Riportiamo di seguito l’omelia che Monsignor Pino Caiazzo, Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina ha pronunciato nella cattedrale di Chisinau durante la celebrazione della Santa Messa conclusiva del suo viaggio in Moldavia.
Di seguito il testo integrale
Il 2 luglio 1504 nel castello di Suceava nasceva alla vita eterna il principe di Moldavia Stefano. La venerazione popolare gli ha attribuito il titolo di Santo oppure “il Grande”: così lo designa il Re polacco Sigismondo in una lettera del 3 febbraio 1531. La Chiesa Ortodossa Rumena lo ha canonizzato il 20 giugno 1992, fissandone la ricorrenza liturgica il 02 luglio. La vostra venerazione è talmente grande che la sua effige è riportata anche sulle banconote.
La Madonna della Bruna è la protettrice della città di Matera. La festa patronale a lei dedicata si festeggia il 2 luglio di ogni anno da più di 600 anni, quando papa Urbano VI, già arcivescovo di Matera, istituì nel 1389 la festa della Visitazione.
Questa felice “Dioincidenza” di date rivela che tra l’Arcidiocesi di Matera – Irsina e la Diocesi di Chisinàu e la Moldavia intera c’è, da secoli, un ponte spirituale che, pur non sapendolo, ci ha tenuti sempre uniti.
Eccellenza Rev.ma, Mons. Anton Cosa, grazie per la fraternità che mi ha riservato in questi giorni. Sono davvero contento di essere venuto in questa meravigliosa terra ed essere stato accolto in casa sua.
La liturgia odierna ci aiuta a guardarci dentro, a riflettere sul nostro modo di essere. Io e voi tutti, cari fratelli e sorelle, siamo entrati in questa stupenda Cattedrale, non con la presunzione di sentirci giusti o migliori degli altri. Non siamo noi a dire a Dio qualcosa, ma ci siamo messi in ascolto della sua Parola: l’unica che indica la vera via da percorrere.
Siamo coscienti dei nostri limiti. Vescovi, preti, suore e laici sappiamo benissimo che da Dio siamo guardati per quello che realmente siamo e non per come vorremmo apparire. Dio guarda il cuore, l’uomo le apparenze. Non a caso nel Salmo abbiamo sentito: “Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; non sarà condannato chi in lui si rifugia”.
S. Stefano diceva ai grandi d’Europa: “Il nostro paese è la porta della cristianità finora difesa, con l’aiuto del Signore, ma se questa porta sarà persa, che Dio ci guardi, tutta la cristianità sarà in grande pericolo”. Pensiero che nasceva dal pericolo dell’invasione ottomana. Papa Sisto IV (1471-1484) lo definì “Atleta di Cristo” e “Difensore della Cristianità”. Un santo, il vostro ma anche nostro, che non usava il suo potere guardando dall’alto in basso i suoi sudditi, così come fa il primo uomo che sale al Tempio di Gerusalemme. S. Stefano cerca e desidera il bene comune non solo della Moldavia ma di tutto il cristianesimo, senza distinzioni tra ortodossi o cattolici, tra moldavi o rumeni o ucraini.
Questo dev’essere oggi l’atteggiamento di ogni cristiano: agire e operare per un bene superiore al proprio interesse egoista. Il cristiano vuole il bene di tutti: un amore universale che semini la giustizia, la liberazione, la pace. Un amore grande che permetta la ricostruzione delle famiglie con il ritorno delle donne, costrette ad emigrare per rispondere alle proprie difficoltà economiche e sopperire alle necessità delle famiglie italiane.
C’è tanta ingiustizia nel mondo. C’è tanta ingiustizia verso di voi. C’è un occidente ricco e opulento che commisera ma non aiuta concretamente. Le vostre donne, casalinghe, professioniste, infermiere, abitano le case degli italiani nelle quali seminano amore nel servire ammalati, anziani, persone sole. Ma versano anche tante lacrime in silenzio nel pensare ai propri cari, ai figli, alle loro case. Nella prima lettura, tratta dal libro del Siracide, abbiamo ascoltato: “Il Signore è giudice e per lui non c’è preferenza di persone. Non è parziale a danno del povero e ascolta la preghiera dell’oppresso. Non trascura la supplica dell’orfano, né la vedova, quando si sfoga nel lamento”.
La Madonna della Bruna a Matera è così chiamata perché significa Madonna della difesa. Il termine altomedioevale longobardo brùnja indicava la corazza, la protezione dei cavalieri, quindi il nome ha il significato di Madonna della difesa. A lei, Madre di Gesù e Madre nostra, che voi venerate sotto il dolce titolo di Maria Madre del Buon Consiglio, ci affidiamo perché ci difenda da ogni forma di male, spirituale e materiale.
Abbiamo tutti bisogno di ritrovare speranza per sentirci una vera famiglia: figli dello stesso Padre, battezzati nel Figlio, Gesù, unti di Spirito Santo. Figli della stessa Madre, Maria, consegnataci da Gesù ai piedi della Croce: “Donna, ecco tuo figlio”.
Siamo l’unica famiglia di Dio. Le distinzioni, le divisioni non vengono da Dio ma dall’uomo che, a volte, servendosi del nome di Dio, agisce contrariamente alla sua Parola.
Carissimi, noi non siamo senza nome e non siamo dei “tali”. Apparteniamo tutti a Cristo e alla sua Chiesa che ci ha generati e ci nutre con amore e continua attenzione, proprio come una mamma, un papà, una nonna. La forza dell’amore cambia il cuore dell’umanità, supera i confini delle nazioni, spiega le vele della nave sospinte dal soffio dello Spirito Santo, senza paura di affrontare le tempeste o di perdere la rotta.
Noi non siamo dei “tali”, anonimi, ma noi, fratelli che s’incontrano, si prendono per mano e pregano lo stesso Dio con le stesse parole nonostante lingue diverse, culture diverse, tradizioni diverse, noi parte integrante della stessa madre terra, grembo che ci ha generati, accolti e nutriti.
Insieme siamo l’unico volto di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo che ci sorride così come un padre e una madre sorridono nel contemplare il volto dei propri figli.
Papa Francesco, recentemente, riprendendo quanto aveva detto S. Giovanni Paolo II, a sua volta facendo riferimento a Sisto IV, parlando di S. Stefano ha detto: “Il seme del Vangelo caduto in suolo fertile, ha prodotto nell’arco di questi due millenni numerosi frutti di santità e di martirio. Penso al santo re Stefano, un vero atleta della fede cristiana”.
Carissimi fratelli e sorelle della Moldavia, sul vostro volto vedo impresso il sorriso di Dio che vi fa annunciare con gioia la bellezza dell’unico Vangelo.
Vedo il sorriso di Maria, Madre del Buon Consiglio, che indica la Via, come la Madonna della Bruna a Matera, unica Via che è Gesù. E’ lui che dobbiamo ascoltare, è la sua voce che dobbiamo sentire, con lui camminare per le strade dell’umanità.
†Don Pino