Michele Petraroia, coordinatore Anpi Basilicata, in una nota invita Padre Flavio Lauria in Basilicata a discutere di emigrazione e immigrazione. Di seguito la nota inviata a Padre Flavio Lauria, al Centro Lucani nel Mondo, al Comune di Rotonda e alla sezione Anpi di Lauria.
Padre Flavio,
per il tuo tramite invio a tuo padre Antonio gli auguri più belli per i suoi 100 anni, e unisco la mia voce a quella della comunità di Rotonda che lo vide partire per l’Argentina nel 1949, salutato da un’infinità di amici e parenti. La sua storia è simile a quella di milioni di emigranti italiani, in gran parte meridionali, costretti ad andar via dalla propria Terra, ieri come oggi, in cerca di una prospettiva migliore per sé e per la propria famiglia. Ancora negli ultimi 15 anni hanno lasciato il Mezzogiorno 2 milioni di persone esattamente per le stesse ragioni che spinsero a farlo a tuo padre 72 anni fa a conferma che c’è necessità di un cambio di paradigma socioculturale sul fenomeno migratorio come quello indicato da Papa Francesco in diverse Encicliche e in particolare in “Fratelli tutti”
Ho avuto modo di conoscere e apprezzare il vostro lavoro su queste materie come Padri Scalabriniani su Buenos Aires, di leggere le ricerche accurate del vostro Centro Studi CEMLA tra i più rigorosi dell’America Latina e a livello internazionale, e di prendere atto direttamente del tuo impegno sia nella Conferenza Episcopale Argentina che nella Commissione sui Migranti di cui ti occupi da tempo. Custodisco nel cuore i ricordi del seminario che tenemmo insieme a Buenos Aires nel 2019 in ricordo del Direttore del CEMLA e in cui intervennero tra gli altri relatori anche Rocco Curcio noto esponente lucano ed ex-parlamentare e Nuccia Sassone docente della Dante Alighieri ed emigrata come tuo padre da Rotonda in anni più recenti.
Ti aspetto in Lucania per promuovere insieme un evento in cui soffermarci su emigrazione e immigrazione, per ribadire il valore dell’accoglienza, dell’integrazione culturale e dell’inclusione sociale contro ogni razzismo, discriminazione o xenofobia. Sarà utile ricordare a tutti la bellezza del rispetto per ogni essere umano che arriva, al di là del colore della sua pelle, della religione, del sesso o della lingua.
Come negli anni ’60 e ’70, il fenomeno migratorio dal sud e in particolare dalla Basilicata prosegue tuttora a ritmi vertiginosi, invito chiunque a vedere quello che succede al terminal autobus di Villalongo quando si chiudono le feste natalizie, una marea umana incredibile si riversa negli autobus pronta a partire per le destinazioni del centro-nord e all’estero, senza contare le migliaia di persone che partono in auto o in treno; questo a conferma del fatto che poi andando al concreto, stringi stringi, i giovani lucani e non solo se vogliono lavorare devono andar via, la Basilicata è una regione ottima per gli occhi e le papille gustative, ma senza prospettive per un lavoro, per il futuro di tanti giovani che hanno studiato anni sui libri e che alla fine del ciclo di studi scappano per non rimanere condannati a vivere una vita di attese pur di non andare via. Del resto l’aver istituito l’università della Basilicata ha soltanto avuto il pregio di aver aumentato il numero di facoltà universitarie che prima erano appannaggio solo di Bari, ma poi quando si finisce il ciclo di studi si va comunque via, in tanti si sono condannati dopo aver finito di studiare rimanendo a Matera in attesa della beata speranza, gli anni sono passati e quando hanno deciso di andare via era troppo tardi; oggi il mondo del lavoro credo sia molto piu’ selettivo di una volta, se non esci dall’università con il massimo dei voti e con una caterva di master non hai speranze, meglio puntare subito dopo il diploma a qualcosa di concreto piuttosto che perdersi in anni di studi e non concludere niente sbandierando una laurea che oggi serve a poco se non esci al top dall’università, non e’ piu’ l’università del boom economico dove non facevi in tempo a laurearti che arrivavano richieste dalle aziende a valanga.