Il concerto di Amadou & Mariam, unica tappa italiana della coppia non vedente del Mali, ha chiuso sabato 5 settembre la seconda giornata di Materadio, la Festa di Rai Radio3, che prevede nel fine settimana a Matera una serie di appuntamenti e di programmi in diretta radiofonica da Matera e in diretta streaming sul sito di Rai Radio3.
La giornata di sabato 5 settembre è cominciata puntualmente alle 9 nella chiesa di San Pietro Barisano con “lezioni di musica e concerto” condotto da Giovanni Bietti. Tema della puntata con il protagonista Gemma Bertagnolli: “Nel salotto di Rossini… Mi lagnerò tacendo e altre fobie”. Lezione raccontata e suonata, che prende in esame alcune delle composizioni che Gioacchino Rossini scrisse dopo il ritiro dall’attività “pubblica” (nel 1829, dopo il Guillaume Tell). In particolare, il programma si occupa della visionaria serie di brani vocali da camera che il musicista pesarese scrisse su un testo di Metastasio: Mi lagnerò tacendo della mia sorte amara. Il testo è sempre lo stesso ma il carattere dei brani è diversissimo, ora tenero, ora giocoso, ora sperimentale e spericolato.
Subito dopo terzo capitolo del giallo materano “Le voci della pietra” di Maurizio de Giovanni. A seguire uno dei programmi di punta di Rai Radio3, “Tutta la città ne parla” condotto da Pietro Del Soldà. Un viaggio nel mondo del lavoro giovanile al Sud per affrontare i nodi drammatici della disoccupazione crescente, dello sfruttamento e delle migrazioni spesso obbligate verso il nord Italia e verso altri paesi. L’ esperienza di giovani organizzati in realtà imprenditoriali di successo che, in diverse zone del meridione, gestiscono il territorio e il patrimonio culturale in modo socialmente condiviso, tecnologicamente innovativo e sostenibile dal punto di vista ambientale
A mezzogiorno spazio al “Il Teatro di Radio3” condotto da Laura Palmieri. In scena in piazza San Pietro Barisano “Siete in ritardo, figli Giovani e adulti secondo Pier Paolo Pasolini”. Un progetto di Lorenzo Pavolini e Roberto Latini Voce, Musiche originali di Gianluca Misiti (Fortebraccio Teatro). La testardaggine pedagogica di Pier Paolo Pasolini assume toni sempre più radicali proprio nei mesi che precedono il suo assassinio. “… è arrivato il momento della mia vita in cui ho dovuto ammettere di appartenere senza scampo alla generazione dei padri”, scrive nel testo di apertura delle Lettere luterane, in quel 1975 che lo vedrà esporre in maniera frenetica e definitiva la sua vocazione a farsi maestro di vita, offrendo spunti e metodi di lettura del reale, sfidando la volontà di indottrinamento e coercizione, denunciando la ferocia di chi aveva preparato e stava preparando l’avvento di una nuova gioventù, nei confronti della quale sente di esprimere il suo “sentimento di condanna”. Un percorso che verrà condiviso insieme al pubblico di Materadio riascoltando “il precettore Pasolini” alle prese con Gennariello (1975), il “discorso dei capelli” (1973), le scene di un film mai realizzato (“Il padre selvaggio”, 1962), la difesa dei teddy boys (1959), fino alla “Poesia nella scuola” (1948)
Nel pomeriggio, dalle ore 15, nella casa cava il quarto capitolo del giallo materano. Subito dopo secondo appuntamento con Fahrenheit condotto da Loredana Lipperini. Fra gli ospiti: Mario Cucinella – architetto Giovanni Diele – ideatore della start up Matereal, Lia Brisacane – ideatrice start up Slowfunding, Cristina Amenta – ideatrice progetto Architecture of shame. Si continuerà a discutere di Vecchio e nuovo – Nuove e vecchie economie. La nuova città ha nuove sfide: l’eco sostenibilità, il riciclo dei materiali, il riutilizzo dei luoghi, la riqualificazione degli spazi urbani e la protezione di quelli verdi. Architettura di rete, speranze delle nuove generazioni, progettualità a confronto per una sostenibilità all’avanguardia e contro il principio di appiattimento dei linguaggi. Ripensare le città dall’urbanistica a una nuova progettualità.
Alle 16, sempre nella casa cava, un altro programma di punta di Rai radio3, “Radio3 Scienza” con Rossella Panarese e Giorgio Vallortigara. Bambini, pulcini e cervelli. Le neuroscienze tra cuccioli di homo sapiens e altri animali. Gli studi sul cervello hanno per protagonisti molti animali e le loro abilità cognitive a volte sorprendenti per noi umani presuntuosi. Per esempio, nozioni di fisica elementare che indirizzano il comportamento di pulcini e neonati. Giorgio Vallortigara racconterà quanto e cosa cominciamo a capire del cervello dei bambini a partire da quello dei cuccioli, tra neuroscienze, etologia e biologia evoluzionista.
Alle 16.50 quinto capitolo del giallo materano. A seguire, in piazza Pietro Barisano “Concerto” condotto da Valerio Corzani. Sul palco “Uomini di Terra” con il quartetto di Pasquale Innarella: Pasquale Iannarella, sassofono, Francesco Lo Cascio, vibrafono, Pino Sallusti, contrabbasso, Roberto Altamura, batteria.
Pasquale Innarella unisce nel suono dei suoi sassofoni improvvisazione radicale e senso melodico in una fusione stretta e vivace, animata da un equilibrio tutto personale tra questi due poli. La costruzione del quartetto segue un principio analogo. Innanzitutto con la scelta di accostarsi ad uno strumento armonico ‘eccentrico’ come il vibrafono e, in particolare, allo stile ruvido e sempre efficace di Francesco Lo Cascio, capace da una parte di far coesistere anche nella sua voce melodia e radicalità e quindi di interpretare e rispondere alle stesse istanze del leader, dall’altra di far questo con grande senso estetico e particolare attenzione alle dinamiche del quartetto. La ritmica, formata da Pino Sallusti al contrabbasso e Roberto Altamura alla batteria, crea ulteriori sponde per le intenzioni del sassofonista e per la ricerca di punti di equilibrio tra le diverse spinte che ne animano scrittura e assolo
Alle 18 torna il teatro di radio3 condotto da Lorenzo Pavolini. Sul palco di piazza San Pietro Barisano è salita Mariangela Gualtieri per proporre il rito sonoro “Fraternità Solare”. “Darò voce ai miei versi, in quello che mi piace chiamare un rito sonoro. Cercherò parole materne come la terra, ribelli e storte come certi figli, rosse come l’entusiasmo, misteriose e spaesate come la mia mamma vecchia, eleganti come animali. Per Matera, posto bello di questo mondo, che ha case come vaticini, ombra compatta e compatto splendore”.
Alle 19 grande ritorno a Matera del pianistra Franco D’Andrea con un suo trio atipico. Sul grnade palco di piazza San Giovanni salirà insieme a Daniele D’Agaro, clarinetto Mauro Ottolini, trombone
“La banda è stata il colore di riferimento del jazz tradizionale, che è la musica che mi ha affascinato ai miei esordi – dichiara Franco D’Andrea. La formazione degli “Hot Five” di Louis Armstrong comprendeva tromba, clarinetto, trombone, piano e batteria o banjo. Questa combinazione di strumenti, per me assolutamente magica, ha ancora molto da offrire anche alla musica jazz dei nostri tempi. Questo trio contiene in sé l’essenza del suono di una banda, nella quale strumenti caratteristici sono sicuramente il clarinetto, in rappresentanza delle ance, e il trombone, per gli ottoni. Il pianoforte in questo contesto può giocare una molteplicità di ruoli grazie alla sua tipica orchestralità. La musica si sviluppa tra riff, poliritmie, contrappunti improvvisati, astrazioni contemporanee e sonorità talvolta ispirate al “jungle style ellingtoniano”. L’iridescente arte di Franco D’Andrea è un poliedro tendente alla sfera. L’oceanica immensità della sua costante ricerca di un linguaggio personale all’interno della tradizione jazzistica, trova in questo concerto in trio una rappresentazione adamantina. Una straordinaria panoramica sul suo pensiero musicale libero da manierismi di sorta e costantemente alla ricerca di un’espressività autentica e profonda. Musica di una caparbietà gentile, appuntita, magmatica, scattante e raffinata. Travolgente e coerente allo stesso tempo. Mirabilmente in bilico tra Apollo e Dioniso. Intensamente personale, completamente jazz. In un’epoca in cui nella maggior parte dei casi si maneggiano forme, estetica e arte con i guanti dell’anatomopatologo a proteggersi dalla formalina, Franco D’Andrea e la sua musica sono una delle luci più forti in una notte buia. Un faro da seguire per superare un mare scuro e viscoso in bonaccia.
Alle 20, nella tensostruttura di piazza Vittorio Veneto, AngoloEuropa. La questione immigrazione: Come risponde l’Europa modera Pietro Del Soldà con Giulio Di Blasi della Direzione generale della Migrazione e degli affari interni della Commissione europea.
Dalle 21,30 il grande concerto in piazza San Giovanni di Amadou & Mariam.
Esponenti dell’african blues, Amadou Bagayoko chitarrista e voce, e Mariam Doumbia, voce, sono una coppia di musicisti del Mali. Lo stile musicale del duo è basato su contaminazioni tra tradizioni maliane e chitarre rock. C’è una lunga fila di star che ha deciso di collaborare con loro: prima Keziah Jones e Manu Chao, poi Scissor Sisters e M (aka Mathieu Chedid, l’uomo che ha costruito il successo di Vanessa Paradis), infine Damon Albarn e il rapper afro-canadese K’Naan. Amadou & Mariam, entrambi non vedenti e non più giovanissimi, sono una coppia di musicisti africani che ha calcato per decenni solo i palchi dell’Africa occidentale. Poi, grazie ad un album del 2005, “Dimanche à Bamako”, la loro musica ha messo il turbo ed è esplosa in tutto il mondo. A Matera, data unica in Italia per il 2015, saranno presenti con una straordinaria band di 10 elementi.
La seconda giornata di Materadio (foto Paolo Verri e Giusy Schiuma)
Materadio, il programma di domenica 6 settembre 2015
Sarà dedicata a all’archeologo Khaled al Asaad, brutalmente ucciso in Siria per aver difeso il ricco patrimonio culturale, l’ultima giornata di Materadio in programma domenica 6 settembre.
Si parte domattina, alle 9, nella Chiesa di San Pietro Barisano, con il programma “Lezioni di Musica e Concerto” condotto da Giovanni Bietti. Ad esibirsi il duo con Francesco Pepicelli,violoncello e Angelo Pepicelli, pianoforte che proporrà le sonate per violoncello e pianoforte op.5 di Ludwig van Beethoven.
Nel 1796 Beethoven pubblicò due Sonate per violoncello e pianoforte (op. 5), le prime composizioni di questo genere mai scritte. Frutto dell’incontro con un grande virtuoso, Duport, mostrano una serie di novità impressionanti, dalle dimensioni inusitate all’audacia delle soluzioni timbriche e armoniche. La Lezione, che vede la partecipazione di un rinomato duo da camera, ci condurrà alla scoperta di questi due importanti brani.
A seguire la lettura del sesto capitolo del giallo materano
Alle 10.50 appuntamento nella Casa Cava con un altro programma di punta di Rai Radio3, “Uomini e profeti” condotto da Gabriella Caramore con la potessa Chandra Livia Candiani e Brunetto Salvarani. Infanzia, vecchiaia: i due estremi della vita. Due mondi in apparenza divaricati, di fatto con moltissimi punti di contatto. È solo la freccia della vita che li porta in direzioni opposte. Tutte le tradizioni sapienziali hanno posto sia il bambino che il vecchio come figure della saggezza, divergenti e complementari. Ma noi dobbiamo anche confrontarci con la realtà splendente e problematica dell’infanzia, con quella fragile e drammatica della vecchiaia. Gabriella Caramore e Brunetto Salvarani ne parlano con la poetessa Chandra Livia Candiani.
Alle 12 “concerto” condotto da Sandro Cappelletto. Ad esibirsi nella casa cava saranno i musicisti del Quartetto Savinio che proporranno musiche di W.A. Mozart e R. Schuman: Alberto Maria Ruta e Rossella Bertucci, violini; Francesco Solombrino, viola; Lorenzo Ceriani, violoncello.
Il genere del quartetto d’archi nasce nella seconda metà del Settecento e diventa nel giro di cinquant’anni, grazie al lavoro di Haydn, la forma di scrittura più nobile dello stile classico. Le varie raccolte di quartetti pubblicate da Haydn a partire dagli anni Settanta rappresentano un punto di riferimento per tutti i principali musicisti dell’epoca, compreso il giovane Mozart. I sei quartetti dedicati a Haydn sono la più eloquente testimonianza della stima di Mozart per il collega, che ricambiava l’omaggio con altrettanta ammirazione. Il Quartetto K458 detto La caccia è uno dei più popolari del ciclo, grazie a una scrittura tersa e melodica malgrado l’abbondanza degli artifici contrappuntistici. Schumann era un artista istintivo e riflessivo al tempo stesso, come Eusebio e Florestano, i personaggi inventati dalla sua fantasia letteraria per rappresentare il proprio ego diviso. I tre Quartetti Op. 41, scritti di getto nell’estate del 1842, incarnano alla perfezione i contrastanti stati d’animo di Schumann, diviso tra urgenza dell’espressione e disciplina della forma musicale. Il n.1, in la minore, spicca in particolare per la bellezza celestiale dell’Adagio, che incarna nella maniera più struggente le ansie palpitanti dell’anima romantica.
Alle 13.00 ultimo capitolo del giallo materano “Le voci della pietra” di Maurizio de Giovanni legge Roberto Latini musiche di Gianluca Misiti
Subito dopo, nella chiesa di San Pietro Barisano il direttore di Rai Radio3, Marino Sinibaldi, incontrerà Marta Ragozzino, Direttore del Polo Museale della Basilicata per parlare di Lucania ’61, il grande dipinto di Carlo Levi, e di Matera 2019. Sarà l’occasione per lanciare il nuovo programma di Rai Radio3 dedicato al “Cristo si è fermato a Eboli” attraverso la lettura di alcune pagine dell’opera di Levi da parte degli attori dello Iac, il Centro arti integrate di Matera. Subito dopo tutta la carovana di Rai radio3 si sposterà a Palazzo Lanfranchi dove, alle 14, verrà piantumato, insieme a Legambiente, un albero di pistacchio dedicato all’archeologo Khaled al Asaad.