E’ stato pubblicato online il nuovo numero di “Mondo Basilicata”, la rivista di storia e storie dell’emigrazione lucana, edita dal Consiglio regionale della Basilicata.
Il periodico, curato graficamente da Luciano Colucci, nella sezione denominata “Primo Piano” offre spazio ad “Amabili confini”,un’iniziativa che attraverso il suo originale percorso di cultura
partecipata, intende valorizzare le periferie trasformandole in luoghi di bellezza e di memoria,
riconnettere gli abitanti all’identità storica del proprio quartiere, rafforzare il senso di
appartenenza alla comunità e abbattere i confini ‘elitari’ della letteratura.
A seguire la sezione denominata “Periscopio” dedicata al Premio “Lucani insigni”, un riconoscimento a chi, con il proprio operato, rappresenta e diffonde l’identità della Basilicata nel mondo. Onofrio Donzelli, Giuseppe Joe Mazza, Pasqua Teora, Mauro Antonio Di Vito e Donato Capece i vincitori dell’ultima edizione.
La rubrica “Racconto” ci svela le passioni di Flavio Nocera, il ricercatore lucano che ha contribuito a trovare una nuova finestra per guardare l’universo, mentre il “Saggio” ospita un contributo di Cristoforo Magistro sulle truffe alle quali erano esposti gli emigranti durante la grande emigrazione. Il “Ritratto” di questo numero è offerto a Giuseppe Ricciuti, il medico che per 43 anni esercitò la sua professione all’interno dell’ospedale “San Carlo” di Potenza dedicandosi all’igiene e alla gestione medico-sanitaria delle corsie.
“Il giorno delle nuvole”, l’ultima fatica letteraria di Dino De Angelis, storyteller lucano, è ospite della rubrica “Scaffale” mentre “Intervista” è dedicata a Enza Leone, la chef de cuisine originaria di Gorgoglione e alla guida della brigata dell’“Osteria Pico”, un piccolo paradiso del gusto di una volta nel cuore tufaceo dei Sassi di Matera.
La sezione “Percorsi d’arte” è dedicata alla pittrice originaria di Francavilla Sul Sinni, Enza Viceconte. “Parolando”, la rubrica curata da Patrizia Del Puente, ci aiuta a rispolverare le parole di un mondo che non c’è più ma che può continuare a vivere finché conserveremo il nostro patrimonio linguistico.