Il farmacista e biologo materano Nunzio Longo, a margine dei suoi studi sulla storia della farmacia, si è imbattuto in alcuni documenti del Cinquecento ritrovati nell’Archivio di Stato di Matera. Ha intravisto la possibilità di ricostruire la storia della farmacia materana fin dai suoi primordi. I risultati della preziosa ricerca sono stati presentati, il dodici
maggio, nella storica Villa Caprile di Pesaro in seno al Congresso Nazionale di Storia della Farmacia.
Un documento di notevole valore è la Platea di Santa Lucia del 1598 che trova degli agganci particolari con la “Cronica de la città di Matera 1595-1596” del dott. Eustachio Verricelli. Questa storia mette in luce lo stato della cura farmaceutica così come veniva interpretata in pieno Cinquecento. Un altro medico lucano, Vincenzo
Bruno, coevo di Verricelli rende più sicura la notizia inerente alle fonti della cura di quei tempi. Ambedue partono dalle stesse fonti storiche come Galeno, Mattioli e Dioscoride. Come noi, oggi, assumendo antibiotici curiamo contrapponendo il principio attivo alla causa della malattia infettiva, così viene riesumata la cura
fondata sugli opposti.
Il manoscritto della Platea di Santa Lucia è illuminante perché ci parla del sito ove è ubicata la prima farmacia, denominata “Speciaria”: Salita Duomo al numero civco 1.
Un’altra curiosità storica è il rapporto tra le monache benedettine di Santa Lucia che allocavano la prima farmacia con un canone di ducati cinque a don Angelo Giordano. Non abbiamo notizie certe sulla sulla posizione sociale dello speziale materano nel Cinquecento. Però era in fieri, da parte di alcune classi sociali del tempo, tra cui gli
speziali, di essere riconosciuti come nobili per ottenere i privilegi inerenti a tale casta.
Presentata al Congresso Nazionale di Pesaro la prima farmacia materana. Una scoperta del farmacista lucano Nunzio Longo
Matera protagonista a Pesaro, città della cultura 2024, al 73° Congresso Nazionale di Storia della Farmacia che ha ruotato attorno al tema delle fonti manoscritte. L’evento, che si è svolto presso la storica dimora Villa Caprile, è organizzato dall’Accademia italiana di storia della farmacia. Durante il congresso, esperti ed appassionati della materia hanno condiviso le loro conoscenze, hanno partecipato alle sessioni informative ed hanno discusso degli sviluppi nel campo della farmacia storica. Relatore d’eccellenza per la Basilicata il farmacista materano Nunzio Longo, autore di numerose pubblicazioni di storia della farmacia locale, che ha presentato uno studio interessante sulla “Speciaria cinquecentesca materana”.
Lo studio di Longo parte dal ritrovamento di alcuni documenti cinquecenteschi custoditi presso l’Archivio di Stato della città dei sassi e che gli hanno consentito di ricostruire la storia primordiale della presenza della prima farmacia, detta spezieria, in città collocandola al civico numero 1 di Salita Duomo. Agganciato a questa ’speciaria’ il fisico Eustachio Verricelli che nella sua “Cronica de la città di Matera 1595-1596” descrive le terapie e le piante dell’epoca.
E’ lo stesso Verricelli ad essere testimone dell’esistenza di una eccellente ‘farmacopea naturale materana’ in cui la flora ha donato erbe e piante medicamentose e curative da cui sono stati prodotti decotti, infusi, miscele utili per guarire le malattie di adulti e bambini.
Nella sua relazione Longo ha messo in luce alcuni aspetti fondamentali della ricerca farmaceutica e farmacologica del tempo: già allora le modalità di cura farmaceutica traevano spunto e insegnamento da luminari come Galeno, Mattioli e Dioscoride. Nel ‘500 era già ferma convinzione che la cura farmacologica dovesse fondarsi sulla ‘teoria degli opposti’ che si è tramandato sino ad oggi, tanto che con l’assunzione di antibiotici curiamo la malattia infettiva contrapponendo il principio attivo alla causa della malattia stessa.
La storicità documentale ha portato Longo ad imbattersi anche in argomentazioni del medico e filosofo melfitano Vincenzo Bruno che cita ancora Galeno come ispiratore originale di diverse metodologie curative fondate sulla ‘medicina ippocratica’ basata sulla fiducia nella capacità di guarigione intrinseca all’organismo. Si sviluppa così la ‘teoria degli umori’ in base a cui si riteneva che il corpo umano fosse permeato da quattro umori decisivi: sangue, muco, bile gialla e bile nera, tutti in grado di mantenersi in equilibrio (eucrasia) portando salute all’organismo. Qualora ci fosse stato un solo squilibrio (discrasia), il corpo avrebbe avuto un decadimento che sarebbe sfociato nella malattia.
Nella sua relazione Longo cita il manoscritto la ‘Platea di Santa Lucia’ in cui si narra del rapporto tra le monache benedettine di Santa Lucia e lo speziale don Angelo Giordano, a cui fittarono la prima farmacia locale con un canone di cinque ducati. La Platea altro non è che un documento ecclesiastico contenente un inventario dei possedimenti di monasteri, chiese o diocesi.
Per Nunzio Longo “è motivo di orgoglio aver presentato la ‘speciaria materana’ al Congresso Nazionale di Storia della farmacia perché Matera ha dimostrato di avere in ambito farmaceutico una valenza storica immensa che risale già al 1598. Già allora la ‘speciaria’ aveva un ruolo fondamentale e di prestigio presso la gente altolocata e tanto si dimostra dal fatto che l’ubicazione non era nei rioni sassi abitati dalla gente più povera, ma a ridosso e quindi in un’area in cui risiedevano i ricchi del tempo”.
Si complimenta con Nunzio Longo “per questa sua scoperta e per averne portato i risultati in un congresso nazionale” il Presidente Regionale di Federfarma Basilicata Antonio Guerricchio che sottolinea “l’importanza di
questa ulteriore scoperta storica che ci fa comprendere che siamo parte- come farmacie- di un sistema di assistenza territoriale che parte da molto lontano e che, evolvendosi costantemente, è arrivato ai nostri giorni conservando la sua missione originale di aiutare le persone a stare meglio ponendo l’ascolto alla base di tutto”.