“Se il consigliere comunale di Potenza, Alessandro Galella, ha a disposizione notizie di reato, sa bene che il suo referente è la Procura della Repubblica: diffondere notizie di questo genere sui media, invece di segnalarle all’autorità giudiziaria, a nostro avviso è solo un modo per ottenere uno scampolo di visibilità a basso prezzo, giocando sulla pelle dell’Unibas, ma soprattutto sulla pelle degli studenti e delle famiglie che hanno deciso di affidare il loro futuro all’Ateneo lucano. Si tratta di dichiarazioni infamanti che non sono più tollerabili per un’Università che ogni giorno è impegnata a dare il massimo ai suoi iscritti, affrontando difficoltà enormi in relazione ai pesanti tagli subiti in questi anni”.
Lo ha detto, in una nota, la Rettrice dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole. “Bisognerebbe– ha evidenziato la Rettrice – fornire soluzioni, sostenere i percorsi di crescita di quella che è l’Università di tutta la Basilicata, criticare in modo costruttivo e alimentare il dibattito su dati e su contesti storici ed economici, non diffondere fake news su dati o circostanze di cui ognuno, da oggi in poi, risponderà in prima persona nelle sedi opportune. E’ giusto chiedersi perché molti lucani scelgano grandi e storici atenei del Nord che tipo di lauree scelgono, dove vanno a lavorare, che tipo di lavoro viene offerto in regione ai nostri giovani. L’Unibas negli ultimi anni ha dati in crescita su immatricolazioni, didattica e internazionalizzazione, ma resta sempre un piccolo e giovane Ateneo del Sud che cerca di affermarsi nonostante tutte le difficoltà, e che continua ad attrarre studenti, anche da fuori regione. Ridurre tutto a una serie di banalità, significa come al solito non conoscere la realtà universitaria”.
“Sono chiamata – ha concluso la Rettrice – a difendere l’immagine dell’Unibas in primis da questi atteggiamenti, e soprattutto a difendere l’impegno e la dedizione dei docenti, del personale tecnico e amministrativo, e degli studenti, che ogni giorno si spendono al massimo delle loro forze per mantenere in vita quello che dovrebbe essere un presidio di crescita e di sviluppo, ma che spesso viene attaccata con facili, e pericolosi, proclami”.
Solo per citare alcuni dati, per altro ricordati dalla Rettrice nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico, dal 2014-15 ad oggi l’Unibas ha incrementato gli accordi internazionali di cooperazione accademico-scientifica e incrementato del 100% il numero di studenti in mobilità internazionale, 102 gli accordi quadro stipulati con atenei europei e del resto del Mondo, molti dei quali posizionati nei primi posti del ranking mondiale di eccellenza. L’Ateneo ha investito molto nei dottorati di ricerca con 5 corsi di Ateneo e due in consorzio con le università del Salento e di Salerno, tutti accreditati, assicurando ogni anno 34 borse di dottorato cui si sono aggiunte quelle ottenute nel campo dei dottorati innovativi, sul bando Pon Ricerca e innovazione Miur, acquisendo, nel 2016-17, quattro borse e, nel 2017-18, ulteriori 12 borse. Quest’anno grazie ad un finanziamento della Regione Basilicata, approvato dal Mise, sono state bandite 16 borse di dottorato sul tema industria 4.0, che hanno consentito la collaborazione con aziende del territorio per favorire trasferimento tecnologico e innovazione. Gli iscritti nell’Unibas aumentano costantemente da tre anni a questa parte e gli studenti provenienti da fuori sede si attestano intorno al 30%. La Rettrice ha poi precisato, in relazione a “false informazioni riportate nell’articolo” in riferimento all’appalto per la realizzazione a Potenza della nuova casa dello studente, della riqualificazione della sede nel rione Francioso, e del recupero delle serre nel rione Santa Croce, che: il consiglio comunale, nella seduta del 24 marzo 2016, accoglieva la richiesta di permesso di costruire in deroga necessaria per permettere l’espletamento delle procedure di appalto; l’Università, con provvedimento del 19 dicembre 2016 disponeva l’aggiudicazione provvisoria dell’appalto (lavori della casa dello studente, interventi all’ex Enaoli e le serre di via Filzi) scongiurando pertanto la revoca del finanziamento; l’Impresa aggiudicataria provvisoria, unica partecipante alla gara, dichiarava, nel corso della verifica dei requisiti finalizzati all’aggiudicazione definitiva, di aver posto in essere la procedura di concordato preventivo che difatti impediva la stipula del contratto; solo di recente l’Impresa ha comunicato l’uscita dalla situazione di concordato anche se resta in attesa di omologazione da parte del tribunale fallimentare di Rovigo; l’Università non ha mai costretto nessuno ad approvare alcunché, tantomeno l’amministrazione comunale con la quale ci sono sempre stati rapporti improntati a collaborazione di alto carattere istituzionale (vedi accordo Unitown, etc); non appartiene certo all’Università, infine, l’uso di stili e di atteggiamenti di carattere diffamatorio come quelli ascritti alla nostra Istituzione nell’articolo.