Riportiamo di seguito la meditazione di Sua Eccellenza Monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo per la II Domenica dell’Avvento.
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri»
Siamo giunti alla seconda Domenica di Avvento e nel frattempo abbiamo celebrato la solennità dell’Immacolata Concezione. Un tempo liturgico ricco di contenuti per crescere e fortificarci nella fede, andando incontro al Signore che viene.
Appare chiaro come, dalla Parola di questa domenica, Dio agisce e si serve sempre di uomini da lui scelti, per parlare ed essere vicino ad altri uomini.
Chi di noi non ha visto cartelli stradali con la scritta: lavori in corso! Oppure: Stiamo lavorando per voi! In questo periodo nella città di Matera ci sono tanti cantieri aperti, compreso quello del collegamento stradale con Bari. I disagi sono innumerevoli e per questo si ha da ridire: tutti esperti, ma incompetenti e non addetti ai lavori. Però, quando i lavori sono terminati, si ammira e si gode perché tutto è più bello, ordinato. Si può camminare con più scioltezza; si arriva velocemente a Bari!
Non si può fare un cammino spirituale vero, autentico, senza manifestare, attraverso una fede adulta, quanto si sia capaci di preparare la strada della vita. La Ditta appaltatrice e gli operai mettono in atto un progetto ben preciso che non è il loro: bisogna fidarsi. Come credenti, il progetto di Dio per il bene dell’umanità ha bisogno di essere assunto e realizzato da persone che si fidano di lui. Anche in questo caso le critiche sono sempre tante.
Preparare la via del Signore significa, allora, avere il coraggio di affrontare tutte le difficoltà del deserto della città, del proprio paese, della comunità di appartenenza. Un deserto pieno di persone che corrono da una parte all’altra, che non hanno il tempo per fermarsi ed ascoltare. Un deserto fatto di social che riduce i rapporti umani a virtuali. Un deserto dove l’artificiale si sostituisce al reale e impedisce di aver tempo per se stessi e per gli altri. Un deserto dove si scambia il giorno con la notte e il dialogo con l’urlo. Un deserto dove alla gioia paradisiaca si preferisce quella che stordisce e anestetizza.
Un deserto…dove Giovanni Battista oggi, attraverso ogni battezzato, è chiamato a non aver timore di andare controcorrente, a non aver timore di non adeguarsi alle mode e alla mentalità comune. Questo è il tempo di Dio, quindi dell’uomo. L’Avvento è, allora, il tempo propizio di una nuova evangelizzazione, mostrando, attraverso la vita e le scelte che si attuano, come davvero oggi il Signore viene a cambiare la storia personale di ciascuno di noi, perché possa scaturire il desiderio della vita eterna.
Non è Giovanni Battista che salva! Non è la sua predicazione e testimonianza che cambiano la vita di qualcuno, ma chi viene indicato: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Oggi, più di allora, sono tanti i Giovanni Battista che, nel mondo intero, tracciano la stessa, unica e medesima via: quella che prepara la venuta di Gesù. Testimoni conquistati dalla forza straordinaria dell’amore incarnato, resi capaci di parlare non più da se stessi, ma capaci di raccontare quanto Dio ha compiuto nella loro vita. Si è credibili non per l’alta teologia che si teorizza o per le belle frasi di grandi e straordinari uomini e donne che si citano.
Si è credibili perché veri, autentici: bisognosi di misericordia, fragili, peccatori, pur frequentando quotidianamente l’assemblea liturgica e ricevendo l’Eucaristia. Carenti della Verità, nonostante una grande conoscenza delle scienze umane. Giovanni Battista, oggi, invita a fermarci, a riflettere: non siamo possessori di nessuna certezza, né divina né umana. Siamo invitati ad aprire il nostro cuore e la nostra mente ed accogliere la Verità, che è Gesù, per essere da Lui posseduti. Da questo esclusivo rapporto d’amore rinasce la speranza, la gioia, l’entusiasmo, la voglia di vivere e far vivere.
E’ così che nasce una nuova umanità perché i «sentieri vengono raddrizzati». Fino a scoprire che «davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi».
Buona continuazione nel percorso d’Avvento: operai nel cantiere del Signore per tracciare la strada della salvezza verso il Signore che viene.
† Don Pino
Dic 10