Piero Scutari, Segretariato di “Pledge to Peace” commenta gli ultimi episodi che hanno interessato Nizza con l’atto di terrorismo e la Turchia con il tentato golpe da parte dell’Esercito che non ha sortito gli effetti sperati e dichiara: “La pace è qualcosa che senti dentro di te, è uno stato dell’essere”. Di seguito la nota integrale.
Chi fomenta e favorisce le condizioni che generano terrorismo è un esiguo gruppo di persone che accumulano ricchezza e potere convincendo il resto dell’umanità ad uccidersi a vicenda. Solamente una vera sensibilizzazione su cultura alla pace e valore della vita può far si che questo esiguo gruppo non trovi nessun terreno fertile nella mente delle persone.
I Governi dovrebbero investire sull’educazione alla Pace, insegnare a condurre una vita intelligente, e non investire sulle armi, perchè solo seminando i semi della pace nelle menti delle persone, si riducono i rischi che menti instabili diventino manipolabili da quel gruppo di persone che si arricchisce sulle macerie dell’umanità, persone talmente ignoranti talmente cechi dalla loro avidità, che non capisco neanche la cosa più elementare, ovvero che stanno tagliando il ramo su cui sono seduti sopra.
Le persone vogliono Pace, vogliono vivere felici, diffondere questi sentimenti, diffondere questa consapevolezza deve essere la strategie per costruire un mondo migliore ed isolare le menti malate che creano disastri sia come mandanti che come esecutori. Le parole di Prem Rawat, ambasciatore di pace della Regione Basilicata nel mondo della Dichiarazione di Bruxelles “Pledge to Peace” (sottoscritta nel 2011 nel Parlamento Europeo), sono attualissime: “La pace è qualcosa che senti dentro di te, è uno stato dell’essere. Non deve essere generata, creata. Le persone combattono non perché non comprendono cos’è la pace ma perché non capiscono cosa sono loro stessi. Pace non è assenza di guerra ma qualcosa che si può sentire anche nel mezzo della guerra. Una distinzione fondamentale tra ciò che accade all’esterno e ciò che avviene dentro di noi. Ciò che accade all’esterno è un riflesso di ciò che accade dentro. Se si perpetua il male sarà questo il riflesso. Se si perpetua il bene, il bene sarà il riflesso”. I fatti di Nizza e di Istanbul rafforzano la nostra proposta di elaborare una “Carta” di Media for Peace, per esortare i media ed i giornalisti a diffondere una cultura di pace, di tolleranza, di accoglienza, di generosità e solidarietà. Un richiamo ai media, ai giornalisti ad agire per sostenere e promuovere valori fondamentali, spesso persi di vista, quali la pace, la dignità, la prosperità, e far riflettere sul fatto che la pace è un’esigenza basilare nella vita di ogni persona, essenziale tanto quanto lo sono i diritti civili, i bisogni primari, l’accesso alle opportunità. Dobbiamo rafforzare l’iniziativa che trae ispirazione dalla Dichiarazione di Bruxelles denominata “Pledge to Peace”, nata nel Parlamento Europeo nel 2011, sottoscritta dal precedente Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo oltre che da sindaci lucani. Il fine è quello di contribuire alla costruzione di un consenso civile per un futuro di pace sia attraverso la promozione di questi valori sia attraverso l’utilizzo di una forma comunicativa efficace per la loro diffusione.