Matera 2019, Nino Sangerardi: “Quel degrado nel vicolo che porta a Casa Ortega”. Di seguito la nota integrale.
Causa lavori il sentiero piccolo che sbuca nei pressi di Casa Ortega,dentro il Rione Sasso Barisano, non è praticabile. L’alternativa è percorrere via Madonna delle Virtù,fare gradoni di un’antica scalinata e dunque imbattersi nel piccolo cartello su cui è vergato in rosso “Casa Ortega”.
Ecco un saliscendi non curato, pieno di erbacce e materiale di scarto, muri sbrecciati e imbrattati dai soliti bulli ignoti del pomeriggio tardi, che costeggia l’albergo diffuso Sexantio-Le Grotte della civita (19 stanze in concessione demaniale gestite da Margareta Berg, tedesca di origine polacca e Daniele Elow Kihlgren italo-norvegese riconducibile a una delle famiglie più ricche di Norvegia, settore cementifici) e muore sotto un’altra rampa di scale malridotta che termina dinanzi alla porta dell’abitazione dell’artista spagnolo: ex fortilizio longobardo situato in una posizione dominante e di grande suggestione panoramica, accoglie venti bassorilievi policromi che il pittore realizzò a Matera nel 1975. Tra i pregevoli manufatti che incorniciano le opere di Ortega svolgono un ruolo importante le produzioni in ceramica di Peppino Mitarotonda stretto collaboratore del maestro spagnolo.
Ci si chiede: normale che nella denominata capitale europea della cultura per visitare l’interessante testimonianza urbana nonchè memoria storico-culturale di Casa Ortega si deve transitare lungo un viottolo e relative adiacenze degradati?
E quindi lo spettacolo triste che si potrebbe ammirare tramite i cosiddetti “occhialini del temponauta”, al prezzo di 3 euro, inventati dal comparto turistico dei vertici della Fondazione Matera-Basilicata 2019 per promuovere il concetto di cittadino temporaneo “ovvero—spiega Paolo Verri, direttore generale e manager amministrativo finanziario della medesima Fondazione, piemontese, si autodefinisce un cultural urban planner, retribuzione lorda annuale 98.023,38 euro più 19.604,67 euro di premio di risultato—di un turista che non si ferma ad osservare passivamente la straordinaria bellezza della città, ma vive e respira questi luoghi,magari anche producendo per sé e per gli altri”.
Di seguito le foto che illustrano il camminamento, gli spazi preda dell’incuria di questa zona dei Rioni Sassi, patrimonio Unesco dal 1993, la cui destinazione è il palazzo del pittore e scultore Josè Garcia Ortega.