Una ricerca sul corpo, sui linguaggi della danza e dell’arte figurativa che ha fatto riaffiorare memorie pittoriche, in un fluire di gesti e figure mai direttamente citati, ma solo accennati, che hanno permesso al pubblico di rivivere attraverso la musica di Bach quel pathos, quelle suggestioni, quella carica emotiva che solo i grandi capolavori dell’arte italiana dal ‘300 al ‘600 sono in grado di trasmettere. “Solo Goldberg Variations” del coreografo e danzatore d’eccellenza Virgilio Sieni portato in scena venerdì a Venosa in Piazza Municipio e domenica in piazza Giovanni Paolo II a Montescaglioso per il Festival “So Far So Close. Esercizi di vicinanza” prodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019, con la collaborazione artistica di Silvia Bottiroli e Cristina Ventrucci.
Si tratta del solo di danza più emblematico del percorso del maestro Sieni- artista pluripremiato, impegnato in esperienze corali, che lo hanno visto tra i protagonisti del programma di Matera Capitale Europea della Cultura nel 2019- e che in questi giorni ha proposto agli spettatori lucani, creando un’atmosfera altamente suggestiva tra luci soffuse, proiezioni di ombre sulle mura di edifici storici, e il ritmo scandito dalle musiche magistralmente suonate dal vivo dal pianista Andrea Rebaudengo. “Lo spettacolo Solo Goldberg nasce più di 20 anni fa – racconta il maestro – si sviluppa attraverso 30 variazioni e due aree, in tutto 32 brani ognuno associato a opere d’arte del Rinascimento. Opere che narrano di sospensione, di sostegno, di compassione, di pietà, di deposizione, tutto un atlante che si rivolge al dolore degli altri, e che per me significa tutte le volte pormi di fronte alle urgenze delle umanità. Il povero corpo, il corpo di tutti, che tutte le volte si deve applicare per andare incontro agli altri, includerli, abbracciarli”. Portare in scena il Solo Goldberg, “è sempre una prova estremamente complessa- prosegue Sieni – È come mettermi alla prova, perché è estremamente faticoso. Quando l’ho creato 20 anni fa, abitavo il mio corpo in un’altra maniera, adesso ho dovuto escogitare altre forme di narrazione. Quindi questa elaborazione delle tecniche, il virtuosismo, queste strategie per dare il meglio di se stessi, sono uno dei temi del lavoro, che mostra anche come l’uomo ha la possibilità, la capacità, in ogni istante, in ogni momento di cambiare”. Uno spettacolo che ha ancora una volta messo in luce l’abilità, la tecnica impeccabile del maestro e soprattutto il suo carisma, riuscendo a coinvolgere sul palco alcuni spettatori in un esercizio di vicinanza al tempo del distanziamento sociale, ricreando tra le altre, l’immagine della Pietà di Michelangelo.
“Ritorniamo a fare cultura dopo la chiusura del lockdown sotto l’egida di Matera 2019, che ringraziamo per questo dono fatto alla nostra comunità – ha sottolineato il sindaco di Venosa, Marianna Iovanni -. Con la candidatura di Venosa a Capitale Italiana della Cultura 2022 abbiamo voluto raccogliere l’esempio di Matera 2019 per fare in modo che la Basilicata tutta non vada disperdendo quello che è stato costruito lo scorso anno, ma possa portarlo avanti in maniera sinergica”.
“Attraverso questo festival che siamo felici di ospitare anche nella nostra comunità – ha spiegato Francesca Fortunato, Assessore alla cultura del Comune di Montescaglioso -, Matera 2019 sta fungendo da modello nell’organizzazione, gestione e allestimento degli eventi dal vivo in questa fase infrapandemica; un modello che vogliamo seguire come esempio per la programmazione dei nostri futuri appuntamenti, avviati in forma ridotta durante l’estate”.