Il “Salotto Letterario” lagonegrese intitolato alla grande poetessa italiana Santina Maccarrone, in arte Donata Doni, nata a Lagonegro nel 1813 e laureatasi a Padova, docente in Romagna, è stato fondato e continua la sua azione culturale e pedagogica grazie alla Professoressa Agnese Belardi, scrittrice a sua volta, accompagnata da una folta schiera di solerti amiche associate.
Dal 25 al 30 novembre si è svolta la settima edizione di “Novembre in Rosa”, in cui è stata premiata la poetessa materana Antonella Pagano con l’ultima sua fatica letteraria “Cantò come dea”, Nemapress Edizioni, un pregnante testo che oltre a tre poemi contempla saggi di peculiare interesse sociale, pedagogico, di denuncia elegante, com’è da sempre la sua scrittura. Con il Patrocinio della Regione Basilicata, dei Comuni di Lagonegro e Potenza, ma anche con il Patrocinio di Parrocchie e Associazioni, la cittadina lucana si riconferma solida nell’impegno di promuovere la cultura e animare tutto il territorio, con una chiara economia di ritorno.
Di seguito l’intervista rilasciata da Antonella Pagano per il Premio “Donata Doni”:
“Direi che nel mese in cui la terra mostra il volto autunnale, mentre principia la gestazione silenziosa e feconda del verde, dei fiori, delle gemme, dei frutti che verranno, la cura non deve abbassare la guardia. Ecco che una docente, madre e cittadina solerte dichiara, in azioni, grande intelligenza e sensibilita’. Pensare ad un Premio proprio in questa stagione, meteorologicamente parlando, invece che in quella definita bella stagione…ossia l’ Estate, è geniale poichè penso che proprio questa sia straordinaria come stagione, sia per la terra che per noi…il tempo del raccoglimento, del pensiero, dello stare in casa e ricongiungerci con il tutto e tutti degli affetti; ritesserne le maglie, solidificarle, rigenerarle e lasciare che le gemme si preparino a germogliare col tepore della primavera. Direi: gemme su gemme per un roseto fresco, gemme su gemme per un orto colmo di sani prodotti buoni, gemme su gemme per un granaio abbondante, gemme su gemme per poesie di vita e vita di poesia che accarezzino tutto il genere umano”.
La vita le sta riservando molti premi, l’altro giorno finanche a Milano nella storica Libreria Bocca?
Mio Dio è vero, ma direi che non li inseguo piuttosto sono i premi ad inseguire me. Io di certo lavoro solo da molti decenni, da buona contadina della Parola…zappo, dissodo, semino …nei lunghi anni lucani ho osservato e amato molto il sapiente lavorio dei contadini, in ogni sasso dei Sassi ho tentato di leggere la storia che vi si è inscritta….e sono ancora il mio fertilizzante e il faro cui ho integrato, intrecciato, tutta la bonta’ dei tempi di oggi. Le faccio un esempio banale ma molto eloquente. Il 28 scorso son partita alle ore 11 da casa all’Eur, quindi alle 13 da stazione Termini verso Milano dove sono arrivata alle 16,00, alle 16,30 ero in Galleria Vittorio Emanuele, il tempo di un boccone ed ero nella storica Libreria Bocca, evento iniziato alle 18 conclusosi alle 20 e qualcosa…taxi per la stazione centrale di Milano e Frecciarossa delle 21 per Roma…arrivo a mezzanotte, alla 1 a casa. Ovvia una considerazione: ho cominciato con asticciola pennino e inchiostro, carta busta e francobollo ed oggi scrivo al mondo con una trastiera di cm. 5×10…prendevo la littorina calabro-lucana per Bari alle 5,30 del mattino per essere all’ universita’ intorno alle 8… oggi in un giorno sono andata e tornata da Milano, partecipato ad un evento e rientrata a dormire nel mio letto. Che vitai! Una meraviglia! Quanta vita ci attraversa cui spesso non diamo valore. Mi duole che Matera ancora pianga il suo non essere nel circuito di questa velocita’ contemporanea…quella utile intendo…poi anche la lentezza e’ importante… ma quella ha da essere una scelta …discorso ben diverso.
E questo di Lagonegro, per tornare a questo Premio?
Determinante è stato il mio ultimo libro: “Canto’ come dea”, per il resto io lo accolgo come segno di affetto da parte di Persone che mi guardano, che leggono il mio impegno pluridecennale su tutto il territorio italiano…altro? Che dirle? Bisogna che intervisti loro. A me resta la grande gioia di raggiungere queste persone, di stare qualche giorno nei loro territori, accarezzare le piante e la terra di quel luogo e nutrire anche quella poesia dei territori fisici e dell’ anima che coltivo da sempre e questo le assicuro e’ gioia pura, il premio piu’ grande e consolatorio che l’amore per la letteratura mi riserva. Sul piano strettamente umano è l’umus e il corroborante di incontrare persone che han fatto del Territorio l’impegno quotidiano e spesso diuturno per promuoverlo, fecondarlo costantemente perchè sia foriero di sempre nuova vita e vitalità e la Prof.ssa Belardi lo fa nella istituzione scuola, nella sua comunità e nel territorio più esteso.
A Lei la mia gratitudine per accogliere le mie parole. Grazie.