La solidarietà passa dai musei. Tutti gli incassi di domenica 28 agosto saranno destinati alla messa in sicurezza e alla ricostruzione dei beni culturali danneggiati dal sisma che ha colpito le regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo.
Anche la Basilicata, con il Polo Museale della Basilicata, aderisce all’iniziativa del MiBACT.
A Matera si può contribuire visitando il Museo Ridola e il Museo d’Arte Medievale e Moderna di Palazzo Lanfranchi.
Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha disposto che gli incassi di tutti i musei statali di domenica 28 agosto siano destinati agli interventi per la sicurezza e la conservazione dei beni culturali danneggiati dal sisma del 24 agosto che ha colpito le regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo.
In maniera spontanea singoli cittadini e associazioni hanno proposto al Polo Museale Regionale della Basilicata un momento di riflessione da realizzare nei Musei della città dove è custodita e tramandata la memoria delle nostre comunità, la sua storia, la sua arte.
Il nostro Istituto non solo ha accolto con favore questa iniziativa, ma l’ha sostenuta con convinzione e impegno, consapevole della necessità di aprire sempre di più tutti i musei afferenti il Polo alla partecipazione e condivisione.
Le notizie tragiche ammutoliscono. Il terremoto è un segno di finitudine.
Tutto sembra maceria, i luoghi sono maceria, le vite sono infrante.
La memoria allora diviene lo strumento del patrimonio collettivo di un gruppo, di un confine entro un confine «amabile».
Il ricordo del tempo comune nello spazio comune, un luogo che si spoglia ma che si riempie, contemporaneamente, in una comunità. In appartenenza.
La memoria collettiva si distingue dalla storia, della quale poi diviene parte: è uno scorrere continuo di pensiero, non artificiale né artificioso, perché, del passato, si tiene dentro ciò che ancora vive o ha capacità di vivere come coscienza del gruppo.
Nel racconto condiviso attraverso le storie e le immagini degli album di famiglia.
La memoria è immagine dell’intimo, è un racconto interiore e frammentario di momenti emotivi che ci hanno segnato. Si muove alla ricerca di conforto e rassicurazione, nell’incertezza dell’esistenza, attraverso ricordi tangibili e inclusivi, trascorsi in un tempo che è assolutamente quotidiano.
Il Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola e il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata – Palazzo Lanfranchi, propongono una riflessione condivisa entro gli spazi museali sul tema della Memoria intesa come luogo d’unione e di ricostruzione.
Tutti i partecipanti, con il loro biglietto, contribuiranno alla ricostruzione dei luoghi infranti dal terremoto, secondo le disposizioni del MIBACT sull’intero territorio nazionale.
PROGRAMMA
> Palazzo Lanfranchi_ Sala Levi_ore 10:00-12:00.
Parole per Ricostruire.
A cura dell’Associazione “Il segno e la parola” con Rosa Santoro e Antonella Andrisani – formatori certificati Metodo Caviardage di Tina Festa.
«Un percorso poetico ed emozionale che, attraverso l’utilizzo del metodo Caviardage, guiderà i partecipanti alla scoperta della parola poetica che illumina, cura e trasforma. Per ritrovare radici, reintessere i fili e il senso dell’essere comunità restituendo all’universo un messaggio di positività. Un pensiero silenzioso, di fiducia e speranza, rivolto all’umanità tutta che in ogni luogo e tempo della terra sperimenti l’esperienza del dolore».
> Museo Ridola_Sala d’ingresso_ore 16:00-18:00.
La cesta dei ricordi collettivi.
A cura dei cittadini partecipanti.
«Una cesta virtuale di vecchie foto portate al Museo dai cittadini che vogliono condividere con altri cittadini, residenti e temporanei, un ricordo, una suggestione, un aneddoto legato a un luogo della città. Microstorie individuali che convergono verso il senso più autentico del concetto di comunità. Le sedie in cerchio con i cittadini che si raccontano, che si donano e si scambiano ricordi vividi non ancora scivolati nella storia, saranno il luogo delle narrazioni».
> Palazzo Lanfranchi_Chiostro_18:00-19:00.
Racconti di «amabili confini» mobili.
A cura dell’Associazione “Gigli e Gigliastri”.
«La voce di Sergio Gallo accompagnerà alcune delle storie scritte dai cittadini materani nella passata edizione di «Amabili Confini», confini amabili perché sconfinati, che sembrano perdersi, ma che al tempo stesso si ampliano nella solidarietà. Confini che si superano ma che, in fondo, rappresentano il luogo d’incontro delle comunità che vi si riconoscono».