Il professore Nicola Pavese lascia la scuola Nicola Festa con tanti ricordi indelebili. Di seguito la nota inviata alla nostra redazione.
In concomitanza con la chiusura dell’anno scolastico 2014-15 mi accingo a concludere la mia esperienza di docente di “Arte e Immagine” presso la Scuola Media “Nicola Festa” di Matera perché, su mia richiesta, trasferito presso la Scuola di pari ordine e grado di “Piazza degli Olmi” e del plesso “Lucrezio” della stessa città. In questi giorni si susseguono tanti ricordi di episodi (piacevoli e spiacevoli), attività svolte e quindi di presidi, colleghi, personale di segreteria, collaboratori, alunni e genitori con i quali mi sono relazionato negli ultimi 15 anni di insegnamento, mettendoci tutta la passione possibile e ricorrendo anche alla mia esperienza di artista. Nella suddetta Scuola, infatti, arrivai a settembre del 2000, e credevo che dovesse essere la sede definitiva fino al mio pensionamento. E invece con l’inizio del prossimo anno partirà una nuova esperienza professionale e umana in un’altra realtà scolastica, che condurrò con rinnovato entusiasmo e senso del dovere.
Nei giorni scorsi, confortato dall’affetto e dalla sollecitudine di diversi alunni particolarmente sensibili e motivati, abbiamo allestito e presentato ai genitori, al dirigente Di Franco e al suo vice Santochirico, una mostra (tuttora visitabile) che abbiamo pensato di intitolare “Immaginazione, creatività, talento: viaggio alla scoperta di potenzialità inaspettate”. Mostra che comprende il lavoro svolto dalle classi prime e seconde dei corsi A-C-E durante quest’ultimo anno di attività. Ed è stata una esperienza vissuta con il consueto entusiasmo, partecipazione emotiva e intensità, perché attraverso le “opere” esposte abbiamo avuto modo, tutt’insieme, di ripercorrere innanzitutto i diversi momenti di approccio all’ “arte adolescenziale”. Inoltre, i genitori e i presenti, ammirando i circa 250 lavori esposti (almeno uno per ogni alunno), hanno avuto la possibilità di avere una visione completa del percorso seguito, dopo essere partiti dalle iniziali incertezze e marcate stereotipie del disegno e del colore. Per giungere, dopo varie occasioni di studio, osservazione e rappresentazione della realtà (paesaggi, oggetti, fiori, figure umane e di animali), a elaborati grafico-pittorici più consapevoli, creativi e quindi originali. Infatti le realizzazioni che presenta la mostra riassumono le metodologie e i processi educativi e didattici attuati e volti ad assicurare a ognuno la libertà d’espressione, sviluppando, nel contempo, l’autonomia nel lavoro e la capacità di interpretazione di brani poetici, di narrativa o ispirati alla mitologia. Inoltre, è stato assecondato (nei più assidui) il bisogno di sperimentare, scoprire, esprimere le proprie emozioni dando spazio alla spontaneità, all’immaginazione e alla narrazione delle esperienze vissute.
Nell’illustrare le varie sezioni della rassegna ho provato una orgogliosa soddisfazione soprattutto alla luce dell’evoluzione espressiva riscontrata in riferimento alla situazione iniziale. E nello stesso tempo per le diverse sensibilità che sono riuscito a sollecitare aprendo ai ragazzi, alcuni davvero meravigliosi perché diligenti e costanti, percorsi creativi addirittura inaspettati.
Lascio, quindi, a malincuore la “Nicola Festa”, i cui ambienti, angoli e spazi interni ho fotografato con cura. E questo perché nei 15 anni di servizio prestato mi sono realizzato come insegnante e dove, fra le tante iniziative e gratificazioni condivise con i ragazzi e diversi colleghi, resterà, tra l’altro, quel “Laboratorio di arti figurative” dedicato a Luigi Guerricchio (la cui realizzazione fu da me promossa nel 2006 proprio nel ricordo del mio indimenticabile maestro). In tale “aula d’arte” Guerricchio è presente in una gigantografia mentre dipinge e con le riproduzioni di diverse sue opere sulle pareti che fanno da cornice al contesto. Ma soprattutto questa sua “presenza” vuole essere uno stimolo per avvicinarsi all’arte, e alla stessa maniera egli sembra essere idealmente anche una guida spirituale per i ragazzi.
Di questi ragazzi, del loro spontaneo abbraccio finale di qualche sera fa, conserverò un ricordo profondo. A essi rivolgo gli auguri più fervidi per il futuro, insieme al mio più sincero e affettuoso saluto con il ringraziamento per la dedizione riservatami. Ai loro genitori, ai colleghi, al personale di segreteria e ai collaboratori (sia di ieri che di oggi), il mio grazie per la cortese disponibilità e le diverse testimonianze di stima tributatemi in questi giorni. Che chiudono un altro ciclo importante della mia vita.