Franco Vespe ha inviato alla nostra redazione “ulteriori riflessioni che commentano anche alcune uscite…infelici di membri del Comitato Matera 2019. Di seguito la nota integrale.
Pochi giorni prima della proclamazione di Matera Capitale della cultura 2019 (Mt-2019) il prof. Giovanni Caserta concesse una intervista su RAI 3. In questa intervista parlò della grande illusione di credere che la cultura possa essere l’esclusiva fonte economica per la nostra città. Il timore di Caserta è condivisibile se si fa l’erronea equazione che la valorizzazione della cultura abbia degli impatti solo nel settore turistico. Pensare che un futuro per Matera, possa essere garantita solo dalla carta turistica si fa un errore gravissimo di sopravvalutazione. Firenze ha per esempio una tradizione industriale altrettanto superba, così come Venezia che ha in Mestre il suo alter ego industriale e commerciale. Se invece la cultura la si intende come un grande processo di arricchimento e trasformazione dinamica del patrimonio immateriale di un popolo tesa ad affinare ed umanizzare i comportamenti ed i sentimenti delle singole persone che ne fanno parte; se essa rafforza la percezione e l’orgoglio dei cittadini di essere parte di uno stesso destino; allora Caserta ha torto! Anzi no…..! Ha torto marcio invece l’arroganza “saputella” di Ilaria D’Auria quando raffredda le grandi aspettative che si sono create intorno a Mt-2019! Alla fine è dato di capire dalle sue parole che non ci saranno risorse per tutti, che non si allevierà il dramma della disoccupazione, che non ci sarà ribellione alle pratiche clientelari, non si metterà mano alla riconfigurazione delle infrastrutture terribilmente carenti per la nostra città. Puntare sulla cultura significa prima di tutto scommettere sul cambiamento e affinamento delle mentalità delle persone, sulla conversione dei cuori praticando la pedagogia del “bello”. Se Mt-2019 non avvierà nessuna “rivoluzione” etica, culturale ed “estetica” del popolo, (il minimalismo della D’Auria non la contempla) la si condanna al fallimento ancor prima di iniziare! E che dire di Adduce che, di ritorno da Roma dopo la proclamazione, invece di mescolare la sua gioia con quella dei cittadini per festeggiare il successo, si abbandona in un abbraccio mortale con Muscaridola, il “mattonaro” segretario cittadino del PD, facendosi intruppare in una riunione ristretta di partito che aveva come unico scopo quello di mettere rozzamente il cappello del PD su Mt-2019. Ma non divaghiamo e torniamo a Caserta. Per tutti questi motivi, con Mt-2019 la nostra titolata città, dovrà porre al centro della sua attenzione una buona volta la definizione una strategia per la sua diversificazione economica. Essere Capitale della Cultura significa non solo disegnare una strategia per lo sviluppo del turismo culturale; ma investire anche il settore industriale, agricolo e commerciale. Da questo punto di vista Matera ha perso gloriose tradizioni industriali per incuria, disattenzioni colpevoli, per inseguire la monocultura del mattone. La Ricerca e Sviluppo per esempio è componente fondamentale della sfera culturale ed investe tutti i settori produttivi. La realtà di imprese Hi-Tech che sono cresciute all’ombra del Centro di Geodesia Spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) è stata completamente ignorata ahimè! Certamente l’ASI ha dato molto di più alla città dell’UNIBAS la cui rettrice è stata fatta salire indebitamente sul palco dei vincitori proprio nell’anno in cui corsi di Ingegneria civile ed ambientale a Matera sono stati melanconicamente chiusi! Avrei voluto invece sul palco la presenza dell’ASI (ma c’è stata una obiettiva latitanza anche da parte di essa!) Gli investimenti ASI in questi 30 anni e passa sono stati di qualche centinaia di milioni, hanno creato circa 150 posti di lavoro e un tessuto di PMI sul territorio in grado di lavorare nel settore spaziale che cuba ormai circa 300 posti di lavoro. Anzi tutto questo avrebbe avuto numeri ben più impegnativi se non si fosse proceduto con il freno a mano tirato. Intorno a centri di questo genere che sviluppano ricerca e tecnologie spaziali e/o militari è quasi naturale che intorno ad essi si formino poli o distretti HI-TECH. E’ il caso del centro JPL/NASA di Pasadena in California (Silicon Valley), Tolosa in Francia (15.000 occupati circa) per non parlare di Bangalore in India dove si sono create le convenienze territoriali (primo fra tutti il capitale umano!) per calamitare cospicui investimenti delle multinazionali Hi-Tech. Le missioni europee GALILEO e COPERNICUS, la missione nazionale COSMO-SKY-MED, con HORIZON-2020 ed ora Mt-2019, insieme ad una maggiore attenzione da parte dei poteri locali, potrebbero rappresentare una ulteriore irripetibile opportunità per far decollare questo polo Hi-Tech. Peccato che i (pochi) redattori del dossier Mt-2019 abbiano totalmente ignorato questa opportunità. Eppure queste cose le scriviamo da anni! Trascurato come trascurati tanti altri aspetti storico-culturali della nostra città. Cosa dire per esempio della religiosità e della sua suggestiva iconografia sacra importata del monachesimo basiliano bizantino approdato nella nostra città intorno all’anno mille.
Allora la proposta è quella di avviare a livello cittadino un lavoro di arricchimento del dossier, francamente lacunoso dal punto di vista storico-culturale, intorno al quale chiamare a contribuire quei tanti segmenti intelligenti della nostra città ignorati fino ad oggi, al fine di integrare i progetti proposti. Prossimamente per questo seguirà un’auto-convocazione cittadina!!
Franco Vespe
Intervento di Giovanni Caserta
Ti ringrazio, Franco, per la puntualizzazione. La cultura (scuola, università, teatro, Asi…) non può e non sa autofinanziarsi, come non possono autofinanziarsi gli ospedali. La cultura rende la vita più bella, anche se non sempre più umana. Spesso i cosiddetti uomini di cultura si fanno arroganti, “voce del padrone”, penne vendute. Le signore che, a RAI 3, hanno parlato dopo di me e hanno sostenuto che la cultura fa economia e reddito, sono stipendiate e godono, per le loro attività, di cospicui contributi regionali (soldi miei e tuoi). Sono con Asor Rosa, che dice che la cultura appartiene alla sfera dell’edonismo o del superfluo. Manzoni diceva: prima le banche, poi la letteratura. Con ciò non voglio dire che qualcuno non trovi anche lavoro. Ma quanto costa, in denaro pubblico, il posto di lavoro di un addetto del teatro o del Museo o di un insegante? Gli effetti benefici della cultura vanno visti in altra ottica, cioè come livello generale di intelligenza e, quindi, possibilità di ricerca, invenzioni, scoperte e creatività. E civiltà. Anche sul turismo va fatto un discorso serio. E tu lo fai. Niente è più provvisorio e saltuario del turismo. E poi, quanto costa, in denaro pubblico, un turista che viene in Basilicata? E’ uno dei costi più alti che si abbiano in Italia. Qualcuno mi dice: “Se togli il 2019, che resta? C’è il niente!”. Il problema è proprio quel “niente”.E’ su questo che bisogna riflettere e lavorare.