Un rito collettivo che attraverso la sinuosità del gesto si interroga sulla complessa relazione tra l’ uomo e la natura oppure come in una dolce lotta permette di addentrarsi nei ricordi, scoprendo, attraverso il rapporto con oggetti cari e dimenticati, la parte più intima di sé. Sono le armoniche pratiche di vicinanza ideate dal grande coreografo e danzatore Virgilio Sieni per il Festival di arti performative “So Far So Close. Esercizi di vicinanza” prodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019, con la collaborazione artistica di Silvia Bottiroli e Cristina Ventrucci, portate in scena nella città dei Sassi in due serate, giovedì 24 e sabato 26 settembre. Nel primo lavoro “La tattilità delle chiome” presentato nel giardino di Casino Padula, nel Rione Agna, la performance ha preso forma intorno alla chioma di un albero dove i performers hanno costruito sequenze di movimento, utilizzando il proprio corpo come strumento di conoscenza e relazione con la pianta. Pratiche che invitano ad assumere una nuova postura chiedendo all’albero il dono di abilità e di virtù capaci di indicare nuovi modi di abitare lo spazio. “La tattilità delle chiome – spiega il maestro Sieni- è un lavoro che si concentra sulla relazione dell’uomo con la natura. Tutta l’esperienza con i cittadini ha ruotato intorno alla chioma di un gelso, preso come tramite ma anche mediatore di cura della distanza. Si tratta di sofisticare, addolcire, sensibilizzare il gesto rispetto anche alle traiettorie che la chioma che ci indica. Mettersi in ascolto degli alberi, della natura è in questo momento uno dei temi fondamentali del mio lavoro”.
Sabato sera in Piazza Montegrappa nel borgo La Martella, che ha riaccolto con emozione il coreografo ospitato lo scorso anno nell’ambito del programma di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, è stata presentata la seconda performance “Dolce lotta. La Martella #Ballo 1952”. Un lavoro di creazione incentrato sul senso della memoria in relazione alla pratica del gesto. Un percorso esperienziale ed emozionale che ha visto il coinvolgimento dei cittadini, molti dei quali provenienti dal borgo La Martella, chiamati a portare con loro un oggetto di affezione, caro, dimenticato. “Attraverso questo oggetto – racconta il maestro – abbiamo dato vita a un rito fisico e gestuale in cui ogni azione coreografica singola è stata collegata all’altra, fino a comporre una coreografia rituale che ha fatto emergere il concetto di relazione sia con gli oggetti che con il proprio corpo”. Con questo lavoro, aggiunge il coreografo “abbiamo continuato un percorso iniziato lo scorso anno. Abbiamo fatto una cosa semplice ma al tempo stesso molto complessa, durata pochi giorni. Ho invitato i cittadini a portare degli oggetti cari e io stesso ho utilizzato un mattone antico de La Martella, che avevo fatto mettere da parte lo scorso anno durante i laboratori di Matera 2019. È un oggetto per me molto bello oltre ad avere una storia. Tutti questi oggetti rappresentano il vissuto, per cui l’idea che ha animato il lavoro, era quella di stare intorno all’oggetto che ha fatto parte della nostra esistenza”.
Entrambi i lavori sono stati il risultato di laboratori aperti a tutti i cittadini e curati dal maestro Virgilio Sieni nelle due aree periferiche di Matera. Percorsi che hanno fatto emergere la volontà dei partecipanti di mettersi in gioco, di partecipare, di accettare sfide e provocazioni. “I cittadini che partecipano ai laboratori immediatamente esprimono con la loro presenza un desiderio di esserci – sottolinea il coreografo- La proposta nasconde sempre elementi di una certa meravigliosa complessità e quindi il cittadino reagisce bene nel momento in cui riesce a comprenderne il significato. La cosa più importante da annotare – aggiunge – è che i partecipanti vanno a comporre giorno dopo giorno una piccola comunità che si conosce ed insieme sorreggono il lavoro con forza, grazie alla loro capacità di interloquire.” Gli spettacoli hanno profondamente colpito il pubblico che ha salutato con lunghi applausi il ritorno del danzatore in Basilicata. “Una terra dalle risorse inestimabili dalle quali attingere per imparare tutte le strategie più sofisticate e più sottili per abitare il mondo – dice – Basta percorrere questi luoghi o semplicemente camminare in questi spazi per avvertirlo. Dopo l’esperienza dello scorso anno, ho preso casa nel borgo La Martella, un luogo che amo, perché camminando tra quelle case è come se ritrovassi delle misure, un modo di stare in piedi.”
Il prossimo 11 ottobre il maestro Sieni e i cittadini di Matera coinvolti nel percorso di “Dolce lotta” porteranno la creazione andata in scena nella città dei Sassi al “Talos Festival” di Ruvo di Puglia.