E’ possibile immaginare un turismo diverso da quello mordi e fuggi proposto dai grandi alberghi sulla costa metapontina? Esistono nicchie di mercato che cercano esperienze di viaggio speciali e più autentiche? Focalizzando l’attenzione su queste domande, si sono svolti i lavori del laboratorio partecipato, in programma al centro Tilt di Marconia, martedì 27 e mercoledì 28 ottobre scorsi, nell’ambito di P-stories, Pisticci città narrante.
Le due giornate di studio dedicate al turismo di comunità, che hanno visto la partecipazione di esperti del settore, hanno rappresentato innanzitutto un momento di arrivo per il progetto, operativo sul territorio da due anni, ma si sono poste anche come un punto di partenza per fare il salto verso un modello imprenditoriale turistico sostenibile anche sotto il profilo economico.
Dopo aver fatto emergere le storie più significative inscritte nella geografia di Pisticci, P-stories intende creare, infatti, un vero e proprio market place turistico online, dove offrire agli abitanti temporanei servizi esclusivi e autentici, dall’home restaurant a casa della massaia che custodisce le ricette della tradizione, al birdwatching con l’appassionato di fotografia naturalistica, passando per le passeggiate etimologiche e le visite ad aziende del territorio che si distinguono per l’attenzione all’ambiente.
A confermare la fattibilità dell’idea, una serie di testimonianze che si sono susseguite nella mattinata di martedì, durante la quale si è dato spazio all’attività di benchmarking, analizzando i casi presentati da Chiara Rabbiosi, ricercatrice presso l’Università di Bologna. All’incontro hanno partecipato anche Mariella Stella e Francesca Solano di CasaNetural (Matera) e Giovanni Berardi di Tarantovecchia.org, che hanno raccontato la loro esperienza, sottolineando tanto le potenzialità quanto le criticità rilevate direttamente sul campo. La sessione di lavoro si è conclusa con l’intervento di Salvatore Lobreglio del Gal Cosvel, che ha dichiarato di apprezzare i progetti bottom-up come P-stories, preferendoli alle iniziative turistiche che “introducono artefatti, dando un’immagine non veritiera dei luoghi”. Rossella Tarantino della Fondazione Matera 2019 ha invece evidenziato le connessioni che potranno crearsi con le iniziative della Capitale europea della Cultura 2019.
Il “Muro Nomade” di Fedele Congedo, consulente di FormezPA, ha accompagnato le attività della giornata di mercoledì, che si è configurata in una modalità maggiormente operativa. I partecipanti hanno potuto apprendere ed iniziare ad applicare la metodologia del co-working generativo utile nei processi decisionali inclusivi e, insieme a Marco Geronimi Stoll di Smarketing, hanno lanciato uno sguardo diverso sul marketing, capace di andare oltre la pubblicità consumista con i suoi costi economici, etici ed estetici e di puntare ad una comunicazione low budget trasparente, diretta, chiara, semplice e autonoma.
Acquisiti gli strumenti necessari, ora toccherà alla comunità pisticcese mettere a sistema le varie opportunità intavolate dal progetto P-stories, per dare vita ad un’efficace modello turistico locale ispirato allo “slow business”.
Per il momento, le storie raccolte negli scorsi mesi sono state digitalizzate e risultano già fruibili sia sulla piattaforma web www.pstories.it, sia attraverso le tracce urbane che hanno guidato il walkabout svoltosi martedì pomeriggio nel centro storico di Pisticci, condotto da Carlo Infante di Urban Experience, main partner di progetto.
“Le persone sono i contenuti”, hanno concluso Massimiliano Selvaggi e Luigi Vitelli, i due project manager di P-stories, Pisticci città narrante, che guardano con grande ottimismo agli sviluppi futuri del progetto, ideato da Allelammie e finanziato nell’ambito di Visioni Urbane.