Scuole che affiancano alle sanzioni tradizionali lo strumento della mediazione e nelle quali non conta punire chi offende, umilia o compie ingiustizie. Conta ricostruire la relazione tra ragazzi coinvolti nel conflitto, ai quali viene offerta l’opportunità di un confronto in uno spazio protetto di ascolto e di parola, con l’accompagnamento di un mediatore. Sono le 13 “scuole riparative” (istituti secondari di primo e secondo grado) che l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ha incontrato il 16 maggio scorso a Milano, nel Teatro Puntozero presso l’Istituto penale minorile “Cesare Beccaria”.
Nel corso dell’evento, a cui hanno partecipato gli alunni della Scuola Secondaria di I grado dell’I.C. “Federico II di Svevia” Avigliano Frazioni Filiano, è stato presentato il “Manifesto per le scuole riparative” che arriva alla conclusione della seconda edizione del progetto dell’Autorità garante “Riparare: conflitti e mediazione a scuola”, realizzato in collaborazione con la cooperativa Dike e l’Istituto Don Calabria. Si tratta di un documento in 10 punti, che parte con l’affermazione della prospettiva della riparazione attraverso la mediazione per affrontare i conflitti che nascono nella comunità scolastica e coinvolgono studenti, professori, genitori, dirigenti scolastici, personale Ata e personale amministrativo.
“Un percorso formativo, che premia il nostro Istituto come prima “scuola riparativa” in Basilicata” commenta con orgoglio la Dirigente scolastica Daniela Novelli. “E’ stata un’esperienza unica per i nostri studenti che grazie al lavoro della docente Cinzia Santarsiero, referente di Istituto del Progetto, e dei mediatori Mimmo Spina e Rosa De Luca, hanno creato uno spazio di mediazione a scuola come luogo accessibile e fruibile nel quale accogliere e gestire le esperienze di conflitto”.
” Il paradigma riparativo e di mediazione sarà integrato all’interno del Regolamento di Istituto e del Patto di corresponsabilità già dal prossimo anno scolastico” -conclude la Dirigente- affinché la mediazione dei conflitti diventi strumento privilegiato di dialogo e di comunicazione delle emozioni”.