“Non può che far piacere l’iniziativa della Fondazione Tatarella (Bari) con l’appello agli amministratori di Bari ad insediare un comitato operativo per “non perdere” una grande e straordinaria occasione che Bari e la Puglia hanno con Matera Capitale Europea della Cultura. Ma le nostre Fondazioni e i nostri istituti culturali, a parte qualche commento di soddisfazione, cosa fanno? “. E’ quanto sostiene Vittorio Prinzi, già consigliere provinciale e sindaco di Viggiano che aggiunge: “ho sempre creduto che le nostre risorse culturali, storico-monumentali, artistiche e paesaggistiche, in primo luogo quelle di Matera, possono rappresentare il futuro delle nostre comunità e in particolare dei giovani laureati e specializzati, specie rispetto alle attività petrolifere che di posti di lavoro ne danno pochi e a tempo determinato. Nel comparto beni culturali, come ci ricorda l’indagine Excelsior di Unioncamere, ci sono figure con specifici profili professionali che il mercato pubblico-privato ricerca a riprova che è indispensabile riordinare il sistema scuola-università-formazione verso nuovi mestieri e professioni. Anche il Rapporto Svimez risulta particolarmente utile per comprendere le ragioni della forte contraddizione: da una parte al Sud sono cresciute le dotazioni culturali e dall’altra è cresciuta la fuga dei cervelli (150mila laureati). E sempre a proposito di Fondazioni non ce ne vogliano i manager della Fondazione Enrico Mattei se di tanto in tanto li tiriamo in ballo ma – sostiene Prinzi – siamo sempre in attesa di conoscere la strategia che, al di là dell’estemporaneità di iniziative legate a singole manifestazioni per lo più di convegnista, dovrebbe produrre effetti di sviluppo duraturo in Basilicata ed occasioni di occupazione per i nostri giovani laureati. Per sostenere i programmi di Matera 2019 è il caso che oltre alla Fondazione Mattei anche quelle lucane – Sinisgalli, Nitti – le Sovrintendenze Regionali e gli uffici del Mibac che operano sul territorio, gli istituti culturali e della ricerca scientifica, la Biblioteca Nazionale concentrino ogni sforzo su un unico progetto di spessore europeo chiamando a raccolta centri, istituti culturali dei Paesi dell’Ue. In questo progetto – conclude Prinzi – capofila non può che essere l’Unibas con le Facoltà d Matera attraverso un gruppo di lavoro allargato a personalità della cultura internazionale”.