La musica popolare da alcune stagioni è la “regina” degli eventi estivi coinvolgendo i grandi nomi del rock e del pop mondiale. Ma non è stata “raccontata” tutta, se la più fortunata è stata la taranta, sono tante altre le danze, accompagnate da suoni e ritmi dei nostri antenati, che vanno ancora riscoperte. Tra queste c’è la tarantella lucana come la Tarantella Garganica, la Pizzica Bassa Murgia e Alto Salento, il saltarello di Amatrice, la Ballarella Ciociara che sono solo alcune delle tarantelle meno conosciute. Per Graziano Accinni, direttore artistico della Nona Edizione della Notte della Tarantella Lucana (organizzazione Mario Bellitti Management) che si è tenuta a Guardia Perticara la caratteristica ed originalità consiste nella parte devozionale; da noi per un buon 70% nei suoi canti e nei balli è devozionale la tarantella lucana, si balla al seguito delle Processioni, per raggiungere i Santuari Mariani Regionali con i Cinti Votivi. I musicisti usano zampogne, ciaramelle, arpe e tamburelli al passaggio dell’immagine sacra.Poi abbiamo i canti dedicati a tutti i Santi i Rosari e il Credo dei giorni che precedono il Natale e cosa più comune a tutte le regioni i brani dedicati al giovedì e venerdì santo che raggiungono l’apice della credenza popolare con brani tra i più ispirati del mondo e della Civiltà Contadina.
Nella Notte della Tarantella Lucana suoni migranti, suoni condivisi, suoni e ritmi che battono ancestrali nella nostre radici e che proprio delle nostre radici vogliono raccontare l’anima, le varie anime, in una contaminazione con musiche e danze del Mediterraneo. Lo spettacolo ha portato al centro dell’attenzione i linguaggi e le particolarità dei dialetti del meridione d’Italia, toccando repertori tradizionali e d’autore, mentre gli ospiti hanno cantato i propri repertori intrecciandone continuamente la forma con quelli meridionali. Durante la notte a Mimmo Maglionico e il suo gruppo PietrArsa sono stati consegnati il Premio Enotria 2019. Va ricordato che il Premio Enotria è stato ricevuto da importanti personaggi che con la loro musica hanno contribuito alla salvaguardia e alla divulgazione della Cultura Popolare del Sud Italia e del Mediterraneo,tra questi i lucani:Antonio Infantino, Pietro Basentini e Agostino Gerardi oltre ai campani Beppe Barra e Giovanni Mauriello il siciliano Alfio Antico, il Produttore Paolo Dossena e la grande ricercatrice e cantante Giovanna Marini. Alle soglie del decennale la Kermesse incrocia il suo programma con MATERA “Capitale Europea della Cultura 2019” dando spazio alle nuove generazioni di Gruppi Etnici e Folk di matrice lucana come gli Amarimai,LucaniaPower e JaskaRed provenienti dalla provincia di Potenza e di Matera in rappresentanza dell’intera Basilicata, riproponendosi come la manifestazione più originale della musica popolare lucana.
La vice sindaco di Guardia Maria Montani sottolinea il legame tra Premio Enotri ed evento di spettacolo e annuncia il progetto, a buon punto, per realizzare all’interno di Palazzo Montano, nuova sede municipale, un museo archeologico permanente con l’esposizione di una parte dei reperti di oltre 600 tombe di enotri. Il nostrapaatrimonio archeologico – dice il vice sindaco – si trova in musei regionali(Policoro, Metaponto, Potenza) ed esteri (Strasburgo). Intendiamo realizzare un contenitore culturale in grado di attrarre nuovi visitatori rafforzando la funzione di Guardia già traino del turismo nel Sauro. Per il sindaco Pasquale Montano – che è tra i pionieri che nove anni fa volle il Festival a Guardia – l’evento è diventato un attrattore che il prossimo anno con il decennale avrà diverse novità. Il cartellone estivo – aggiunge – è già ricco di iniziative che i visitatori dimostrano di apprezzare ma la cultura e le tradizioni sono il biglietto da visita del borgo tra i più belli d’Italia.
Per Graziano Accinni, direttore artistico della manifestazione e ricercatore della musica popolare etnica lucana oltre che esecutore con il gruppo Ethnos, l’evento conferma l’importanza di dedicare attenzione al nostro patrimonio culturale e pur apprezzando i tentativi di contaminazione tra i vari generi folk popolari di cui la taranta è l’espressione più diffusa e nota, di conservare quel rigore che Infantino ci ha insegnato. Alla Basilicata non è mancata una storia musicale: è mancata un’identità musicale. Si deve innanzitutto colmare una lacuna nella tutela e valorizzazione della musica popolare lucana ed in proposito il progetto di Graziano Accinni di spettacolo multimediale da portare in giro in Basilicata e fuori che ingloba al suo interno musica tradizioni e archivi storici della Lucania merita attenzione, promozione e adeguato sostegno. Con “Matera Capitale” la nostra Regione e la sua Cultura Popolare – sostiene Accinni – si ritrova al Centro dell’attenzione Europea e Mondiale aprendo a tutti le porte del suo passato con lo sguardo rivolto al futuro in modo da traghettare ai giovani tutti i saperi dei Nostri Avi.
sulla parte devozionale la Lucania per un buon 70% nei suoi canti e nei balli è devozionale la tarantella lucana si balla appresso alle Processioni sui Santuari Mariani Regionali con i Cinti Votivi con Zampogne Ciaramelle Arpe e tamburelli al passaggio dell’immagine sacra.Poi abbiamo i canti dedicati a tutti i Santi i Rosari e il Credo dei giorni che precedono il Natale e cosa più comune a tutte le Regioni i brani dedicati al giovedì e venerdì santo che raggiungono l’apice della credenza popolare con brani tra i più ispirati del mondo e della Civiltà Contadina.