L’ingegnere Piergiorgio Corazza in qualità di progettista del Museo Ridola segnala in una nota la mancata attuazione del progetto prevedeva l’ampliamento e la riorganizzazione del Museo Ridola. Di seguito la nota inviata alla Direttrice del Polo museale della Basilicata Marta Ragozzino, al sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, al Direttore della Fondazione Matera Basilicata 2019 Paolo Verri e alla direttrice del Museo Ridola Anna Maria Patrone.
Come progettista del Museo Ridola mi permetto di richiamare la vostra attenzione sulla situazione che deprime una importante istituzione culturale nella città che sarà capitale europea della cultura.
Il Museo, nato dalle collezioni del senatore Domenico Ridola, diventato nel 1911 Museo Nazionale (la prima istituzione per l’archeologia in Basilicata), ampliato da Dinu Adamesteanu nel 1970-75, avrebbe trovato la sua sistemazione definitiva con il Progetto Matera Cultura del 1987. Ma così non è stato.
Il Progetto Matera Cultura (titolo premonitore) , ideato da Michele D’Elia e promosso dalle tre Soprintendenze, aveva l’obbiettivo di “dotare la città di un sistema di infrastrutture capace di polarizzare le sue straordinarie potenzialità e di innescare processi di sviluppo coerenti con la esemplare vicenda storica di Matera”. (Comprendeva anche Palazzo Lanfranchi, il Laboratorio di restaur, via Ridola e il Museo dell’habitat rupestre).
IlProgetto prevedeva l’ampliamento e la riorganizzazione del Museo in vista dei compiti di un moderno museo, non più solo “vetrina”, ma organismo di ricerca e di divulgazione della conoscenza del patrimonio storico per renderlo “produttivo” per la crescita culturale della comunità, scopo ultimo della conservazione.
Il Progetto Matera Cultura fu finanziato con i fondi F.I.O. Ma i lavori non furono affidati alle Soprintendenze, bensì al Ministero della Programmazione economica ed appaltati alla sociètà Bonifica che ha speso tutto il finanziamento assegnato senza completare l’opera.
Del progetto complessivo è stato realizzato solo l’ampliamento su via Volta contenente le due sale espositive, il laboratorio di restauro e i depositi, ma mancano due parti essenziali per il funzionamento del museo.
Non furono realizzati il portico-galleria di collegamento con il museo preesistente e soprattutto l’ampliamento nell’edificio contiguo della ex scuola A.Volta (concesso dal Comune) destinato alla direzione scientifica e amministrativa, alla didattica, alla biblioteca,agli archivi. E’ stato così vanificato il completamento del progetto nella sua interezza con la grave conseguenza del sacrificio delle nuove sale espositive destinate impropriamente agli uffici.
La privazione dei nuovi spazi espositivi è una grave perdita e pesa negativamente sulla funzionalità e sul destino del museo Ridola, perché rappresenta una limitazione alla valorizzazione delle raccolte ed alla possibilità di mostre temporanee che sono un modo di far vivere il museo e renderlo culturalmente produttivo per la città.
E’ necessario riprendere il filo interrotto del Progetto Matera Cultura dell’ampliamento e della riorganizzazione del Museo realizzando il collegamento del volume costruito con la parte preesistente .
E’ necessario soprattutto l’ampliamento nell’edificio della ex scuola Volta (tuttora inutilizzato) per restituire le sale espositive alla loro funzione originaria, di grande rilevanza nella città che sarà capitale europea della cultura nel 2019.