Attraverso il suo profilo facebook Ilaria D’Auria, componente del comitato Matera 2019 intende fare chiarezza sugli effetti che potrà provocare a Matera la conquista dei titolo di capitale europea della cultura 2019.
Ho passato un quarto della mia esistenza a parlare di Capitale europea della cultura e di Matera. Non so quantificare in ore le discussioni con amici e detrattori nei bar e nelle piazze d’Italia e d’Europa; non mi ricordo quanti report ho tradotto, rielaborato, raccontato e quante email sono state inviate ad altrettanti contatti attivati e rilanciati.
So soltanto che non è mai stato abbastanza: gli stereotipi, il falso, le critiche basate sul nulla e gli scoraggiatori di professioni hanno sempre avuto la meglio nell’opinione pubblica.
Sto sentendo molte cose in giro: sale la preoccupazione nel vedere che nonostante la nomina, un progetto visionario e un metodo chiaro ed esplicitato, riemergano atavici luoghi comuni. “Fatta la Capitale, bisogna fare i Capitolini”: visto che la Capitale l’abbiamo fatta “dal basso”, occorrerà allora insegnarci reciprocamente le cose in maniera orizzontale. Partiamo dalle spiegazioni e diffondiamole: ognuno di noi si faccia portavoce del messaggio di speranza che riparte da Matera.
1. Matera 2019 non significa che arriveranno “un botto di soldi per tutti”, almeno non in maniera diretta: il programma culturale con cui abbiamo vinto non è un cartellone di eventi per il 2019 ma va visto come un piano strategico della cultura che punta sul coinvolgimento dei cittadini nei processi artistici e culturali per aumentare e rafforzare competenze, conoscenze e relazioni. C’è un budget, stanziato sulla base di regole chiare e inamovibili: abbiamo vinto anche per questo. Andiamocelo a leggere.
2. Matera 2019 non porterà né la Ferrovia dello Stato, né l’Aeroporto di Pisticci: esiste un piano chiaro sulle infrastrutture, pubblicato nel dossier. L’approccio di fondo è il potenziamento dell’esistente e la trasformazione dell’inutilizzato o dell’interrotto in piste di viabilità alternativa.
3. Matera 2019 non sconfiggerà il clientelismo, l’opportunismo e la corruzione: queste cose verranno meno solo se noi cittadini smetteremo di scambiare il nostro voto con ricatti e richieste di favori e esigeremo dai politici di conoscere per bene le materie di cui trattano e di cui vogliono essere responsabili. Con la nomina abbiamo toccato con mano cosa succede quando la professionalità di una nuova generazione di persone diverse si mette al servizio di una causa più grande: abbiamo le competenze, la visione e la speranza. Non abbiamo più bisogno di barattare le opportunità contro pacche sulle spalle.
4. Matera 2019 non si sovrappone al finanziamento di eventi culturali ordinari: per quello continuano ad esserci i Comuni e la Regione. Esiste un programma culturale, declinato su 5 temi e 70 progetti. Sta a noi collegarci e disegnare delle possibili connessioni progettuali con ciò che è già scritto.
5. Matera 2019 non risolverà la disoccupazione, l’emigrazione giovanile e l’assenza di fiducia nel prossimo: sono processi lenti e pazienti, come quello della candidatura che nel lontano 2008 sembrava a tutti un traguardo irraggiungibile. La Basilicata pero sarà più attrattiva, ed è molto probabile che persone, imprese e idee sceglieranno di venire da noi e investire. Bisogna augurare ai nostri giovani di poter partire per scelta e non per mancanza di opportunità, ma dobbiamo anche augurarci che arriveranno persone diverse, da fuori, con esperienze diverse.
6. Matera 2019 non farà scomparire i rischi ambientali, di speculazione edilizia e l’aumento dei prezzi. Anzi, dovremmo tutelare ancora di più il nostro territorio ed esigere dai commercianti, dagli imprenditori e dai politici che abbiamo scelto di votare che non contribuiscano a fare della Basilicata un parco giochi senza regole e lontano dal nostro animo discreto, umile e previdente. Adesso pero abbiamo una cittadinanza diffusa che ci guarda e che ci ammira, un programma di valori con cui abbiamo vinto e l’onore e l’onere di rappresentare l’Italia in Europa.
Questi sono i primi 6 punti, ma ce ne sarebbero tanti altri. Non è finita la fase della spiegazione: anzi. Oggi, ancora più di ieri è importante stare con le orecchie e gli occhi aperti e farsi portavoce dei fatti veri e non dei miti, per non disperdere e snaturare questo bellissimo traguardo e patrimonio di speranza che ci invidiano da molte parti d’Italia e a breve d’Europa.
Solo la conoscenza reale dei fatti salverà questa nostra fetta di mondo
Egregia Ilaria D’Auria, componente del comitato Matera 2019, il fatto che hai avvertito la necessità di dover smentire una serie di luoghi comuni e di affermare cosa dovrà significare Matera2019, conferma che solo un piccolo e sparuto groppuscolo di persone conosce il dossier e che le lamentele dei consiglieri comunali e dell’intellighenzia materana erano e sono più che fondate.
Ora non meravigliatevi che la città pensi qualcosa di diverso da quello che dite sia scritto nel dossier, ma preoccupatevi di rendere il tutto trasparente affidandolo nelle mani di una governance che non sia la vostra o solo la vostra.
Condivido a pieno le parole di Ilaria D’Auria oltre che le motivazioni che l’hanno spinta a pubblicare questo post mettendoci la faccia. Forse qualcuno non si rende conto che la squadra ha raggiunto un obiettivo sul quale dieci anni fa neanche un pazzo ci avrebbe scommesso, e se quella squadra invece di chiamarsi “Matera 2019” si fosse chiamata “FC Matera”, ed invece che l’obiettivo capitale della cultura avesse raggiunto l’obiettivo serie B, oggi si chiederebbe a gran voce di intitolare P.zza Vittorio Veneto a Colummella e guai a chi osasse polemizzare.
Matera è diventata capitale della cultura, non deve ospitare l’expo, ne le olimpiadi o i mondiali di calcio. I fondi destinati alla sua carica devono essere spesi per eventi culturali, che creino maggiore attrattività, attività culturali che facciano crescere in primis noi cittadini e che diano alla gente un motivo in più per venire qui. Perché diciamocelo, in fin dei conti negli ultimi decenni abbiamo vissuto di rendita “questo è il nostro bel presepe, guardatevelo per un giorno e poi chi si è visto si è visto”
Quello che noi tutti materani ci auguriamo è che l’essere capita della cultura giovi fortemente al tessuto economico e produttivo della città per ricaduta, e che magari qualcuno pensi che potrebbe essere utile e sacrosanto migliorare la rete di infrastrutture, oltre che il decoro della città. Ma come conseguenza, come necessità secondaria ad un fine primario. In città si sente dire “ah, adesso finalmente fanno la ferrovia!” Ma ancora con questa ferrovia? Sembra sia diventato un comune intercalare materano, una specie di filastrocca che periodicamente ritorna ad assillarci.
“Adesso arrivano i soldi!” Si e magari ci danno la carta 2019 con 80 euro ciascuno sopra come premio alla materanità… ma dai.
Da cittadino materano che vive fuori per motivi di lavoro, vorrei complimentarmi con tutti i componenti del comitato Matera 2019 per l’obiettivo centrato. Condivido pienamente il commento di Ilaria D’auria e personalmente aggiungo che “L’emancipazione dei popoli sta nei popoli stessi”! Infatti la scelta della classe dirigente materana è fatta dai materani, salvo poi lamentarsi. Oggi si vivono tempi bui, dove lo spessore di chi fa politica è davvero limitato e facilmente corruttibile. Mi auguro solo che il comitato faccia da garante per la città intera e sappia tenere lontano gli appetiti famelici delle solite lobby che indipendentemente da chi governa, badano solo ai propri interessi. I materani hanno il dovere di controllare e vigilare che tutto avvenga nella massima trasparenza e che la città possa davvero beneficiarne dal punto di vista culturale e turistico.
Grazie a tutti coloro che si sono impegnati solo per lo scopo di vedere Matera raggiungere questo risultato.