Petrolio. Uomo e natura nell’era dell’Antropocene torna nel vivo delle proprie attività per Matera 2019. Dopo i debutti internazionali per la danza e le arti performative del mese di giugno, riprendono con l’autunno le attività del progetto con percorsi di riflessione, conferenze e laboratori volti a indagare quali prospettive si aprano per l’umano in un mondo riconfigurato dalle crisi ambientali, culturali ed economiche dei nostri tempi.
Si comincia con un’attesa conferenza di Gianfranco Pellegrino dal titolo “Nell’Antropocene. Etica e politica alla fine di un mondo” che si terrà giovedì 26 settembre, alle ore 17.30, a Matera, presso il campus dell’Università degli Studi della Basilicata di via Lanera. L’incontro è aperto al pubblico ed è a ingresso libero.
Gianfranco Pellegrino è professore associato di Filosofia politica della Luiss Guido Carli di Roma. È autore di numerosi saggi su etica, politica e filosofia. Uno dei sui ultimi libri, scritto con Marcello Di Paola (già intervenuto in Petrolio a giugno), è dedicato alle piante e al loro valore morale e si intitola Etica e politica delle piante. Le domande a cui tenteremo di dare una risposta riguardano il mondo vegetale e i rapporti che intratteniamo con esso secondo schemi di classificazione della vita tutti da rivedere.
Per diversi secoli la storia delle relazioni tra uomini e piante è stata caratterizzata da una netta separazione tra i due regni. Considerate come esseri passivi e inerti, più simili a cose che a esseri viventi, solo l’indagine scientifica più recente ha reso evidente come le piante abbiano forme di attività, intelligenza, percezione, comunicazione, e come la loro evoluzione sia stata altrettanto, se non più complessa, di quella degli umani. Sono le piante stesse, infatti, ad aver colonizzato per prime la Terra, creando le condizioni necessarie allo sviluppo della nostra vita. Ciò rende necessario includerle nell’ambito etico e politico, ridefinendo le nostre concezioni in continuità con l’insieme del vivente del quale siamo parte.
Con il proprio intervento Pellegrino introduce l’ultimo ciclo di attività di “Pensiero geo-logico”, la sezione del progetto Petrolio che intende aprire orizzonti di riflessione finalizzati a rimodulare il modo in cui concepiamo il rapporto uomo-Terra attraverso laboratori attivi sulle questioni dell’Antropocene, epoca in cui il comportamento delle forze economiche e sociali è direttamente responsabile degli equilibri ecologici e di una nuova dimensione della convivenza. Dopo Marcello Di Paola e Gianfranco Pellegrino, avremo modo di confrontarci con le grandi questioni della contemporaneità con architetti (Annalisa Metta e Luca Catalano di Studio Osa, e Volumezero architecture and landscape), docenti (Piergiuseppe Pontrandolfi, Mariavaleria Mininni, Bartolomeo Dichio e Alba Mininni dell’Università degli Studi della Basilicata), e con filosofi di risonanza internazionale (Emanuele Coccia). Tutti gli incontri sono moderati e introdotti dai curatori Francesco Scaringi e Giuseppe Biscaglia e si svolgeranno nel Campus dell’Università degli Studi della Basilicata. Sempre nel campus, Volumezero progetterà e realizzerà insieme agli studenti di architettura un “giardino delle piante migranti” che resterà patrimonio dell’ateneo: un prototipo di mondo inclusivo in cui l’uomo non è più l’agente ordinatore e dominatore della natura.
Per informazioni aggiornate, per tutto il programma e per i particolari è possibile consultare il sito www.petrolio2019.it o scrivere a info@petrolio2019.it.
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Petrolio. Uomo e natura nell’era dell’Antropocene è un progetto di Matera Capitale europea della cultura 2019 co-prodotto con Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Associazione Basilicata 1799, ed è realizzato con il fondo etico di BCC Basilicata in collaborazione con Università degli Studi della Basilicata. È curato da Francesco Scaringi e Giuseppe Biscaglia. Il titolo del progetto prende spunto da Petrolio, il romanzo incompiuto di P.P. Pasolini che registra, sullo sfondo del petrolio quale motore oscuro delle vicende umane, le mutazioni in atto nei paesaggi sociali, urbani e naturali. Mutazioni tali da indurre scienziati e pensatori contemporanei a coniare il nome di una nuova era, l’Antropocene: un’era geologica in cui il fattore determinante negli equilibri dell’ecosistema è il comportamento dell’essere umano, capace di stravolgere millenari sistemi di interdipendenza tra uomo e natura.