La docente Rosaria Scaraia esprime le sue riflessioni per gli studenti maturandi del 2020. Di seguito la nota integrale.
Ragazzi è conto alla rovescia per esami di maturità al tempo del coronavirus. Età del transito e del cambiamento e della movida e l’altra metà: l’ educazione emozionale.
Le emozioni sono la nostra apertura spontanea sul mondo, ciò che ci permette innanzitutto di agire e reagire insieme agli altri.
Gli psicologi sono convinti che più si diventa capaci di riconoscere e parlare delle proprie emozioni, più si riesce a stare bene con se stessi e con gli altri. Eppure il mondo nel quale i giovani passano la maggior parte della propria vita (scuola attività sportive e ricreative programmate) stimola alla conoscenza razionale E alla cura del corpo e solo secondariamente o indirettamente alla riflessione sulle proprie emozioni.
Insegnare l’intelligenza sociale a scuola di empatia e in mente i versi di Antonia Pozzi : “Vorrei che la mia anima ti fosse, leggera, che la mia poesia ti fosse un ponte, sottile e caldo, bianco, sulle voragini della terra.”
Educare a gestire l’ empatia e a costruire sintonia non è difficile, perché implica ciò di cui già si dispone : le emozioni. Basterebbe “parlarsi con gentilezza, come invita a fare Eugenio Borgna, ed esercitarsi al “dialogo riflessivo”, basterebbe ascoltarsi.
Una scuola più gentile e le fragilità e le insicurezze troverebbero allora un luogo di accoglienza dove creare nuove solidarietà e autentiche solidità, per superare quelle difficoltà che ci stanno portando verso quella che gli studiosi chiamano una “società autistica” ( una società tutta chiusa in se stessa, ciecamente egoista).
In bocca al lupo, siate poesia è ponte! Voi costruirete la scuola della gentilezza che oggi non c’ è.
Nella foto di Lorenzo Monteleone lo scrittore Daniele Mencarelli e la docente Rosaria Scaraia nel borgo antico di Irsina