Sabato 9 gennaio 2016 alle ore 16,30 con la cerimonia prevista nella Basilica cattedrale di S. Gerardo di Potenza Mons. Salvatore Ligorio fa il suo ingresso nel capoluogo lucano.
La sede episcopale di Potenza, come è noto, sarà vacante fino all’ingresso
effettivo in Diocesi del nuovo arcivescovo ed è, attualmente, retta da mons.
Agostino Superbo, amministratore apostolico già arcivescovo di Potenza-Muro
Lucano-Marsico Nuovo. L’arcivescovo eletto, mons. Salvatore Ligorio, sabato
9 gennaio alle 16,30 farà il suo ingresso a Potenza recandosi in piazza
Sedile presso il tempietto S. Gerardo dove si troveranno ad accoglierlo le
autorità civili e militari. Successivamente entrerà nella Basilica
cattedrale di S. Gerardo – per la solenne concelebrazione eucaristica –
sfilando tra ali di bambini festanti, accompagnato dai sacerdoti e dalla
comunità diocesana.
Il 10 gennaio prossimo, il Collegio dei Consultori dell’Arcidiocesi di
Matera-Irsina, secondo la procedura prevista dal Codice di Diritto Canonico,
provvederà a nominare l’amministratore diocesano che guiderà la Diocesi fino
all’ingresso del nuovo arcivescovo.
Pastore colto, zelante, attento ai problemi concreti dell’oggi, mons.
Ligorio, grato al Santo Padre Francesco per la decisione di affidargli un
incarico di particolare rilevanza e delicatezza nella principale Diocesi
della Basilicata, lascia Matera portando nel suo cuore tutta la comunità
diocesana, sempre confidando nel loro ricordo nella preghiera.
Il saluto del presidente della Regione, Marcello Pittella, a Mons. Agostino Superbo
Eccellenza reverendissima, Stimatissimo Mons. Agostino Superbo,
sono particolarmente grato per l’invito rivoltomi a presenziare a questo importante appuntamento pastorale, ma soprattutto sono onorato per l’opportunità che viene offerta al’Istituzione che rappresento, di unirsi al saluto ufficiale di commiato che la Chiesa di Potenza-Muro Lucano-Marsiconuovo rende oggi al Suo Pastore.
In qualità di Presidente della Regione Basilicata, ma anche precedentemente, in veste di Consigliere e Assessore regionale, ho avuto spesso l’occasione di incontrarLa, facendo tesoro dell’alto spirito di servizio manifestato negli anni del Suo lungo Magistero in terra lucana.
Mi consentirà pertanto di porre in risalto le convergenze e le sollecitazioni espresse da Sua Eccellenza verso le istituzioni politiche nei 15 anni trascorsi da Vescovo metropolita, senza nascondere, innanzitutto come persona, oltre che come uomo delle Istituzioni, quel pizzico di malinconia che è propria di ogni “distacco”. Un distacco in questo caso mitigato dalla consapevolezza che la Sua rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi per raggiunti limiti di età non ci farà mancare in futuro la possibilità di poter contare sui Suoi sempre graditi consigli.
Gli incarichi di prestigio rivestiti nella Chiesa italiana da Sua Eccellenza, in veste di Assistente Generale di Azione Cattolica, Presidente della Consulta nazionale del Laicato cattolico, in uno con i due mandati da Vicepresidente della CEI, hanno reso possibile il raggiungimento di importanti obiettivi pastorali nel tempo in cui è stato alla guida della Chiesa potentina.
La famiglia, le parrocchie, le professioni, il mondo della cultura, della salute, del lavoro, del volontariato, dei movimenti e delle numerose associazioni laicali, del mondo giovanile, il dialogo costante con le istituzioni politiche e sociali, con i sindacati, le sollecitazioni a vivere in sintonia con i messaggi di papa Francesco sull’accoglienza degli immigrati, con le povertà collettive e individuali, sono state il pane quotidiano del Suo ministero di Vescovo. Le molteplici convergenze ottenute in questi ambiti, oggi assai esponenziali per le evidenti difficoltà in cui versano, sono frutto del Suo impegno costante nel favorire la comunione e la collaborazione ad ogni livello. Dobbiamo a Sua Eccellenza, ed in particolare allo stile di saggio moderatore, il dialogo sulle tante questioni che sono comuni alla Chiesa e alle Istituzioni politiche e civili.
Sua Eccellenza sa bene, per averlo spesso sostenuto, che la crisi che ci ha travolti non è soltanto economica, non deriva solo da un modello di sviluppo dove l’uomo non è più il centro e le scelte procedono indipendentemente da criteri di giustizia ed equità, ma è soprattutto crisi di pensiero, della vera identità dell’uomo e della vita. Da questa crisi culturale ha origine la crisi morale, che conduce a deteriorare la socialità e la relazionalità, e di qui si innesta anche la involuzione della politica, la cui credibilità è sempre al limite e sempre sull’orlo del precipizio.
Nel nostro Paese, e soprattutto nel Mezzogiorno, dove la crisi morde in maniera più acuta e profonda, la storia convoca in maniera perentoria la Chiesa e le Istituzioni ad ascoltare il grido dei poveri.
La chiesa ripensata già da Giovanni XXIII a scelta di povertà, di semplicità, di responsabilità, e di reale attenzione alle “attese della povera gente” e ai bisogni dei deboli, oggi trova in Papa Bergoglio il profeta autentico di una Chiesa dei poveri portando nel suo stesso vissuto le sofferenze degli strati sociali emarginati dall’egoismo di pochi, e di interi popoli ancora senza voce.
Eccellenza, l’essenzialità del Suo ministero episcopale, le opere di carità silenziosa e il Suo insegnamento più ispirato in questi anni sono stati la spinta affinché la “scelta preferenziale dei poveri” non resti solo una espressione alla moda, ma diventi pratica di vita pensata e realizzata insieme nella nostra comunità regionale.
L’onestà della gente lucana, da Ella molte volte evidenziata ed esaltata, ancora può considerarsi fondamento morale di grande spessore, capace di arginare eventuali tentativi intesi a lasciarsi contagiare dalla criminalità organizzata che avvelena i territori delle regioni limitrofe.
La nostra comunità regionale, che come il resto del Paese ha vissuto in questi ultimi anni una delle più gravi crisi economiche dell’era moderna, sta mostrando qualche piccolo segno di ripresa. E se oggi in Basilicata ci apprestiamo a varare il Reddito minimo di inserimento – e probabilmente saremo una delle prime Regioni a farlo – lo si deve anche all’azione di stimolo e di sostegno della Chiesa e al richiamo quotidiano a guardare ai poveri.
Eccellenza, tutti conosciamo che il Suo servizio tra noi si è espresso grazie ad una attenta e lucida capacità di leggere in profondità la realtà ecclesiale e civile. Sempre in sintonia con i problemi, le inadempienze, i drammi e le gioie che abitano la città dell’uomo, Ella non se è mai chiamato fuori. Al contrario, Ella, assumendosi le proprie responsabilità, ha sempre evitato polemiche e con il Suo stile sobrio ed essenziale ha invitato alla moderazione in ogni occasione.
Ci ha indicato, quale contributo peculiare per il riscatto sociale del nostro popolo, il rinnovamento della comunità lucana nel segno del vangelo della fraternità e della responsabilità.
Nella Sua visione, le comunità cristiane devono esercitare un ruolo emancipativo, assicurare la loro presenza nel libero confronto delle idee e delle scelte politiche, per trovare ogni strada utile per contribuire alla crescita sociale e a superare la situazione di declino.
Dai frutti che oggi raccogliamo possiamo affermare con certezza che Ella, Eccellenza, ha saputo corrispondere, prima da Presbitero e poi da Vescovo, alla domanda di amore che il Signore ha rivolto alla Chiesa tramite il Concilio Vaticano II, e allo spirito del Concilio a cui è sempre rimasto fedele, anche nei momenti di travaglio, in cui più difficile appariva la sua mediazione e la sua attuazione concreta all’interno della Chiesa.
Grazie a nome di tutte le Istituzioni civili e politiche per il dono della Sua presenza in terra di Basilicata.
Alla Chiesa di Potenza –Muro Lucano –Marsiconuovo e a tutta la Chiesa lucana sono certo di poter dire che Sua Eccellenza Mons. Agostino Superbo, teologo raffinato e maestro delle scritture, ha aperto a tutti i fedeli la possibilità di un rapporto più diretto con la Parola di Dio ; ha consegnato loro la responsabilità di essere protagonisti nella vita della Chiesa, e ha rafforzato e definito l’identità dei credenti promuovendo il dialogo che li fa sentire meno soli nella ricerca delle Verità e nel cammino verso Dio.
Per tutte queste dimensioni, e per le relazioni sincere che è riuscito a creare con i laici, le aggregazioni laicali e le istituzioni politiche e civili, Mons.Agostino è stato certamente un Vescovo che ha incarnato il Concilio Vaticano II nelle sue molteplici istanze innovative. E di ciò, noi lucani, gliene saremo eternamente grati.