Presentato nella sala giunta del Comune di Matera il programma di celebrazioni per i cento anni della scomparsa di Giovanni Pascoli. L’evento più atteso è sicuramente quello in programma sabato 14 aprile 2012 nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi. Alla conferenza stampa hanno preso parte i rappresentanti di tutti gli enti che fanno parte del Comitato per le celebrazioni del centenario di Giovanni Pascoli. Riportiamo di seguito i particolari del progetto “Pascoli a Matera”, le strutture e le associazioni coinvolge e il programma completo delle celebrazioni per il centenario della morte di Giovanni Pascoli.
Il progetto “Pascoli e Matera”
Al di là del sicuro rilievo nazionale del Pascoli, commemorarlo a Matera significa ripercorrerne i densi rapporti con la cultura della città che ospitò il poeta imberbe durante il biennio 1882-1884.
Proprio a Matera ha inizio il primo vero distacco dal nido familiare, dal «par d’angioletti» che avevano incoraggiato i suoi studi, «empito» le sue veglie e «alleggiato» i suoi affanni. Una condizione da lui sentita come esiliare e coercitiva, ufficialmente decretata il 21 settembre 1882 dall’allora Ministro della Pubblica Istruzione, Guido Baccelli, che lo destina professore di latino e greco al Liceo materano Emanuele Duni. Scriverà così alle «care sorelline»: «sono stato nominato non al Ginnasio, ma al Liceo, il che è bene, molto bene – ma non a Teramo, invece a Matera in Basilicata, il che è molto, molto male. Sarò lontanissimo da voi. Sapete dov’è Matera? Guardate nella suola dello stivale tra il tacco e la scarpa, in mezzo tra la Calabra e la Puglia […]».
Il progetto, nella sua sostanziale unità, si articola in segmenti tra loro differenti per tematiche affrontate, ma, convergenti nello studiare la relazione tra Pascoli e Matera.
LE STRUTTURE COINVOLTE
Le strutture coinvolte nell’intero Progetto saranno:
1. Amministrazione Comunale di Matera
2. Soprintendenza ai Beni artistici, storici ed etnoantropologici della Basilicata
3. Liceo ginnasio “E. Duni”
4. Archivio Comunale
5. Archivio Di Stato dove è custodito il Fondo Gattini.
6. Museo Ridola
7. CCIAA della Provincia di Matera
8. Amministrazione Provinciale di Matera
9. Amministrazione Comunale di Viggiano
10. UNITEP
11. Fondazione Zetema
12. Universita’ degli Studi della Basilicata
13. Il Conservatorio di Musica “ E. R. Duni”
I segmenti del progetto “Pascoli a Matera”
1) Un segmento è rappresentato da un lavoro di ricerca che verterà soprattutto sull’analisi dettagliata dei rapporti che il Pascoli ebbe con l’intera comunità materana, attraverso l’eventuale reperimento di documenti autografi in grado di testimoniare l’interazione del poeta con la società lucana.
Gli obiettivi di ricerca saranno:
• L’individuazione del complesso rapporto tra il Pascoli studioso e la città di Matera di quell’epoca, i contatti con alcuni dei suoi personaggi a partire da quello, forse, mancato con il consigliere comunale, medico, politico e archeologo italiano Domenico Ridola che già nel 1883, quando Pascoli, sistemando la biblioteca, lamentava la mancanza di nuovi libri, stava pubblicando dei lavori d’interpretazione dei grafiti presenti nella grotta dei pipistrelli che aveva già portato alla luce dieci anni prima;
• Grande rilievo verrà dato al Pascoli professore attraverso l’analisi della prima esperienza didattica del poeta neolaureato – diventato proprio presso il Liceo Duni di Matera professore liceale di latino e greco – con lo studio e la trascrizione degli appunti preparatori alle lezioni tenute nel biennio 1882-1884 (testimoni autografi in questione sono oggi custoditi presso L’Archivio di Castelvecchio).
• L’attenzione sarà poi focalizzata sul Pascoli studioso con il tentativo di ricostruire il materiale bibliografico presente nella biblioteca comunale – allora annessa al Convitto Nazionale dove era il Liceo Duni. Una biblioteca sistemata appunto in quegli anni dal giovane poeta grazie ad un incarico comunale (cfr. delibera autografa custodita nell’Archivio comunale), composta soprattutto da testi di Patristica, di Scolastica e di Saggistica dantesca sulla quale il Pascoli esegeta giocherà in futuro tutte le sue carte.
Il risultato finale della ricerca costituirà un nuovo significativo tassello di conoscenza che arricchirà il già fertile settore degli studi pascoliani.
Il Responsabile scientifico della ricerca è la Prof.ssa Carla Pisani ricercatrice e docente del Dipartimento di Studi Letterari e Filologici dell’Università degli Studi della Basilicata coadiuvata dalla prof.ssa Irene Sandri del Liceo DUNI, e dalla dottoressa di ricerca Maura Locantore. All’equipe di ricerca parteciperanno, inoltre, gli uffici comunali e rappresentanti delle strutture interessate.
2) L’ altro segmento del Progetto verterà sulla realizzazione di un testo teatrale su Pascoli, ideato con gli studenti delle scuole medie superiori di secondo grado (Liceo “E. Duni” e Liceo Scientifico) guidati dalla prof. Rosalba Demetrio.
Il testo ripercorrerà gli anni giovanili e quelli dell’impegno politico (1873-1882): la sua adesione alle idee socialiste ed al contempo il coinvolgimento nelle agitazioni che seguirono la condanna a morte dell’anarchico che attentò alla vita del re Umberto I° e la conseguente stesura del celeberrimo Inno a Passannante, lirica della quale purtroppo oggi non ci restano che gli ultimi versi: «Con la berretta del cuoco/faremo una bandiera!» e che, a seguito di una pubblica declamazione, costò al Poeta la reclusione in carcere per circa cento giorni e che probamente fu distrutta dallo stesso Pascoli, “ravvedutosi” in età matura.
3) Un ulteriore segmento ricostruirà la vicenda umana del Pascoli e la sua permanenza a Matera (1882-1884) dove spendeva in vitto e alloggio tutto quanto guadagnava con lo stipendio di professore. E così per arrotondare, alla fine dell’anno scolastico, decise di fare il commissario di Stato a Viggiano in provincia di Potenza. Quel viaggio il poeta lo descrive “terribile”, servendosi della ferrovia Potenza-Taranto da poco aperta. Eppure il paese ai piedi del Santuario non gli dispiacque affatto. Probabilmente respirava le stesse atmosfere del borgo natio. E ancora, la vicinanza con l’antica Grumentum e in lontananza il massiccio del Pollino. Da Viggiano, Pascoli scrisse al Carducci affinché si adoperasse in difesa del paese lucano, perché al locale Liceo fossero destinati due professori. Temi questi svolti dall’UNITEP e dal testo prof. GIOVANNI CASERTA, Giovanni Pascoli a Matera (1882-1884) “Lettere dall’Affrica”, Osanna Edizioni 2005, Venosa (PZ).
4) Il Progetto prevede anche l’esecuzione di un Concerto a cura del conservatorio “E.R. Duni” che proporrà suoni di fine ottocento e d’oggi. Musiche su parole e suggestioni pascoliane quali: l’esecuzione tra gli altri de ‘Il sogno di Rosetta’ di Carlo Alfredo Mussinelli, opera composta su libretto di Giovanni Pascoli, rappresentato per la prima volta nel 1901 a Barga, Lucca e La Spezia. Lettura di ITALY di Giovanni Pascoli – Musica di Gianmaria Testa (voce e chitarre) Istituto Internazionale per l’Opera e la Poesia e Unesco – “Giovanni Pascoli, cent’anni dopo”.
5) La Fondazione Zetema percorrerà la vita e le opere dei due allievi materani che non solo hanno conservato l’eredità del poeta, ma con i quali il Poeta stesso aveva stabilito una sorta di affinità elettiva, peraltro testimoniata dal rapporto epistolare del quale abbiamo testimonianza, laddove il Poeta chiamava affettuosamente il suo allievo “Fiorellino”. Una mostra omaggio degli artisti italiani a Pascoli.
6) La CCIAA approfondirà all’interno del Centro internazionale per gli studi e la cultura della dieta mediterranea il documentario “Basilicata: gente e cucina d’un luogo altrove” promosso dalla CCIAA di Matera, con la regia di Umberto Montano e Mario Raele. L’alimentazione di Giovanni Pascoli che, nonostante, soffrisse per le sue condizioni di vita aumentò di peso come confiderà in una lettera alle sorelle.
7) Il Comune di Matera, d’intesa con l’amministrazione comunale di Viggiano, pubblicherà un avviso pubblico per la realizzazione di due busti da collocare nelle due città in memoria del poeta.
Il Comune di Matera d’intesa con il Comune di Bologna presenteranno, in settembre, anche a Matera la mostra contenente una settantina fra lettere, prime edizioni, autografi, giornali e riviste, documenti d’archivio, fotografie, ecc. su: Gli anni giovanili e l’impegno politico (1873-1882); Matera a Pisa passando per Bologna (1882-1904); Il ritorno a Bologna (1906-1912).
L’interesse di tale iniziativa, che si realizza nella felice collaborazione con gli Enti territoriali e in immediato accordo e sinergia con gli amministratori locali, trova ulteriore conferma nella candidatura della città dei Sassi a Capitale europea della Cultura nel 2019.
Programma celebrazioni per il centenario di Giovanni Pascoli
Venerdì 13 aprile
Aula Magna Liceo Classico Emanuele Duni
ore 11.30
Patrizia Valduga , Elio Bergantino, Antonio Calbi
conversano con gli studenti su Giovanni Pascoli
Casa Cava
ore 18.00 (primo spettacolo), ore 21 (secondo spettacolo)
Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese…
di Aldo Nove
regia di Renzo Martinelli
con Federica Fracassi
Sabato 14, Matera, Palazzo Lanfranchi, Sala Levi, ore 10.00.
Celebrazioni per il centenario di Giovanni Pascoli.
Con la partecipazione del Presidente del Senato Renato Schifani, inaugurazione delle Celebrazioni del Centenario del poeta Giovanni Pascoli che iniziò la sua carriera d’insegnante presso il Liceo Ginnasio di Matera, con sede a Palazzo Lanfranchi, dal 1882 al 1884.
Aula Magna Liceo Scientifico Dante Alighieri
ore 11.30
Aldo Nove, Federica Fracassi, Antonio Calbi
conversano con gli studenti sul tema del lavoro e sul testo interviste di Aldo Nove – Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese…
Palazzo Lanfranchi
Nell’ambito della presentazione del nuovo allestimento del museo
ore 19.00
Aldo Nove legge brani del suo poema Maria
ore 19.30
Carla Chiarelli interpreta poesie di Alda Merini
Casa Cava
ore 21.00
Corsia degli incurabili, di Patrizia Valduga
regia di Valter Malosti con Federica Fracassi
Domenica 15 aprile
Piazza Pascoli – spazio antistante Chiesa Madonna del Carmine
dalle ore 11.00 alle ore 13.30
Matera Poesia
I cittadini di Matera omaggiano la poesia leggendo liriche a loro scelta.
In apertura Salvatore Adduce, sindaco di Matera, Vincenzo Viti, assessore alla cultura della Regione Basilicata, Franco Stella, presidente della Provincia di Matera, Angelo Tortorelli Presidente Camera di Commercio, Elio Bergantino Aldo Nove, Federica Fracassi, , Antonio Calbi, Roberto Cifarelli, Francesca Lisbona, Anthony Majanlahti, Giovanni Moliterni, Silvia Padula, Marta Ragozzino, Vincenzo Santochirico, Hermes Teatro Laboratorio, Talia Teatro, Sipario, Iac, Massimo Lanzetta, Skené, Raffaello De Ruggeri, Rosalba Demetrio, Cinzia Moliterni ….In chiusura Carla Chiarelli interpreta liriche di Alfonso Guida, poeta di San Mauro Forte.
L’evento sarà trasmesso in diretta streaming anche su www.SassiLive.it dalle ore 11 alle ore 13.30, nello spazio antistante la Chiesa Madonna del Carmine.
Sarà sufficiente collegarsi sul nostro sito www.SassiLive.it oppure sul sito del Comune di Matera (www.comune.mt.it) o al sito di Matera 2019 (www.matera-basilicata2019.it).
L’iniziativa si inserisce nel percorso di partecipazione alla candidatura avviato con l’incontro svoltosi a Casa Cava del 30 gennaio scorso, e che continuerà nelle prossime settimane con un forte coinvolgimento dei giovani delle scuole e di tutti i comuni della Basilicata.
Tutti i cittadini di Matera sono invitati a partecipare, segnalando al numero 0835.331812 il titolo della poesia e l’autore scelto, entro le ore 12 di sabato 14 aprile.
Tutti i cittadini di Matera sono invitati a partecipare, segnalando al numero 0835.331812 il titolo della poesia e l’autore scelto, entro le ore 12 di sabato 14 aprile.)
La fotogallery della presentazione ufficiale del progetto Pascoli a Matera
GIOVANNI PASCOLI
Da “ Myricae “ – Sez.” L’ultima passeggiata “
III – Galline
Al cader delle foglie, alla massaia
non piange il vecchio cor, come a noi grami :
chè d’arguti galletti ha piena l’aia;
e spessi nella pace del mattino
delle utili galline ode i richiami :
zeppo, il granaio; il vin canta nel tino.
Cantano a sera intorno a lei stornelli
le fiorenti ragazze occhi pensosi,
mentre il granturco sfogliano, e i monelli
ruzzano nei cartocci strepitosi.
IV – Lavandare
Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un aratro senza buoi che pare
dimenticato, tra il vapor leggero.
E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare
con tonfi spessi e lunghe cantilene :
Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese!
quando partisti, come son rimasta!
come l’aratro in mezzo alla maggese.
VI – La via ferrata
Tra gli argini su cui mucche tranquilla-
mente pascono, bruna si difila
la via ferrata che lontano brilla;
e nel cielo di perla dritti, uguali,
con loro trama delle aeree fila
digradano in fuggente ordine i pali.
Qual di gemiti e d’ululi rombando
cresce e dilegua femminil lamento?
I fili di metallo a quando a quando
squillano, immensa arpa sonora, al vento.
XII – In capannello
Cigola il lungo e tremulo cancello
e la via sbarra : ritte allo steccato
cianciano le comari in capannello :
parlan d’uno ch’è un altro scrivo scrivo;
del vin che costa un occhio, e ce n’è stato;
del governo; di questo mal cattivo;
del piccino; del grande ch’è sui venti;
del maiale, che mangia e non ingrassa –
Nero avanti a quelli occhi indifferenti
Il traino con fragore di tuon passa.
XIV – O Reginella
Non trasandata ti creò per vero
la cara madre : tal, lungo la via,
tela albeggia, onde godi in tuo pensiero :
presso è la festa, e ognuno a te domanda
candidi i lini, poi che in tua balìa
è il cassone odorato di lavanda.
Felici i vecchi tuoi; felici ancora
I tuoi fratelli; e più, quando a te piaccia,
chi sua ti porti nella sua dimora,
o reginella dalle bianche braccia.
Sapore di miele mi lasciano i tuoi baci,
brividi d’emozione mi sprigionano le tue carezze
e magìa sono per me i tuoi sguardi penetranti e luccicanti di stelle.
Se poi mi mordicchi il lobo o il labbro, mi procuri la più dolce
delle torture e mi fai amare perfino il dolore.
Sospiri di nostalgìa di tanto in tanto mi accompagnano
pei sentieri delle rimembranze. Sempre dolce ristoro pel cuore affranto,
che talora dialoga teco : – Ovunque tu sia, mi pensi almeno una volta al dì,
com’io fo, anche senza volerlo? Ti senti, come me, intenerire il cuore
e avvampare in viso? – Lo penso o, almeno, lo spero! Lo spero!
I tuoi capelli Amore tese come laccio, mentre euro gentile
i tuoi bei nodi faceva girare or qui or lì, e segreta brama
accendeva in petto. Fu allora che strappasti via il mio cuore
e lo portasti teco. D’allora non son più padrone di me stesso!
E non desidero che baciare quella fronte e quelle tue tenere guance,
fresche come rose colte in giardino, e quella vermiglia bocca che
sparge intorno odor di gelsomino.
Mi vo struggendo d’ardente voglia, mentre sei lontana,
e di sospiri e lamenti mi nutro giorno e notte.
Oh, come rimpiango i dolci baci e quel tuo bel volto giulivo!
E quella fronte chiara, quei begli occhi lucenti come sole,
ano il tuo dolce sorriso
guerra sei tu per me, ma resta il fatto che non c’è cosa che
possa farmi più felice se non quella di saperti mia
e di contemplare il tuo dolce sembiante.
Quel che posso dire di te è che sei di una bontà infinita,
di una sensibilità squisita, di una comprensione umana senza pari,
di una saggezza che è solo di pochi.
Ma è quello che la gran parte della gente dice di te.
Di più voglio dire, che sei per me il bene più grande del mondo,
l’unica donna, insostituibile, l’unico tesoro ch’io
sarei sciocco a non custodire gelosamente.
Così soavemente apri le dolci labbra, che mi capita di ripensare solo a quelle
e dimentico quanto m’hai appena detto. Risuona nell’orecchio il caro accento
ch’esce da quelle rose, ma solo il profumo ne resta. Tutte le altre cose
il Cielo mi vieti, fuorchè questa.
Cosa più bella mai non vede il sole, quando immergi in acque
marine, limpide e trasparenti, le tue belle membra e quando n’esci
e tergi le tue molli carni della vivida rugiada che il mare ti dona.
Allora, come aquila al sole, mi nutro della tua vista e d’ogni parte di te,che giammai
sei divisa dai miei pensieri, anche se sei lontana. E’ allora ch’io vorrei un sol
desìo diviso in due petti, una sola anima tra noi, o, se vuoi, due anime insieme
intrecciate o due vite in una.