A seguito del gemellaggio tra gli enti istituzionali di Trento e Matera lo scrittore e semiologo Paolo Domenico Malvinni in una nota ripercorre i motivi che hanno determinato l’intesa tra le due città e analizza la storia di un monumento dedicato ad Alcide De Gasperi, che non subisce mai critiche ma diventa un’occasione per rafforzare l’amicizia tra le comunità. Di seguito la nota integrale.
È evidente come le statue erette a monumento nelle pubbliche piazze siano dotate di una sorta di meccanismo ad orologeria: secondo i tempi reagiscono allo stato delle cose con estrema sensibilità. Ci sono casi sfortunati, nei quali si verificano episodi di danneggiamento delle opere, e finanche di abbattimento, e ci sono altri casi che, al contrario, esaltano non solo il manufatto ma la stessa idea di averlo posto nella pubblica piazza. Uno di questi casi è di certo rappresentato dalla vicenda della statua raffigurante Alcide De Gasperi che si trova a Matera dal 1971. Ne è autore Othmar Winkler che la realizzò su istanza del Comune di Matera per ricordare l’impegno politico e sociale dello statista trentino a favore della città lucana, divenuta vergogna nazionale in seguito alla “scoperta” dei Sassi. Un intero quartiere, abitato da quasi ventimila persone, costituito da abitazioni che per metà erano inserite direttamente nella roccia e per metà ne emergevano con muri fatti dello stesso materiale scavato. A onor del vero, ingegnoso sistema di costruzione, con finestre orientate in modo che prendessero più luce in inverno, meno in estate, e con camminamenti, caditoie e canalizzazioni che favorivano la circolazione delle acque. Un modo per una civiltà antica e contadina di arroccarsi in uno spazio ristretto e ben difeso, ma un modo che non poteva reggere alle innovazioni del Novecento, secolo che vide i primi interventi di risanamento dopo millenni. Fu la pubblicazione del romanzo di Carlo Levi, “Cristo si è fermato a Eboli”, nel 1945, a sconvolgere radicalmente quella immobilità. La descrizione delle condizioni di vita nella città vecchia materana fece diventare emblematico il caso. Ovviamente la politica non poté esimersi dall’affrontare il problema. Possiamo semplificare i passaggi ricordando la serie di scambi in Parlamento tra Palmiro Togliatti e l’allora primo ministro Alcide De Gasperi. Altri tempi. Il premier visitò Matera e in pochi mesi una legge fu pronta. Nel giro di un lustro la popolazione dei Sassi si trasferiva in nuove case di edilizia popolare, e il quartiere Spine Bianche accoglie oggi il monumento in memoria dell’illustre trentino e degli eventi che lo videro protagonista.
Tra i diversi meriti di questa virtuosa storia che tra le altre cose ha portato Matera ad essere capitale della cultura nel 2019 proprio per aver ben rivitalizzato quell’antica città, possiamo individuare quello del concittadino Othmar Winkler, che negli anni Sessanta, quando nel mondo occidentale cresceva l’insofferenza per i Poteri e per i Potenti, seppe raffigurare nel bronzo l’effige di uno statista di tipo nuovo. Colse il carattere del politico che si fa uomo, e di una politica utile agli umani senza distinzione di ceto e culture, rapida ed efficacie. Anche per questo motivo Trento e Matera ora sono unite da un patto di amicizia siglato il 23 luglio 2020, che servirà, si auspica, a cogliere ciò che unisce terre più vicine di quanto la vecchia geografia ci abbia insegnato.
Lo scrittore e semiologo Paolo Domenico Malvinni
Di seguito la foto ricordo nella fonderia di Gambellara di Vicenza dopo la fusione della statua di Alcide De Gasperi, Winkler in piedi il terzo da sinistra
Foto Ramaroli archivio Winkler,