Erasmo Bitetti, rappresentante del gruppo parrocchiale dell’Immacolata di Matera, racconta la disavventura vissuta sabato sera in una pizzeria per festeggiare una ricorrenza familiare. Di seguito la nota inviata alla nostra redazione
Non c’era posto per loro nella locanda.
Si potrebbe titolare così la disavventura capitata ad un gruppo parrocchiale della città dei Sassi che aveva prenotato con largo anticipo una serata da trascorrere in un ristorante/pizzeria del luogo * . Il gruppo di otto persone, formato dal parroco, alcuni catechisti ed una giovane coppia con due figli rispettivamente di 5 anni e 3 mesi intendeva festeggiare appunto il nuovo arrivato.
Giunti al locale alle 21 in una serata di settembre (il 14 per l’esattezza) che non aveva più alcuna delle caratteristiche dell’estate (oltre al fresco spirava un discreto venticello) chiedevano di accomodarsi ad uno dei tavoli all’interno, tutti apparecchiati e liberi.
A questa richiesta il titolare/pizzaiolo del locale rispondeva che era “obbligatorio” accomodarsi ai tavoli all’esterno, insieme agli altri avventori. A nulla e’ valsa l’osservazione che la serata era fredda e la madre ed il neonato non potevano rischiare di ammalarsi !
Dopo molte insistenze si e’ chiarito il “motivo” del rifiuto: non si voleva fare torto agli altri ospiti del locale che avevano chiesto anch’essi,invano, di sistemarsi all’interno.
Sgomenti e sinceramente dispiaciuti i due camerieri, irremovibile il proprietario, allibiti ed increduli i parrocchiani costretti a riparare in un altro locale.
Impossibile giudicare la qualità della pizza, certamente inqualificabile e vergognoso il comportamento del ristoratore materano.
Erasmo Bitetti, Parrocchia Immacolata di Matera
Non capisco perchè sottolineare l’appartenenza al gruppo parrocchiale. Basta semplicemente raccontare la disavventura.
Poooooooverini! I parrocchiani hanno sempre la precedenza su tutti, a prescindere dall’ordine di prenotazione, che diamine!
Non i parrocchiani, ma il bambino di 3 mesi. Ma evidentemente è un concetto troppo complesso per te
bisogna informare il presidente della C.C.I.A.A. di Matera il quale espone uno striscione con la scritta “SPENDI NELLA TUA CITTA'”. errato forse dobbiamo continuare a spendere nelle zone limitrofe BARI ALTAMURA ecc. dove l’educazione dei commercianti risulta non paragonabile a quelli di mt.
E allora forza con MATERA 2019
E’ UNA VERRGOGNA INCOMPORTABILE NEI CONFRONTI DI GENTE PER BENE CHE AMA LE CARATTERISTICHE E L’AMORE CHE SI HA PER MATERA CITTA’ ANTICA, QUOTATA PER ESSERE LA CAPITALE DELLA CULTURA 2019. FOSSI IL PRESICENTE DELLA CAMREA DI COMMERCIO,
Ma perchè caro sig. Franco, perchè esiste un presidente della Camera di Commercio di Matera degno di questo nome?…..que siglore li pensa solo alle diete e cucina mediterranea, fiere, cavolate varie e ad APPANZARSI!!!!!!..lui ed i suoi amici senza vedere ciò che accade in città con negozi che chiudono e ristoranti nel centro storico che fanno prezzi da USURAI!!!!!!!!!!. e pacchetti sul turismo da zero e riporto di zero!!!!
Fanno bene i turisti a soggiornare fuori, questo è ciò che ci meritiamo!!!!!
Ps. Volevo ricordare che manca poco alle prossime elezioni AMMINISTRATIVE!!! e li RIDEREMO TUTTI!!!!!!!
li sto aspettando!!!!!
Da quando in cuai i servi del Signore si accomodano in ristoranti e pizzerie?…..Ma fatemi il piacere!!! Che esempio date ai cattolici? Ecco perchè molta gente non crede più al verbo di DIO.
Penso che una casetta la hanno la coppietta sopra citata con 2 figli ; be poteva anche preparare 4 focacce nel forno di casa e avrebbe sia risparmiato e sia festeggiato in santa pace.
e che c’entra ora sto commento?????ai fini del fatto accaduto che ce ne frega a noi della tua idea (ipocrita) sui comportamenti e i doveri dell’uomo cattolico???muahh….tutti bravi e santi dietro una tastiera
Bisognerebbe sentire il parere del gestore.Sarebbe bastato cambiare locale o lasciare un commento su siti appositi. Credo che la nostra città viva disagi ben peggiori di quello manifestato dai “poveri” parrocchiani dell’ Immacolata che già potendosi permettere una serata in pizzeria non dovrebbero lamentarsi di nulla……
Dalle risposte di Cosimo, Antonio, Matera devo concludere che c’è una certa dose di razzismo o di livore anti-cattolico. Questo potrebbe anche spiegare il comportamento del gestore della pizzeria. Inoltre, vorrei far notare ad Antonio, razzismo a parte, che “qua” si scrive con la “q”. Ma, ovviamente, non è soltanto la grammatica che dovrebbe correggere.
Sintesi : otto persone si recano in un ristorante che aveva organizzato il servizio serale solo all’esterno e non all’interno del locale. Le otto persone sono andate a cenare in un’ altra pizzeria…..SCANDALO!!!
Ho letto i commenti sull’accaduto.
Dal tenore del loro contenuto, a mio modesto avviso, occorrerebbe tenere in considerazione soltanto i fatti, senza alcuna valutazione di merito sull’appartenenza o meno a gruppi parrocchiali.
Il datto oggettivo è che, stando alla puntuale nota di cronaca riportata da SassiLive, in risposta alla lettera ricevuta che lamentava il torto ricevuto, un gruppo di persone, pur avendo prenotato la disponibilità di posti interni ad una pizzeria, in tempo utile per trascorrere una serata ventilata al coperto, spensierata tra familiari ed amici, si sono ritrovati privati del loro prenotazione. Da quanto risulta dalla cronaca riportata, infatti, parrebbe che il gestore dell’esercizio ed i suoi collaboratori avessero scelto, in quella particolare serata di vento, di accogliere le esigenze forse di un numero maggiore di clienti recatosi in pizzeria in tempi successivi a discapito del gruppo di amici e familiari, prenotati invece per tempo. Questi sono i fatti. Il resto appartiene ad altro genere di valutazioni di merito che sottolineano forme di pregiudizi e discriminazione del tutto gratuite verso libere aggregazioni di persone civili, anche di parrocchia. E se fosse capitato ad altre comitive, quelle c.d. del mondo laico del volontariato, oppure se si fosse trattato di persone occasionalmente aggregate per la circostanza amichevole di condividere un momento conviviale in pizzeria con tempestiva prenotazione, il dato oggettivo sarebbe rimasto lo stesso: perdita della tempestiva prenotazione a favore di una scelta discutibile fatta dai titolari della pizzeria. Meditiamo, gente. Meditiamo!
Io aggiungerei a questa vicenda un bel chissenefrega.
Ammiro quei servi del Signore che mostrano umiltà e seguono gli insegnamenti del vangelo e non giudico quelli che approfittano della veste che indossano perché c’è già chi lo farà.
Condivido il pensiero di passerotta… In fondo, Chi se ne frega….. abbiamo problemi ben piu’ seri a cui pensare in questa città , con tutto il rispetto per 4 o 8 parrocchiani che vanno a mangiare la pizza.
Poi se voi volete meditare sull’accaduto tanto importante e significativo fate pure ……. Mah