“I giovani una sfida per la Chiesa” – “La Chiesa una sfida per i giovani” è il tema che Monsignor Pino Caiazzo ha sviluppato in un incontro che il Serra Club di Matera ha organizzato nell’Aula Magna dell’ITCG Loperfido-Olivetti.
L’Arcivescovo della diocesi di Matera-Irsina incontrato gli studenti del III e IV anno approfondendo particolarmente i capitoli IV, V e IX dell’Esortazione apostolica di Papa Francesco “Christus Vivit”, dialogando e stimolando i giovani su problematiche che assillano la società di oggi.
All’incontro hanno preso parte la Dirigente scolastica Carmelina Gallipoli, il Presidente del Serra Club Gabriele Draicchio e padre Lucio Scalia dei fratelli rogazionisti del Villaggio del fanciullo di S. Antonio di Matera. Modera e Domenico Infante, Direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina.
«Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. ’Lui vive e ti vuole vivo!’ : inizia così l’Esortazione Apostolica postsinodale “Christusvivit” di Papa Francesco, firmata lunedì 25 marzo 2019 nella Santa Casa di Loreto e indirizzata ‘’ai giovani e a tutto il popolo di Dio’’. Nel documento il Papa spiega di essersi lasciato ‘’ispirare dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo dei giovani’’, celebrato in Vaticano nell’ottobre 2018.
I giovani studenti dell’Istituto tecnico commerciale Olivetti-Loperfido, insieme al docente di religione, professor Giuseppe Ventura, si sono interrogati su varie tematiche: dall’amore incondizionato di Dio verso gli uomini, al perdono, alla possibilità di essere migliori, al confronto tra credenti e non credenti, al modo di riconoscere la propria vocazione, alla sfida che la Chiesa Universale e Diocesana si pongono per il futuro della Chiesa e dei giovani.
Monsignor Caiazzo ha esordito con l’importanza del Vangelo come testimonianza; non è certo facile vivere secondo il Vangelo perché richiede una testimonianza concreta con i fatti e non solo con le parole. Gesù Cristo, oggi, è ancora vivo, e trasforma le singole vite di ogni uomo e del mondo intero, invitandoci ad amare gli altri come noi stessi, perché nessuno viva chiuso nel proprio egoismo. È richiesto un grande impegno per liberarci da ciò che in noi è artificiale , per trasmettere il bello e la meraviglia che è in ognuno di noi e mostrare agli altri la nostra fede:’ la fede si trasmette per contatto’ . Un giovane cristiano deve mostrare il Cristo in cui crede ed essere entusiasta perché Dio non ci limita ma ci libera. Il fine dell’azione provvidenziale di Dio è il vero bene per ogni uomo nel rispetto della libera scelta del singolo. La libertà dell’uomo è in concorrenza con la provvidenza di Dio e il fatto che l’uomo con la sua libertà giochi un ruolo importante nella storia è un mistero insondabile. Dio ha un progetto per ognuno di noi ma non può realizzarlo se noi lo impediamo: ‘Cristo non ha mani, ha solo le mie’, cioè opera attraverso gli uomini.
È importante il silenzio perché ci aiuta a ritrovare noi stessi, a dissolvere l’intreccio delle fragilità e dell’insicurezza. I desideri, tante volte contrastanti, hanno il potere di oscurare e accecare l’anima, impedendo la chiara visione delle cose.
La società odierna , avendo perduto ogni riferimento ai valori di vita, non ha più sicurezze stabili, è malato di pessimismo e di malinconia, e traduce tutto nella noia, nell’indifferenza, nell’angoscia, senza slanci di vita.
Pian piano possiamo diventare protagonisti di un progetto, non dobbiamo temere, perché più si entra nel silenzio, nella conoscenza, più si entra nel dinamismo. Se riusciremo ad uscire da questo impasse avremo la forza di abbandonarci alla paternità di Dio e nella fiducia verso l’uomo,, sarà il Signore la nostra salvezza perché come dice il profeta Isaia ‘ Tu sei prezioso ai miei occhi e io ti amo’.
La Chiesa si mette in ascolto dei giovani credenti e non, vuole dialogare, comprendere, non vuole confezionare degli adepti ma trasmettere la fede per contatto; non riempire le chiese di gente senza fede ma unirci in un discorso di preghiera vera, sentita e condivisa. Padre Lucio Scalia, padre Rogazionista, del Villaggio del fanciullo, ha raccontato la sua storia di una giovinezza turbolenta che si è convertita a Dio, un esempio molto emozionante di come quel ‘ti conoscevo per sentito dire’ (Giobbe 42,5) diventa un lasciarsi incontrare da DIO per vivere nella luce.