Pasquale Stano in una nota ricorda il materano Onofrio Tataranni, il canonico patriota vissuto nel periodo dell’Illuminismo. Di seguito la nota integrale.
A 220 anni dalla Repubblica napoletana nell’anno della cultura europea di Matera, credo, crediamo sarebbe stato più che giusto dedicare un paio d’ore di un intero anno alla figura di Onofrio Tataranni uno tra i pochissimi illuministi che la città di Matera a donato al secolo dei lumi ed a noi tutti, essendo il canonico tra i primi se non il primo ad intuire il bisogno per l’Europa di una unione confederata più che di uno stato imperiale, pensiero che è alla base dell’attuale Unione Europea. Andò oltre, immaginò quello che oggi, in soldoni, sarebbe l’ONU. Credo che una città, di una figura tale se ne farebbe vanto, fregio come d’una medaglia sul petto ancor più se Capitale Europea… Ad Altamura in questi giorni si celebrano i 220 venti anni dalla Repubblica Napoletana, giustamente direi perchè in una città in cui era già presente un’università intesa come polo di istruzione ed idee, che l’idea di Repubblica si diffondesse era normale, purtroppo sovvenzionava involotariamente l’imperialismo francese. A Matera città prevalentemente di cafoni, il bisogno primario era la terra non gli ideali, che nessuno diffondeva o non riusciva a diffondere, quindi la rivoluzione del 1799 fu indotta, ed i semplici vi credettero pure, ma alla fine furono come sempre accade ai cafoni solo utilizzati, finirono per non accettare più l’idea di Repubblica per come era stata malamente a loro applicata. Grazie al loro bisogno dicevamo, atavico di terre, ma come per Pentasuglia e Giannuzzi, qualche rivoluzionario naturalmente tra i più colti, Matera lo produsse, tra questi (se non unicamente) il canonico Onofrio Tataranni, redatore del catechismo per educare i sudditi a divenire cittadini, divenuto il catechismo ufficiale della Repubblica Napoletana, naturalmente in ambito repubblicano, da concorso vinto. Il Tataranni per le sue idee non è martire solo perchè protetto dalle amicizie nella chiesa materana dove si rifugiò da Napoli, altrimenti avrebbe fatto compagnia sul patibolo a Mario Pagano e agli altri martiri noti. Che la città di Matera non ricordi questa figura, non celebri questa figura anche per sola mezza giornata, ma anche apponendo una semplice corona floreale nell’unico luogo che lo ricorda, appunto via Onofrio Tataranni fa specie. Non partecipe neanche nel dossier di Matera 2019 in cui tutto volge all’Europa se non brevemente accennato nel primo provvisorio dossier della candidatura. Dovremmo chiedere agli altamurani di ricordarlo, anzi ora che ben ricordo, lo hanno già fatto venti anni fa, nel bicentenario della Repubblica Napoletana. E’ dovere del comune di Matera, gli storici come Giovanni Caserta prima ed Antonio Lerra poi, hanno fatto già il loro dovere riscoprendo e discutendo dalla figura e del suo importante ruolo nella Republica Napoletana. Come per Giambattista Pentasuglia nel 150° dell’unità d’Italia, Matera deve equamente celebrare Onofrio Tataranni nel 220° della Repubblica Napoletana, preludio meridionale all’unità d’Italia, ancor più quando è capitale di quella cultura europea che il Tataranni auspicava. Bisogna tener conto che mai nulla è stato fatto, neanche nel 200° anniversario. Manca una settimana alla fine dell’anno, siamo ancora in tempo.
Pasquale Stano