Caterina Policaro (Istituto comprensivo Torraca di Matera): “Garantire il diritto all’istruzione e combattere la povertà educativa, più complesso ai tempi del Coronavirus”. Di seguito le riflessioni nella Giornata Internazionale dell’Educazione che si celebra proprio oggi domenica 24 gennaio.
“L’educazione e l’istruzione sono, in questo delicato periodo dagli equilibri sociali scossi dalla pandemia, una grande responsabilità. Da mesi, da Dirigente Scolastico con tutti i miei colleghi/e, ci siamo trovati a dover organizzare e garantire sia a distanza, ma soprattutto in presenza, che le nostre scuola potessero essere frequentate da tutti/e, fornendo device o modalità per gli alunni più fragili o con disabilità, proprio a garanzia del diritto all’istruzione che deve sempre andare di pari passo con quello alla salute.
L’educazione e l’istruzione sono, infatti, diritti umani universali che nella Costituzione Italiana si traducono con il diritto a un’istruzione elementare gratuita e obbligatoria, per tutti i bambini e le bambine, per tutti i cittadini e le cittadine. L’istruzione obbligatoria dovrebbe essere gratuita ovunque e a ricordarcelo è la celebrazione odierna, 24 gennaio, per il terzo anno, dell’istituzione della Giornata internazionale dell’educazione e dell’istruzione, voluta dall’Assemblea generale delle Nazioni unite.”
Lo dichiara Caterina Policaro Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo Torraca di Matera, polo formativo regionale FutureLabs per le competenze digitali.
“Educazione da mettere al centro di ogni processo di crescita e sviluppo sostenibile. Educazione che si traduce con pratiche di inclusione, con la creazione di uguali condizioni, con la riduzione del divide tra i paesi più ricchi e quelli con meno risorse, in Basilicata tra città e piccoli comuni, fornendo tutte le opportunità possibili per “spiccare il volo” con i propri talenti e le proprie competenze.
Una sfida contro ogni differenza sociale e umana che la scuola raccoglie, quotidianamente. Una sfida ancor più grande quella che affrontiamo dal 2020, pur tra mille difficoltà, con la didattica a distanza o digitale integrata a cui l’emergenza covid ci ha “costretto”, velocizzando in maniera esponenziale quanto fatto per le competenze digitali di docenti, alunni e famiglie negli ultimi anni. La tecnologia è un mezzo per far scuola e per rimanere in relazione, per aumentare ancor di più, con l’uso del digitale, la capienza dello zaino di cose da “saper fare, saper essere, saper comprendere”. Per questo serve oggi tanta formazione e tanta consapevolezza di vivere modalità nuove di far scuola e di includere.
Purtroppo, e lo dico con la consapevolezza di chi dirige una istituzione scolastica, dopo anni e anni da docente, il numero di minori che sono stati privati della possibilità di ricevere un’istruzione è aumentato drammaticamente durante i vari lockdown. Anche nella nostra Basilicata, nei territori dove la connessione non arriva ancora facilmente. Ecco, forse è arrivato il momento di considerare anche il diritto alla connettività come conditio sine qua non per l’istruzione, la formazione, l’abbattimento delle differenze sociali e tra comunità.
Ancora una volta dobbiamo lavorare perché nessun bambino o bambina resti indietro. La povertà educativa è un problema serio a cui tutti dobbiamo dare un contributo per la sua soluzione, a partire dalle istituzioni.
Lavorando per dare a tutti/e la possibilità di utilizzare consapevolmente le capacità, i valori e le conoscenze per costruire il proprio futuro. L’educazione e l’istruzione sono alla base della crescita economica, della coesione sociale, dei valori italiani ed europei come la democrazia e l’uguaglianza, la libertà. Ci serve, in questo momento storico anche un po’ di visione perché l’educazione è cosa di cuore, diceva Don Bosco. Ed è quello in cui continuerò a credere sempre io provando a mettere a disposizione ogni opportunità al mondo scolastico con cui mi relaziono e non solo.”