Venerdì 20 ottobre 2017 alle ore 17 presso la Casa di spiritualità S. Anna in Matera è in programma il convegno “Don Milani – ha ancora qualcosa da dirci?”, organizzato dall’Ufficio diocesano della Pastorale scolastica. Interviene Paolo Landi, ex alunno di Don Milani. Presiede l’arcivescovo di Matera-Irsina mons. Antonio Giuseppe Caiazzo.
Di seguito la nota inviata sull’incontro con Paolo Landi da Padre Basilio Gavazzeni
Viene a Matera Paolo Landi. Fu uno dei ragazzi cresciuti a Barbiana da don Milani. Viene ad animare un paio di incontri dedicati al Priore, prima dall’Arcidiocesi di Matera- Irsina, poi dall’Associazione Antiracket e Antiusura Famiglia e Sussidiarietà. Può essere un alto momento di riflessione per la città volta all’innalzamento del 2019.
“En passant”, visto che la cultura si dice che vi sia, cosa sia nessun lo sa, mette conto almeno non compiacersene solitariamente, ricordando proprio la concezione milaniana: “La cultura è una cosa meravigliosa come il mangiare ma chi mangia da solo è una bestia, bisogna mangiare insieme alle persone che amiamo e così bisogna coltivarsi insieme alle persone che amiamo.”
“Paolo Landi FILTA CISL Milano” (sic) appare nell’elenco degli “autori, sotto autori, ecc.” della “Lettera a una professoressa”, subito dopo Francuccio e Michele Gesualdi, fra quelli che più o meno collaborarono al testo. A Milani stesso risale la cartellina con la raccolta dei foglietti che furono sostanza di quell’esemplare laboratorio di scrittura.
Come altri più grandicelli Paolo Landi venne mandato all’estero a completare la propria formazione durante i periodi estivi. C’è una lettera inviatagli dal Priore, il 29 luglio 1965, che è una chiara apologia dell’educazione morale dei cattolici “succo della secolare paternità della Chiesa” confrontata con quelle sia protestante sia laicista. Un inno alla libertà di coscienza da esercitare con rigore. E quale pungente tematizzazione del celibato e della necessità di non correre avventatamente al matrimonio vi è svolta!
Nella parte seconda della “Lettera”, paragrafo “Inghilterra”, ci si riferisce a Paolo Landi e ad Aldo Bozzolini. I due erano passati all’Istituto Tecnico Leonardo da Vinci di Firenze per approfondire lo studio delle materie tecniche. La loro riuscita “in partibus infidelium” è attribuita alla lezione di Barbiana: “Passano come pierini”, scrive con fierezza il protagonista.
Ho conosciuto personalmente Paolo Landi in alcuni congressi romani della consumeristica Adiconsum di cui è stato la guida impareggiabile. Di sicuro molti, come me, hanno goduto per anni via radio del suo affabile e perspicuo magistero quotidiano sull’economia dei consumatori e delle loro famiglie. Bisogna essere grati a chi ne ha caldeggiato la presenza fra noi.
Padre Basilio Gavazzeni
Riportiamo di seguito un altro intervento di Padre Basilio Gavazzeni in occasione degli incontri con l’alunno di don Milani, che si svolgeranno venerdì 20 ottobre 2017 alle ore 17 presso S. Anna a Matera e sabato 21 ottobre 2017 alle ore 11 nell’aula magna Salvatore Scardillo dell’Istituto Tecnico Commerciale e Geometri “Loperfido – Olivetti”.
Don Lorenzo Milani e Pier Paolo Pasolini
A Matera i due incontri imminenti con Paolo Landi ex alunno di Don Milani offrono l’occasione di scrivere un paio di cose sul rapporto a distanza fra il prete di Barbiana e il poeta regista.
Pasolini recensì tra i primi “ Lettera a una professoressa”. Vedasi “ La cultura contadina della scuola di Barbiana” , “ Momento” (gennaio 1968), ora in P. P. Pasolini “ Saggi sulla politica e sulla società”, “ i Meridiani” , Mondadori, Milano , 1999. Ne parlò anche in televisione. I ragazzi di Barbiana ne criticarono alcune affermazioni, ma apprezzarono la definizione che lo scrittore corsaro dette della “Lettera”: “ uno dei più bei libri che io abbia mai letto in questi ultimi anni : un libro straordinario anche per le qualità letterarie.”
Pasolini non salì mai a Barbiana.
Don Milani amava vedere insieme ai ragazzi i film che riteneva utili alla loro formazione.
Pochi sanno che intercorse una corrispondenza fra lui e il regista Maurice Cloche, premio Oscar come maggior film straniero con “ Monsieur Vincent “ ( 1949) . Nel 1952 Milani inviò a quel regista addirittura il soggetto cinematografico di una “ Vita di Gesù”che non andò in porto.
Il prete di Barbiana a suo tempo sottolineò l’assoluta buona fede del film cristologico di Pasolini. I pregi : “ le scene mute sono molto belle e per loro natura fanno fare ai protagonisti una figura di persone spirituali ed elevate” , perfino ad esempio il silenzio tra due personaggi negativi quali Erodiade e la figlia Salomè che si determinano a far eliminare il Battista. Di tali particolari, sostiene Milani, “ce n’è un monte”.
Del capolavoro pasoliniano “ alieno dalla ricerca della popolarità a buon mercato” rileva il flop al botteghino : “ il cine era vuoto.”
Al film però rinfaccia il “classismo elementare”. Acuta l’osservazione che nella passione “ i poveri sono scappati tutti […] a seppellirlo c’erano solo due ricchi (Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo) “. Così riferisce il Vangelo.
Ma alla fine don Milani ribadisce : “Meravigliosi sono invece i visi che si vedono in primo piano. Scelti benissimo i personaggi.” Questo si legge nella lettera circolare sesta ai suoi ragazzi all’estero. (2 agosto 1965).
Basilio Gavazzeni
Nella foto Paolo Landi