Venerdì 18 dicembre 2020 dalle ore 19,15 sulla pagina facebook “Centro Studi Leone XIII” è in programma il webinar “Parco del Vulture – le nostre idee” c0n con Nina Chiari, Michele Grieco, Gianpiero Perri, Antonio Romano. Di seguito la presentazione dell’evento.
Il Parco del Vulture, istituito con legge regionale nel novembre 2017, ha lo scopo di conservare e di tutelare il patrimonio boschivo ed ambientale in genere in ogni sua componente e di promuovere e sviluppare attività economiche compatibili con il territorio. E tutto questo ridotto in estrema sintesi (la legge è spiegata in circa 40 pagine) favorisce uno straordinario volano di sviluppo culturale e socioeconomico in generale. In pratica, nel Vulture c’è lavoro per tutti perché ci sono le condizioni per invertire la tendenza in atto che impoverisce il territorio e favorisce emarginazione ed emigrazione. E quindi siamo in presenza di due opposti: a) alti indici di disoccupazione, di impoverimento delle attività economiche, di emigrazione giovanile ed intellettuale; b) straordinarie possibilità di sviluppo culturale, sociale ed economico attraverso un uso sostenibile del territorio e delle sue vocazioni. Vien da ricordare, a questo punto, che in regione vi sono due eccezionali situazioni particolarmente emergenti rispetto alle altre: abbiamo il petrolio, bacino che assicura il 60 per cento del greggio in Italia e abbiamo la Fiat, azienda tecnologicamente avanzata tra le prime in Europa. Con queste due situazioni fuori dal comune che garantiscono straordinarie ricchezze per l’intera regione, negli ultimi 25 anni la classe politica regionale di sinistra ci ha trascinati verso il fondo, verso disoccupazione-sottoccupazione-emigrazione-povertà-clientelismo evidentemente per incapacità di gestire le risorse e le opportunità del territorio.
Ora noi vogliamo che si chiarisca una volta per tutte: il Parco dovrà diventare: a) luogo di spesa per circa 300 mila euro l’anno e fare qualcosina qua e là (cioè un carrozzone), e allora va bene che a dirigerlo sia uno messo lì con criteri da spartizione delle poltrone ; b) luogo di sviluppo sostenibile per capacità attrattive e centralità di interessi economici dell’area per occupazione produttiva, e allora ci vuole un manager creativo dalle elevate capacità culturali ed imprenditoriali.
Noi chiediamo che si chiarisca se il Paro del Vulture debba essere mantenuto e sovvenzionato con contributi pubblici come si fa per le situazioni in sofferenza o invece proporsi motore di sviluppo traendo risorse per sé e anche per altri. Basta contributi pubblici a carrozzoni inutili e dispendiosi. E’ tempo di fermare l’emorragia dei nostri ragazzi che lasciano la regione e vanno via a cercare lavoro.