Pasquale Doria (Amici della Biblioteca): “La vicina Puglia apre una nuova Biblioteca in una caserma dismessa, noi dobbiamo difendere in piazza la Biblioteca Stigliani”. Di seguito la nota integrale.
Il paragone con la vicina Puglia è inevitabile. Generalmente, non è consigliabile affidarsi ai luoghi comuni, tipo l’erba del vicino è sempre più verde, a meno che sia possibile dimostrare il contrario con dati inconfutabili. Una premessa. La questione della Biblioteca provinciale di Matera approda a un importante traguardo: insieme, studenti e cittadini uniti, si sono dati appuntamento lunedì 25 marzo, dalle 10, in piazza Vittorio Veneto per chiedere con fermezza l’interruzione del mortificante tira e molla che si trascina stancamente ormai dal 2105. Si tratta di garantire le risorse necessarie per lo svolgimento delle attività, non solo quelle ordinarie, di un presidio in cui oltre al deficit economico si aggiunge quello della mancanza di sufficienti risorse umane. Il personale è passato da 45 unità a 12, con la grave assenza di almeno un bibliotecario dal 2017, degli aiuti bibliotecari e dello staff degli agenti culturali incaricati di proiettare le attività della Biblioteca ben oltre le mura della sua antica e prestigiosa sede. Con il risultato che l’apertura al pubblico risulta gravemente mutilata e le attività ridotte.
Andiamo al fatto. La Regione Puglia ha stabilizzato le biblioteche provinciali da tempo, in più, lunedì 18 marzo ha stanziato oltre 3 milioni di euro a favore della ex caserma Rossani, Risorse destinate ad assicurare la piena fruibilità ed accessibilità di una nuova biblioteca pubblica. Una lungimirante operazione di rigenerazione urbana che nasce dalla necessità di assegnare nuova destinazione e significato a parti di città che per varie ragioni hanno perso la loro originaria funzione. In questo caso, la Puglia dimostra un impegno concreto nel preservare il patrimonio culturale delle biblioteche salvaguardando il patrimonio esistente, è il caso delle Biblioteche provinciali, investendo al contempo risorse nuove e significative per garantire il loro sostentamento e lo sviluppo anche tramite l’avvio di nuove realtà legate al concetto di aggregazione e socializzazione.
Se i vicini di casa si dimostrano all’avanguardia nel proteggere le biblioteche come pilastri della conoscenza e dell’educazione, se puntano sulla condivisione, risorse accessibili e vitali per lo sviluppo e la crescita, non si può certo dire la stessa cosa della Basilicata, che stenta invertire la tendenza al declino delle risorse bibliotecarie.
Cosa si chiede, dunque, alla Basilicata? Ancora una volta, si chiede un maggiore sostegno e consapevolezza riguardo al valore culturale e educativo che queste istituzioni offrono in chiave culturale e sociale e di affrontare con un atteggiamento più proattivo la valorizzazione e il ruolo delle biblioteche nella comunità. Una richiesta che arricchisce tutti, senza distinzioni.