Riportiamo di seguito le riflessioni della Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali sulla omotransfobia.
Si è svolta nei giorni scorsi, in videoconferenza, l’Assemblea dei responsabili dei movimenti della Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali. Alla luce della preoccupante condizione socio-economica della Basilicata, caratterizzata dall’emergenza lavoro e dalla inarrestabile emigrazione giovanile – che richiederebbe il totale impegno di quanti hanno a cuore veramente il bene comune – la Consulta ha programmato alcune iniziative da presentare ai Vescovi Lucani, per tradurre anche nel sociale l’impegno dei credenti:
1) Un incontro nel prossimo settembre, ispirato all’Enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, con lo scopo di favorirne la ricaduta nella nostra regione, in termini di ecologia integrale, giustizia, solidarietà e politiche concrete in direzione dello sviluppo sostenibile;
2) La convocazione di tutto il laicato lucano, per maggio 2021, in occasione del 30° anniversario del viaggio in Basilicata di San Giovanni Paolo II, al fine di riattualizzare i suoi messaggi profetici rivolti soprattutto ai giovani incontrati nello stadio Viviani di Potenza in funzione di uno sviluppo integrale della regione (aveva appena firmato la “Centesimus annus” per ricordare il centenario della “Rerum novarum”, la prima enciclica sociale della Chiesa).
L’Assemblea, a margine dei propri lavori, si è anche interrogata su alcune questioni che emergono dalla cronaca politica di questi giorni, ed ha in particolare condiviso il recente invito che la Conferenza Episcopale Italiana ha rivolto al Legislatore affinché non si faccia inopportuno ricorso ad un intervento legislativo per contrastare le pur esecrabili forme di discriminazione in materia di cosiddetta “omotransfobia”.
Si tratterebbe infatti di un provvedimento “inutile”, dal momento che l’ordinamento italiano già dispone di chiare norme finalizzate a reprimere ogni forma di discriminazione, e “un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione” facendo intravvedere pertanto un tentativo più ideologico che sostanziale.
Una legge in tal senso rischierebbe di limitare di fatto la libertà della Chiesa di annunciare il proprio bimillenario insegnamento evangelico in materia di famiglia, sessualità ed educazione; in pari tempo si corre il rischio di colpire chiunque, in ottica puramente laica, creda nel principio della complementarità sessuale come requisito di base sia per la famiglia umana che per l’adozione, o voglia più semplicemente ribadire il diritto del bambino ad avere un padre ed una madre e ritenga aberrante la pratica dell’utero in affitto. L’assemblea del laicato regionale della Basilicata ha quindi espresso l’auspicio che il Parlamento (e in particolare quanti in esso si riferiscono alla dottrina sociale della Chiesa) dedichi al tema un supplemento di riflessione superando ogni intento ideologico della questione e si concentri piuttosto sulla ripresa post-covid che al Sud si presenta ancora più problematica che nel resto del paese.