che di consumo. Una proposta innovativa che vuole posizionare Matera e il territorio lucano a laboratorio nazionale, alla creazione di un modello replicabile per tracciare la linea italiana dell’industria culturale e creativa. Un progetto frutto della capacità visionaria di Raffaello De Ruggeri, fatta propria dal governo regionale, che ha intravisto nella opportunità della ZES l’ambito in cui incardinare una ZES Cultura. Un disegno che vede pienamente coinvolti anche gli strumenti di programmazione regionale al fine di realizzare un disegno volto ad incentivare e rendere luogo di elezione innanzitutto Matera per le 5 industrie culturali e creative, quelle che hanno come oggetto l’ideazione, produzione, promozione, conservazione, ricerca, valorizzazione e gestione di beni, attività e prodotti culturali”.
“Le altre parole chiave – ha aggiunto ancora Bardi – sono valorizzazione e rivitalizzazione con riferimento alla nostra eredità culturale materiale e immateriale. Valorizzazione del patrimonio e rivitalizzazione dei luoghi della cultura sono infatti le traiettorie che seguiremo in coerenza con le politiche pubbliche declinate su più livelli, con interventi di protezione e recupero strutturale, architettonico, energetico, digitale e riuso adattivo del patrimonio culturale da concepire in una nuova ottica di inclusione e innovazione sociale. È sempre più forte ed avvertita infatti la correlazione della partecipazione culturale con la qualità della vita in tutte le età. Un approccio questo che è parte integrante dell’Accordo Quadro delle Politiche di Coesione 21-27 dove coesione e benessere costituiscono le altre due parole chiave”.
“Il brand Basilicata Cultura, quale proiezione e prosecuzione del binomio Matera – Cultura, si costruisce con i fatti, dando seguito e piena attuazione – ha concluso Bardi – a quel complesso di iniziative sin qui enunciate. Ma soprattutto sarà il frutto dalla capacità che il sistema regionale pubblico e privato sarà in grado di esprimere. Non mancano fermenti e desiderio di protagonismo, ne abbiamo avuto già prova nel recente passato con le candidature lucane nell’ambito della competizione per la Capitale italiana della Cultura e con quella attuale di Aliano a Capitale Italiana della Cultura per il 2027, che evidentemente sosterremo, ma anche con le partecipazioni alle competizioni legate all’arte contemporanea e alle celebrazioni nazionali o ad altri eventi ed iniziative su specifiche aree tematiche come i giovani a Potenza o il volontariato a Matera. Tutte iniziative nate sulla scia e l’esempio di Matera. Tutto questo lavoro si avvale di una conclusiva parola chiave: lavorare insieme. E lavorare insieme vuol dire co-programmare, co-progettare. Con questo intento daremo vita, a breve, ad un Forum della cultura, che partirà da Matera per poi avere altre tappe in regione, con l’obiettivo di condividere il percorso più adatto in grado di attivare un’azione culturale socialmente e culturalmente sostenibile”.
Intervento sindaco di Matera, Domenico Bennardi
Sono trascorsi dieci lunghi anni dalla nomina di Matera a Capitale europea della cultura. Dobbiamo ringraziare tutti coloro i quali hanno permesso questo lungo cammino, iniziato molto prima del 2019. Ringrazio la Fondazione Matera Basilicata 2019 e tutti coloro che si sono avvicendati in essa, enti e Amministrazioni comunali precedenti. Negli anni Matera, grazie a questo riconoscimento, ha ricevuto notorietà e visibilità importantissime, unite al prestigioso riconoscimento nel patrimonio Unesco del 1993. Grazie a questi riconoscimenti, come ho potuto constatare personalmente, Matera è stimata sul piano culturale a livello europeo, nel Mediterraneo e nel mondo. Uno dei più importanti benefici di questa nomina, sta proprio nella possibilità di relazionarci con altre Capitali italiane ed europee della cultura e con altre città patrimonio Unesco nel mondo. Ogni volta che ho siglato personalmente Patti di amicizia e accordi di cooperazione internazionale, l’ultimo è quello di Alula, ma ricordo ancora prima Oulu in Finlandia, questi titoli sono stati apripista per collaborazioni sul piano della cooperazione internazionale strategica, scambiando ad esempio progettualità con altri atenei e attività produttive o culturali, favorendo quella circolarità di saperi e competenze che ci ha permesso di restare protagonisti a livello internazionale con scambi commerciali, economici, sociali e culturali. Quindi, una delle più grandi eredità del 2019 è proprio questa grande facilitazione nei progetti di cooperazione internazionale; una sorta di corsia preferenziale, insomma, che dobbiamo ancora sfruttare al massimo, ecco perché insistiamo con alcune missioni strategiche. Dobbiamo lavorare perché questo brand sia punto di riferimento per il futuro. Un’altra eredità è legata a quella partecipazione volontaria di tanti materani, i quali hanno preso parte al cammino preparatorio e poi sono rimasti nell’associazione “Open culture”, che ormai rappresenta una risorsa inesauribile per la nostra città ancora oggi in termini di presenza e attività culturale. Dobbiamo far leva su questa passione volontaria e consapevolezza collettiva, per guardare al futuro. Oggi per me il futuro è quello di candidare Matera a Capitale culturale del Mediterraneo e Capitale europea del volontariato nel 2029, perché possiamo mettere a valore questa passione come emblema di nuovo umanesimo, legato al prendersi cura delle cose belle e del prossimo. E’ un Dna profondo, nato dal mutuo soccorso nei Sassi, che spazia fino al mondo della cooperazione e del Terzo settore; un percorso entusiasmante che Matera può guardare con grande interesse, per mettere a frutto ciò che abbiamo vissuto al di là del legittimo e orgoglioso ricordo commemorativo».
Dieci anni dalla proclamazione di Matera a Capitale europea della cultura 2019, il commento dell’assessore al Turismo Francesco Salvatore.
E’ stato tra i pionieri e promotori della candidatura di Matera a Capitale europea della cultura 2019, era sul palco con gli amici dell’associazione “Matera 2019” quel fatidico 17 ottobre 2014 quando arrivò la notizia e il bagno di folla. Oggi Francesco Salvatore è assessore al Turismo del Comune di Matera, e in questa duplice veste ricorda quel giorno e ciò che ha lasciato in eredità. «Dieci anni da uno dei giorni più importanti nella storia della città di Matera -commenta Salvatore- insieme all’iscrizione nelle liste Unesco per il patrimonio mondiale dell’Umanità e ai giorni dello spopolamento dei Sassi per la riqualificazione. La designazione a Capitale europea della cultura, ha segnato un traguardo di civiltà e un momento in cui Matera si è fatta capitale del sud d’Italia, d’Europa e del mondo, dimostrando che storia, cultura, tradizioni, accoglienza e integrazione sono valori che possono far crescere le comunità. In questo arco di tempo, nonostante gli inciampi che la storia ci ha voluto consegnare, Matera ha dimostrato di saper crescere cogliendo le opportunità di valorizzazione. Alla base dei risultati ottenuti, c’è sicuramente un sistema turistico fatto di collaborazione e condivisione da parte di tutti i portatori di interesse, in primo luogo gli operatori, i quali hanno saputo dimostrare capacità di adattamento alle nuove esigenze dei cittadini temporanei che hanno affollato Matera. Questa giornata è un ulteriore traguardo, preludio di nuovi obiettivi. E’ il momento di fare squadra, coinvolgendo l’intera provincia materana e l’intera regione, tutti gli enti pubblici interessati, perché bisogna consolidare le basi di quanto costruito e rilanciare la programmazione per i prossimi dieci anni, anche attraverso collaborazioni di professionisti del settore che oggi guardano alla città dei Sassi come un punto di riferimento nazionale e internazionale del sistema turistico.
La Capitale europea della cultura: 2014-2024, intervento Rita Orlando, Direttrice Fondazione Matera Basilicata 2019
Tre sono le date fondamentali del 2014: il 03 settembre, giorno in cui le istituzioni, hanno dato vita alla Fondazione Matera Basilicata 2019, un mese e mezzo prima di conoscere l’esito della competizione, un chiaro riconoscimento della cultura quale fattore qualificante e fondamentale per lo sviluppo della regione; il 07 ottobre, giorno della visita della Commissione, con i camminanti arrivati da tutta la regione a rappresentare le tante peculiarità culturali e con i cittadini che hanno aperto le loro case in segno di ospitalità. Una fatica collettiva per esprimere, con il passo lento che è proprio di questa Terra, tutto quello che la Basilicata poteva dare a Matera 2019; e infine il 17 ottobre.
Di quel giorno ricordo chiaramente il lavoro di preparazione per il “comunque vada party”, l’attesa, la piazza che si riempiva, mia figlia che sventolava la bandierina orgogliosa di farlo insieme ad altre migliaia di persone.
E poi l’urlo, gli abbracci, le lacrime, l’orgoglio del riscatto, la felicità delle persone che si facevano gli auguri. Eravamo diventati la più bella delle vergogne.
Volendo usare una metafora, è come se avessimo sfidato la latitudine geografica promettendo che saremmo stati capaci di navigare a latitudini estreme, un viaggio che richiede esperienza, pianificazione, resistenza.
E coraggio. Il coraggio di osare, di prepararsi agli imprevisti, di allenarsi ad affrontare le intemperie, con la consapevolezza che un equipaggio ha più possibilità di un navigatore solitario.
Con questa consapevolezza, Matera 2019 è stato il manifesto di una cultura inclusiva, multiforme, inaspettata, una palestra straordinaria per le istituzioni, gli artisti e le comunità, una cassetta degli attrezzi a cui attingere per affrontare nuove sfide, un intero giacimento, sulla base, tra gli altri, di tre valori fondamentali: l’accessibilità della cultura, la partecipazione attiva dei cittadini, la cura delle persone e la connessione con culture diverse e la valorizzazione della diversità culturale dei Paesi membri unita all’esaltazione degli aspetti comuni.
Il titolo di Capitale europea della cultura ci ha dato un obiettivo alto e una sfida comune: abbiamo lavorato insieme impegnandoci a più livelli: istituzioni, imprese culturali e creative, Terzo settore, scuole, persone comuni, tutti hanno potuto esprimersi e definire le regole del gioco.
La Fondazione Matera Basilicata 2019, insieme alle istituzioni locali, nazionali ed europee, ha preparato il terreno, co-progettato le pratiche e messo a disposizione gli strumenti perché la cultura potesse generare un cambiamento sociale.
Un ringraziamento doveroso va, a questo punto, ai professionisti e ai rappresentanti istituzionali che si sono spesi per questo risultato: Paolo Verri e Rossella Tarantino, per il ruolo svolto in merito alla candidatura e allo svolgimento del programma di Matera 2019 insieme a Marta Ragozzino, Ariane Bieou e Pepi Romaniello, ma anche Salvatore Adduce, Raffaello De Ruggieri e Nicola Buccico, i Sindaci che si sono alternati tra candidatura e Anno da Capitale, i Presidenti della Regione, Vito Bardi, Marcello Pittella e Vito De Filippo, i membri del Consiglio di Amministrazione che si sono succeduti, e l’Associazione Matera 2019, con Francesco Salvatore, che per prima la lanciato l’idea di concorrere.
Grazie a tutti i Sindaci dei Comuni lucani e ai loro cittadini, alle due Province, all’Università, alle associazioni di categoria e alle imprese.
Un ringraziamento speciale alla squadra della Fondazione, ai miei colleghi e al Consiglio di Amministrazione, è grazie loro se oggi siamo qui, e un ringraziamento a Giovanni Oliva e Giovanni Padula, che si sono avvicendati alla Direzione Generale della Fondazione negli anni più complessi, tra pandemia e cambio dello statuto.
Cosa ci ha distinto da altre Capitali?
L’investimento maggiore di Matera 2019 è stato in competenze ed empowerment: less bricks, more brain. E le intelligenze non si spengono insieme ai riflettori: piuttosto, si riorganizzano e cercano nuove sfide da superare.
E poi le produzioni originali, altra sfida enorme: molto più facile sarebbe stato comprare i blockbuster, gli eventi mainstream per attrarre il grande pubblico. Matera 2019, invece, ha scommesso sulla produzione di cultura, finanziando, con 5.572.000 euro le produzioni culturali locali, a cui si aggiungono ulteriori 1.511.700 euro di capitali privati intercettati direttamente dai project leader, che hanno generato 27 prodotti originali interamente made in Basilicata.
Non possiamo poi trascurare i finanziamenti privati, circa 3M Euro, da parte delle più grandi società italiane, TIM, Intesa San Paolo, Leonardo, FCA, Enel, Trenitalia, senza dimenticare gli sponsor locali come Calia, Bawer, Amaro Lucano, Di Leo e Saicaf.
Una semina importantissima, un’onda d’urto che ci ha fatto fare passi da gigante, che permette ai nostri produttori culturali, oggi, di partecipare ai tavoli nazionali ed europei dove si disegnano le politiche culturali e si determinano nuovi strumenti di lavoro.
Matera ha vinto una competizione accesa, largamente partecipata. Per la prima volta in Italia c’è stata una vera competizione, le precedenti Capitali europee, Firenze, Bologna e Genova, erano state scelte dal Governo nazionale.
Matera, una piccola città del Sud, e, in questo caso la latitudine conta eccome, che ha trasformato lo svantaggio di partenza in una opportunità, offrendosi come piattaforma per progettare il futuro dell’Europa, attraverso la cittadinanza temporanea, la partecipazione attiva e la co-creazione, per stimolare l’attivismo civico ed un senso di responsabilità condiviso nella costruzione di una società più equa ed inclusiva attraverso la cultura.
Una piccola regione del Sud che ha ribaltato il paradigma, che non chiede, ma che è in grado di offrire spazi di confronto per la costruzione di soluzioni universali, dimostrando che la cultura può cambiare le sorti di un territorio.
La periferia d’Europa ha messo al centro proprio le periferie, da quelle urbane ai piccolissimi comuni della regione, allargando la platea della partecipazione, dando dignità ai margini e dimostrando che la cultura può essere pervasiva e rigenerare spazi e persone.
L’effetto Matera 2019 è visibile anche nel progetto Capitale italiana della cultura, nato proprio nel 2014, con la designazione di Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena nel 2015, stimolato da Matera e dalla Basilicata per evitare che tutte le progettualità e i processi generati dalla competizione per il titolo di Capitale europea andassero perduti.
Cosa rimane post 2019?
Dal 2014 e per gli anni a venire, abbiamo toccato con mano la capacità di riuscire ad organizzarci, ci siamo allenati alla complessità, abbiamo prodotto cultura e abbiamo portato avanti un’azione capillare che, a più livelli, ha creato competenza, ma anche consapevolezza e attivismo. Oggi sono numerose le iniziative che prescindono dal programma della Fondazione Matera Basilicata 2019, a riprova del fatto che, sul territorio, sono rimaste le competenze di artisti, produttori e cittadini che adesso sanno come generare impatti.
Tra i risultati più importanti c’è stato il posizionamento, non solo in termini di attrattività turistica, ma nell’ambito della produzione culturale, perché Matera e la Basilicata si sono riconfermate un luogo di sperimentazione, innovazione, produzione e consumo culturale più consapevole. Ecco perché, negli ultimi dieci anni, questa peculiarità ha fatto in modo che le nostre industrie culturali e creative potessero continuare a fare sperimentazione sul territorio e ad esportare le nostre pratiche facendole diventare metodi per la produzione di cultura, attraverso un processo di replicabilità che è proprio dell’industria.
Queste pratiche, poi, hanno attivato le comunità locali che si sono allenate alla sperimentazione culturale e alla partecipazione, generando fiducia e benessere sui territori.
I titoli di Capitale, europea, dei giovani, capitale italiana della cultura, capitale del libro, capitale dell’arte contemporanea, del volontariato, della sostenibilità, del design, altro non sono che un buon pretesto per stimolare l’emersione di vocazioni culturali e pratiche che, diversamente, forse farebbero più fatica a consolidarsi e a fare sintesi. E’ il sogno, l’ambizione che costringe a trovare obiettivi comuni, a disegnare un piano strategico e le politiche giuste per gli anni a venire.
E se il 2019 fosse ogni anno?
Il 2019 può durare per sempre se guardiamo ad esso in termini di metodo collettivo: basta non guardarsi indietro con nostalgia ma darsi sempre nuovi obiettivi, ricordandoci che il principio di condivisione della conoscenza e delle risorse, insieme al mantra della “cultura aperta”, ci hanno portato a diventare esempio per l’Italia e l’Europa.
Chiudo con un invito a decidere del futuro ritrovando la coesione tra le istituzioni e stimolando nuovamente il protagonismo delle comunità.
Dopo questo primo bilancio, la domanda da farsi, adesso, è: quali latitudini vogliamo esplorare nei prossimi 10 anni?
La fotogallery dell’incontro per i 10 anni di Matera 2019 (foto www.SassiLive.it)