“Il valore della poesia, risorsa della comunità, deve diventare patrimonio di tutti ed essere sostenuto e valorizzato”. Lo ha detto venerdì sera all’hotel San Domenico,l’assessore Antonella Prete intervenuta all’incontro dell’associazione “Matera Poesia 1995” per celebrarne i 20 anni di attivitá.
L’assessore, che ha premiato anche alcuni poeti, si è soffermata su una realtá come quella dell’associazione materana mettendo in evidenza l’importanza di una forma espressiva come la poesia e sottolineando la necessità di dotare la città di una struttura, un Palazzo delle associazioni, in grado di fornire spazio adeguato ai cittadini che dedicano parte del loro tempo alle passioni, agli interessi piú diversi nello spirito della partecipazione attiva della comunità e di un rapporto sempre più diretto fra istituzioni e cittadini.
“Vent’anni di storia sono una testimonianza significativa – ha spiegato l’assessore – che merita la nostra attenzione. Mi auguro che l’associazione continui a donare a questa cittá il suo apporto particolare”. All’incontro, moderato da Filippo Radogna, vice presidente dell’associazione, erano presenti il presidente dell’associazione, Maria Antonella D’Agostino, Nicola Pavese, pittore, grafico e autore della copertina del volume che ha celebrato il ventennale dell’associazione e Antonella Pagano, scrittrice e poetessa.
Ventennale dell’associazione “Matera Poesia 1995”, intervento di Antonella Pagano
Saluto tutti e ciascuno, grata per quanto tutti e ciascuno mi insegnate. Qualcuno diceva: “le persone possono dubitare su ciò che dici non su ciò che fai” allora alcun dubbio su : Carlo, Angela Maria, Francesco, Francesco, Anna, Antonio, Giuseppe, Angela, Maria Vittoria, Giovanni, Nunzia, Maria Antonella, Lucia, Maria Antonietta, Ione, Grazia, Francesca, Nicola, Mariangela, Franca, Rosa, Fausta, Daniela, Michele, Mario Salvatore, Domenico, Antonio, Sveva, Antonella, Filippo, Lidio, Virginia, Giovanni, Angela, Elisabetta, Isa e Titina e…..chi verrà fra noi e vorrà continuare la strada con noi. Margherite Yourcenar sosteneva che la letteratura è legata all’ideale antico della saggezza, quindi alla costruzione del proprio destino, alla riflessione sugli uomini e sul senso della vita, ecco perché ci aiuta nella ricerca della saggezza e dell’equilibrio, ci aiuta a liberarci dell’angoscia, a renderci disponibili e aperti, a comprendere quanto ci è oscuro. E affermava: “ se i libri non sono abitati da queste preoccupazioni cosa sono scritti a fare?” A questo aggiungerei: lo scrittore e il poeta non hanno da essere manipolatori; lo scrittore non è santone, né guru, né ideologo, provocatore di istanze si, di domande, di quesiti ai quali le risposte dovrà darle ciascuno dei lettori, ciascuno di noi, quindi, che, prima che scrittori dovremmo essere lettori. E’ nelle risposte, infatti, che si sostanzia, risiede, l’originalità di ciascun essere umano, la maturità, quell’essere adulto che ha conquistato il discernimento che ci consentirà di non farci mai membro d’un branco, men che meno d’un gregge. Sapete, Amati miei, io da Matera ho imparato quasi tutto: è gesto d’amore il gesto creativo, è parola d’amore cavare la pietra per ricoverarcisi, è gesto d’amore adagiare la pietra sulla terra per erigere il luogo in cui l’uomo ha imparato a vivere tra una depressione terrestre e i pianori che s’ergono ad incontrare la luce vivida, vieppiù rilucente allorché sposa il riflesso partorito dalla roccia della “murgia” ove il silenzio regna sovrano in preziosi giacimenti, ognuno dal timbro differente, ma tutti fertilissimi di ispirazioni. La terra circostante è avvolgente, è fertilissima; a Matera c’è passato l’universo degli umani e ognuno vi ha lasciato un cromosoma, un frammento di DNA, uno spermatozoo, un ovulo, sebbene l’identità del luogo, questo è argomento magico e infinito, l’identità del luogo ha conservato la propria identificativa primigenia fattura; pur arricchendosi di conoscenza è andata vieppiù confermandosi nella propria vasta unica affascinante dirompente eppur mite e pacificante e nutriente e generante natura. 30 mila ettari di città antica, i Sassi e 5 mila ettari d’altopiano murgico. La mia suggestione provocatoria è: urge una nuova generazione di giganti, troppi pigmei sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto. La poesia è lievito possente. E’ importante si sappia: dotti, scrittori, poeti ed intellettuali tutti:che occorre anche un generoso gesto di umiltà verso noi stessi, gesto che consiste nello smettere di credere di poter dominare il nostro destino presumendo e pretendendo arrogantemente di conoscere tutto della nostra vita sino a giungere, a volte, anche all’estremo gesto di non avere il bisogno di viverla. Egoità, prigione fatta di noi stessi per noi stessi, prigione che non lascia percepire, fiorire anche una piccola forma di felicità; in fondo la vita può essere dura, difficile, fallita, sbagliata quanto si pensi, ma prima o poi ci dona l’incontro con il fiore che ha petali sui quali leggere che il destino non era segnato. Accorgerci così che spesso la nostra infelicità nasce nel cercarla in direzione sbagliata. Orbene, la poesia, e ancor più la letteratura, possono raggiungere un gran numero di persone, ecco perchè sono importantissime; fanno sì che i lettori si pongano le domande fondamentali, quegli interrogativi che sono la sostanza della filosofia e della politica. E la filosofia e la politica, se non trovano nella poesia e nella letteratura il veicolo per raggiungere tante intelligenze, rimangono esiliate in polverosi tomi e palazzi destinati a pochissimi eletti e ad obiettivi mediocri. Invoco la semplicità: tutti abbiamo bisogno della Bella Parola, tutti dobbiamo poter sperimentare la possibilità che ogni bella parola possa farsi conseguente bell’azione. Invoco la leggerezza e il riferimento alla tavolozza naturale; i colori e le forme naturali posseggono l’universale, l’universalmente bello, l’universalmente funzionale, l’universalmente armonico, l’universalmente ordinato, l’universalmente caldo e freddo, l’universalmente profondo e aereo, ctonico e uranico e tutto il territorio tra l’uno e l’altro, l’universalmente pesante e leggero, l’universalmente vellutato e lacerante, dolce e crudele, un pan che affascina oltre ogni nostra aspettativa e che consente la crescita autentica poiché gli steccati la natura non li pone, crea gli abissi e i cieli impenetrabili, ma che potremo sondare e penetrare mano a mano che le possibilità esperienziali ce lo consentiranno…ma non pone steccati. Gli steccati li pongono le false culture, l’ignoranza, la balordaggine. Stasera, insieme a Voi tutti, dopo l’Evento romano in Piazza di Spagna battezzo il Pensiero, la Poesia Prèt a porter che indosso e che lancio al mondo dalla Capitale europea della Cultura. Quanto alla lettera, vi sono considerazioni più intime fra me e i poeti che compongono questa storica Antologia, fra me e la terra che ci ha generati, allora le lascio alla lettura fra sé e sè, nel territorio riservato. Qui, nell’incontro -come in tutti gli incontri- l’umanità canta deliziosamente l’armonia e celebra la Bellezza della Vita. Qui, nell’ incontro, suono i campanelli per voi per sollecitare i “vostri campanelli”, tutti i campanelli che tintinnano nei vostri pensieri, nel vostro animo, i campanelli del vostro sentire come vessillo d’un villaggio tutt’altro che infeltrito -alias villaggio globale- che insistono a volerci far abitare a tutti i costi: costi umani, sociali, costi musicali, costi fiabeschi; come vessillo d’una cultura tutt’altro che dell’inabilità manuale, culture maledette che inghiottono mostruosamente l’Uomo e la potenza del suo genio e gesto creativo e grido che: oggi non è audace chi scala montagne aspre depressioni terrestri e marine è audace chi segue vie semplici, pianure d’oggi, placide distese di mattine chiare, declivi di meriggi tiepidi…si proprio come noi lucani, coltivati a buon pane e olio odoroso, cittadini della solenne Lucania del Pensiero, Lucania di luce e tenebre, fertili anch’esse; noi siamo discendenti d’Isabella…volto sconosciuto che ci consente di riconoscerla nel volto di ciascuno di noi poeti, maschi e femmine, Lucania di poesia, Lucania mia, tua, vostra, Lucania Nostra con l’anima territoriale per la regione tutt’intera: Matera.