Giovanni Schiuma, Direttore dell’Innovation Insights Hub, University of the Arts London e Professore di Gestione dell’Innovazione presso l’Universita’ della Basilicata in una nota commenta la vittoria di Matera nella competizione per il titolo di capitale europea della cultura nel 2019 e dichiara: “Ora la sfida è trasformare Matera nel centro di una Creative Valley”:
Il professore Giovanni Schiuma, direttore dell’Innovation Insight Hub a Londra e docente di Gestione dell’Innovazione presso la Facolta’ di Economia Aziendale dell’Universita’ della Basilicata, è convinto che Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, possa diventare una “creative valley”. Ma, avverte, “al Sud serve una visione di lungo periodo e la capacità di trasformarla in azione”. Se gli Usa hanno la loro Silicon Valley, noi possiamo fare di Matera una Creative Valley”. Ma occorre leadership intelligente, competenze internazionali e capacita’ di gestione. Occorre essere consapevoli che il problema di fondo è lo stesso per tutto il Sud: costruire una nuova cultura per l’innovazione e la crescita economica.
Materano doc ma attualmente residente per lavoro a Londra dove si occupa di cultura ed innovazione, è in una posizione privilegiata per commentare la scelta della Commissione europea di nominare la “città dei sassi” Capitale della Cultura 2019, preferendola ad altre candidature eccellenti tra cui Siena e Lecce. Una scelta che non ha mancato di suscitare plausi ma anche polemiche. In particolare alcuni hanno sottolineato l’arretratezza della cittadina lucana, che per esempio è l’unico capoluogo italiano tagliato fuori dalla rete delle Ferrovie dello Stato (una stazione ferroviaria c’è, ma abbandonata tra le sterpaglie). E che è un luogo certamente non ricco, immerso in un Meridione ancora in cerca di rivalsa economica.
La scelta della commissione va nella direzione di attivare una crescita culturale del Mezzoggiorno. I commissari hanno riconosciuto le potenzialità che ha Matera per diventare un centro di sviluppo del Meridione basandosi principalmente su tre elementi. Innanzitutto la storia. Secondo vari storici è la seconda città più antica al mondo dopo Gerico. Ha un enorme spessore storico e una stratificazione culturale che si manifesta in una sorta di magia della città: la sua atmosfera è in grado di catturare la testa ma soprattutto il cuore. Secondo punto: Matera ha rappresentato per il Sud un simbolo di povertà. Basti pensare al modo in cui è stata immortalata in “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. La scelta della commissione e’ stata certamente influenzata da questo fondamentale elemento. Come hanno certamente tenuto conto di una terza caratteristica della città: è un laboratorio creativo e culturale a cielo aperto. In particolare i sassi di Matera lo sono già e possono diventarlo ulteriormente.
La conformazione urbana a labirinto e ramificata dei Sassi ben si presta a creare un laboratorio a cielo aperto: strutture per artisti, ricercatori e industrie creative. Si potrebbero attirare a Matera talenti e artisti da tutto il mondo. Un po’ come la Silicon Valley, che attira talenti tecnologici internazionali, voi vogliamo ‘sedurre’ i creativi, diventando laCreative Valley. Attualmente così non è, le potenzialità sono inespresse.
La cultura puo’ essere un motore per lo sviluppo locale. Puo’ tradursi ininnovazione da un lato nella capacità di usare le risorse culturali presenti: i sassi, i beni culturali e artistici presenti a Matera, in Basilicata e nel territorio murgiano allargato. Dall’altro nell’utilizzare i sassi come luoghi fisici dove poter attivare nuove imprese nel settore della cultura e della creatività. Settori che in questo momento stanno guidando le dinamiche di crescita di molti Paesi dell’Unione europea: penso al Nord Europa e al Regno Unito. E quando dico cultura intendo le industrie creative e anche l’ICT, ‘letto’ per esempio come produzione di software per videogames o industria di produzione dei film, e l’economia dei servizi. Tutto ciò che viaggia sulla Rete, insomma: tecnologia e contenuti.
Il dossier presentato alla UE dal comitato di candidatura e’ certamente articolato e ben fatto, ma molto probabilmente non e’ stato questo l’elemento differenziante: anche altri erano ben fatti. In realtà questo documento ha come elemento di forza, non solo il ricco portfolio di manifestazione ed eventi, ma lo slogan “Open Future” che contiene una visione di sviluppo. Questo e’ un alto elemento importante: il concetto di futuro e soprattutto del futuro dei giovani e’ una questione di fondamentale importanza. In Basilicata è molto forte il processo di emigrazione, soprattutto tra i materani. L’idea è creare un humus culturale e creativo che possa trattenere qui i nostri giovani ma ancor più attivare una circolazione di cervelli: persone che emigrano all’estero e poi tornano. Proprio il concetto di Open Future: trasformare questa visione in azione. La città non deve essere un circo a cielo aperto. Il rischio è usare fondi per costruire eventi fini a se stessi, che non sono in grado di creare nel lungo periodo le condizioni per lo sviluppo locale. Se così fosse, avremmo soltanto un’impennata dei prezzi delle strutture locali, la moltiplicazione di attività di ricreative, un maggior afflusso di turismo “del week-end” ma non imprese creative vere. È questa la vera sfida e per superarla occorre un salto di mentalità, oltre a persone che abbiamo capacità e competenze per realizzare il processo.
Matera è già stata protagonista di un miracolo economico quando è stata alla guida del distretto del mobile imbottito, in pratica i divani. Parlo di aziende come Natuzziche negli anni passati hanno generato una grande ricchezza per il territorio in un triangolo murgiano di Matera-Sant’Eremo-Altamura. A differenza di altri investimenti al Sud, è stato un esempio di sviluppo endogeno e sostenuto, scaturito da un’idea innovativa, la produzione di mobili in pelle. Questo sistema industriale ha retto in modo autonomo fino al 2003/2004, poi è arrivata la concorrenza dalla Cina e il distretto è andato incontro a un declino. Ma dobbiamo e possiamo ritentare, puntando su cultura e innovazione.
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