Al via in mattinata nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi le celebrazioni per i venti anni di iscrizione dei Sassi di Matera e del Parco delle Chiese rupestri nell’elenco Unesco del patrimonio mondiale dell’umanità. Nel 1993 Matera fu la prima città dei Sud a conquistare questo prestigioso riconoscimento, la settima città italiana, la nona se si considera anche lo Stato Vaticano, integrato nel territorio nazionale. Gli eventi culturali legati al ventennale dell’iscrizione nel patrimonio Unesco dei Sassi di Matera coinvolgono Comune di Matera, Camera di Commercio di Matera, comitato Matera 2019, Soprintendenza ai Beni artistici, storici ed etnoantropologici della Basilicata e sono promossi in collaborazione della Provincia di Matera e la Regione Basilicata.
A partire dalle ore 9 a Palazzo Lanfranchi primo incontro celebrativo con gli interventi dei rappresentanti istituzionali e di coloro che nel 1993 si impegnarono a far entrare Matera nell’elenco del patrimonio mondiale dell’umanità, tra cui il sindaco dell’epoca Saverio Acito e Pietro Laureano, che attraverso il suo progetto che valorizza la raccolta delle acque negli antichi rioni Sassi, ha favorito l’iscrizione di Matera nella lista dei siti tutelati dall’Unesco.
Il secondo momento celebrativo è in programma nel pomeriggio sempre nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi, con l’avvio del congresso internazionale “Il paesaggio delle Caverne” promosso dal comitato Matera 2019.
Per tre giorni, da giovedì 21 a sabato 23 novembre, esperti del paesaggio provenienti da tutto il mondo, dirigenti dell’Unesco si confronteranno sui temi del paesaggi, della protezione e della valorizzazione ambientale.
“A 20 anni di distanza da quella iscrizione Matera – ha detto Laureano – affronta, con la candidatura a capitale della cultura europea 2019 nuove sfide e obiettivi, proponendosi, ancora una volta, come esempio e appello valido per il rilancio dell’Italia intera. Dal rovesciamento del paradigma della storia come progresso costante e lineare con direzione univoca e dal riconoscimento della diversità delle culture e direzioni tecnologiche (dalle caverne paleolitiche, ai villaggi con fossati, agli ipogei e le chiese rupestri fino alle città scavate nella pietra) Matera pone la questione di cosa significhi cultura oggi affrontando il tema del paesaggio come percezione mentale e realizzazione umanità-natura, matrice della identità”.
“Sono trascorsi venti anni – ha detto Adduce – dall’inserimento di Matera nell’elenco Unesco del patrimonio mondiale dell’umanità. Si è trattato di un avvenimento storico non solo per la nostra città e per la nostra regione, ma anche per il Mezzogiorno e l’intero Paese. Matera, infatti, è stata la prima città del Sud Italia a essere iscritta in questo prestigioso elenco. Ma quella fu una tappa storica anche perché capovolse il paradigma che aveva caratterizzato le precedenti iscrizioni nell’elenco Unesco. Per la prima volta entrava nel patrimonio Unesco non un singolo bene culturale, ma un intero paesaggio inteso come bene comune da difendere e valorizzare. Inoltre, per la prima volta entrava nel patrimonio dell’umanità non un bene storico inteso in senso tradizionale, un affresco, una chiesa, un monumento, ma un centro storico che appena quarant’anni prima era stato dichiarato “vergogna nazionale”, un centro storico che per tanto tempo ha rappresentato la cultura contadina. Quella iscrizione di venti anni fa segnò una vera rivoluzione nel processo di candidatura nell’elenco dei siti Unesco e la tappa di un riscatto della città e dell’intero Mezzogiorno. Ecco perché abbiamo voluto celebrare questa ricorrenza in grande stile con due grandi appuntamenti internazionali e con tanti momenti di riflessione per meglio comprendere quello che accadde 20 anni fa e per apprendere da quella lezione consigli utili per il nuovo viaggio che stiamo affrontando verso la capitale europea della cultura per il 2019”.
Le celebrazioni per il ventennale dell’iscrizione di Matera nel patrimonio Unesco proseguiranno domenica 24 novembre 2013 alle ore 11.30 in piazza Pascoli con l’evento voluto dal Comune di Matera e dalla Soprintendenza ai Beni artistici, storici ed etnoantropologici della Basilicata “Pane universale Matera capitale” che vedrà protagonista il pane di Matera. Sarà questa l’occasione per celebrare i 20 anni di iscrizione nel Patrimonio Unesco, ma anche per festeggiare insieme l’ingresso nella short list delle città candidate a Capitale europea della cultura per il 2019.
“Domenica mattina – ha spiegato Roberto Linzalone, ideatore del progetto – un carretto trasporterà dal rione Piccianello a piazzetta Pascoli una enorme forma di pane lunga oltre 4 metri e pesante circa 60 chili. Arrivato in piazzetta Pascoli il pane verrà offerto ai presenti per quella che vuole essere una rappresentazione simbolica del nostro passato, ma anche del nostro cammino verso la capitale europea della Cultura nel 2019”.
Collegato alle celebrazioni dei 20 anni è anche il grande evento internazionale “Boarding Pass Matera” voluto dalla Camera di Commercio di Matera che si terrà nei giorni 25 e 26 novembre, nella Casa Cava con la partecipazione del ministro ai Beni culturali, Massimo Bray.
“Nell’ambito dei lavori – ha spiegato Vito Signati – si svolgerà il Simposio sul turismo culturale e la seconda edizione della Borsa internazionale del turismo culturale, cui parteciperanno 73 buyers internazionali provenienti da 30 paesi esteri, circa 120 sellers provenienti da 10 province italiane, una delegazione di bloggers e giornalisti di riviste specialistiche internazionali, rappresentanti di 17 camere di commercio italiane, rappresentanti di Comuni ed Enti di gestione di siti Unesco, ospiti di Enti ed Istituzioni di livello locale, nazionale ed europeo”.
“Tutti eventi legati tra loro – ha detto Ragozzino – e che si collegano direttamente al dossier di candidatura, dal tema del paesaggio come patrimonio da difendere e valorizzare, al tema del nostro passato, della nostra identità ben rappresentata dal nostro pane, al tema della promozione territoriale finalizzata ad accogliere non solo turisti, ma anche e soprattutto veri e propri visitatori, abitanti temporanei della nostra città. Il comitato – ha concluso Ragozzino – sta lavorando incessantemente e nelle prossime ore il lavoro sarà ancora più impegnativo al fine di realizzare concretamente gli impegni assunti nel dossier di candidatura”.
Celebrati i 20 anni di iscrizione di Matera nel patrimonio mondiale dell’Umanità.
L’intervento del sindaco di Matera, Salvatore Adduce
Il 9 dicembre del 1993 l’Unesco dichiarò i Sassi di Matera e il prospiciente altipiano murgico, oggi area protetta denominata Parco della Murgia materana delle Chiese rupestri, “Patrimonio mondiale dell’umanità”. Sono trascorsi venti anni da quella data importante e abbiamo sentito il dovere di celebrare questa ricorrenza con sobrietà e riflettendo con profondità sul significato che quella iscrizione ha avuto per Matera, per la Basilicata, per il Mezzogiorno”.
Lo ha detto il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, intervenendo oggi alle celebrazioni per i venti anni di iscrizione di Matera nell’elenco Unesco del Patrimonio mondiale dell’umanità.
“Fu – ha aggiunto Adduce – un avvenimento storico per la città, ma anche per il Paese, per il Mezzogiorno e per l’Unesco. Infatti, Matera fu il sesto sito italiano in ordine cronologico a essere iscritto nell’elenco, il primo del Sud Italia e per la prima volta l’Unesco utilizzò nei criteri e nelle motivazioni il concetto di “paesaggio culturale” che venne utilizzato successivamente per motivare la iscrizione di altri prestigiosi siti nel mondo. Ecco perché quella data rimarrà nella storia della nostra città e nella storia della cultura mondiale. E quel risultato costituì l’approdo di un lunghissimo viaggio, di un lunghissimo cammino, quello lento, lentissimo che l’uomo aveva percorso nei secoli e nei millenni e quello più rapido che la civiltà dell’uomo aveva compiuto negli ultimi 50 anni”.
Per Adduce Matera, in quella circostanza, vinse una sfida, l’ennesima sfida.
“Fu la sfida di una città affascinante e piena di contrasti, simbolo di una fusione tra paesaggi e civiltà e culture diverse. Luogo di passaggio di civiltà che hanno lasciato segni indelebili, dai Bizantini ai Normanni. E poi i segni delle culture degli ultimi 8 secoli, dal Romanico al Rinascimento al Barocco che ci hanno consegnato architetture di grande qualità e originalità. Ma sono stati gli ultimi 50 anni a determinare un’accelerazione straordinaria del processo di acquisizione della consapevolezza del valore unico di questo luogo. Questo periodo, infatti, è stato segnato dall’ennesimo contrasto: dalla presa d’atto di una emergenza che sembrava insanabile tanto da farla definire “Vergogna nazionale” all’iscrizione nel patrimonio mondiale dell’umanità. Un traguardo che non era scontato. Anzi. I Sassi hanno rischiato di diventare luogo fantasma, abitato solo da spettri, zona franca per la delinquenza. Invece, grazie a un’azione formidabile di tipo politico e delle forze dell’ordine coordinate egregiamente ed efficacemente dall’allora prefetto, Tommaso Blonde, si riuscì ad evitare questo pericolo estirpando la mala pianta della criminalità. Fortunatamente vinse la cultura. Vinse quella parte forte della città anche grazie all’attenzione nazionale e internazionale di intellettuali, architetti e artisti che credettero nel valore universale del nostro patrimonio e nella necessità di salvarlo. Con il 1993 vinse per la prima volta il paesaggio culturale e l’architettura frutto della mano sapiente dell’uomo, di un abitante che ha plasmato nel tempo la pietra adattandola alle sue esigenze e rispettando l’equilibrio dell’ecosistema.
L’Unesco, 20 anni fa, diede valore alla civiltà dell’uomo e alla sua storia. Questo patrimonio è la vera grande piattaforma da cui Matera lancia la nuova sfida. Da quell’abitante che plasmò la calcarenite all’abitante culturale di cui parliamo nel dossier di candidatura e che la giuria ha mostrato di aver apprezzato. Dagli antichissimi viaggiatori bizantini ai cittadini di oggi, ai visitatori di oggi che vengono a Matera e si lasciano avvolgere da questo spettacolo decidendo di restarci come ininterrottamente è avvenuto per 10 mila anni. Sta qui – ha concluso il sindaco – la straordinaria continuità che noi abbiamo riproposto nel progetto di candidatura e che costituisce l’anima della nostra città”.
Il sindaco ha quindi ringraziato tutti coloro che contribuirono nel ’93 all’iscrizione di Matera nell’elenco del patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco.
La giornata celebrativa, coordinata dal giornalista Giovanni Scandiffio, è stata aperta da un video-reportage sulla proclamazione di Matera come patrimonio mondiale dell’umanità realizzato da Videouno nel ’93 a Cartagena, e dai saluti dell’allora sindaco di Matera, Saverio Acito, di Pietro Laureano, autore del dossier per l’Unesco, di Marta Ragozzino, Soprintendente ai Beni storici e artistici della Basilicata.
Tra i rappresentanti istituzionali presenti agli eventi per i venti anni di iscrizione dei Sassi nell’elenco Unesco del patrimonio mondiale dell’umanità anche Vincenzo Santochirico, presidente uscente del Consiglio regionale della Basilicata. Di seguito la nota integrale
Santochirico: Matera parla ancora al mondo.
“Con il riconoscimento da parte dell’Unesco, dall’essere ‘vergogna’ nazionale Matera diventa ‘patrimonio‘ dell’umanità, e da quel momento la città ha cominciato a parlare al mondo”. Con queste parole, il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vincenzo Santochirico, questa mattina nella sala delle conferenze di Palazzo Lanfranchi, ha aperto il suo intervento nell’ambito delle celebrazioni per i venti anni di iscrizione dei Sassi e del Parco delle Chiese rupestri nell’elenco Unesco del patrimonio mondiale dell’umanità.
“Più che retorica del passato – ha detto Santochirico -, gli appuntamenti di questi giorni sono l’occasione per guardare ancora una volta al futuro, alle opportunità che scaturiscono dalla valorizzazione del paesaggio culturale dei Sassi e del Parco delle Chiese rupestri; una strategia di sviluppo culturale e ambientale a lungo termine che si inserisce profondamente nel tessuto socio-economico del territorio.
“La Regione Basilicata può offrire un grande contributo, non solo sostenendo la candidatura di Matera a capitale europea della cultura 2019, come sta facendo, ma dandosi nuovi strumenti di tutela e valorizzazione del paesaggio, come il Piano strutturale paesaggistico già avviato nel 2009, nonché l’approvazione di importanti leggi, come quelle sulle attività e sui beni culturali, già elaborate nella scorsa legislatura”.
“Nell’arco di alcuni decenni, facendo leva sul binomio cultura e paesaggio Matera è riuscita a vincere molte sfide, cogliendo a pieno le occasioni di riscatto: dall’approvazione della legge 771 del 1986 all’inserimento della città World Heritage List del 1993 grazie all’apporto della migliore intelligenza materana (da Tommaso e Raffaele Giura Longo a Raffaele De Ruggieri, da Pietro Laureano a Lorenzo Rota, Amerigo Restucci e numerosi altri) e al coinvolgimento delle istituzioni e della comunità locale. Abbiamo davanti la sfida di capitale culturale ed ora come allora – ha concluso il presidente Santochirico – è necessaria stessa compattezza, identica ricchezza di pensiero, eguale lungimiranza, medesima unità di intenti per conseguire anche questo traguardo”.
La fotogallery dell’incontro a Palazzo Lanfranchi
e l’Unesco dei rifiuti nei Sassi non c’è???
Quell’anno 1993 facevo il servizio militare a caltanisetta in sicilia, e credevo che quell’ingresso avrebbe portato dei benefici veri per la nostra città. oggi a distanza di 20 anni, i fatti si commentano da soli!!!!!…basta vedere come sono ridotti i sassi!!!!……mah!
in 20 anni non mi sembra cambiato molto per Matera come ritorno strutturale del flusso turistico per responsabilità di amministratori incapaci che non hanno saputo far fruttare questo grandissimo riconoscimento. Non è stato fatto alcun piano di conservazione, recupero e valorizzazione e si è permessa una caterva di scempi negli antichi rioni (Madonna de Idris, giardini di S. Agostino, ponte di ferro sotto vico commercio, aumneto del traffico veicolare etc).. ma di cosa stiamo parlando?