Cittadinanza consapevole. Presentata presso l’IC Minozzi Festa di Matera l’indagine “Cyber-risk e pandemia”, a cura del MOIGE. Di seguito i particolari.
Il 2020 e il 2021 sono stati anni di grandi cambiamenti per tutti; anche i bambini e gli adolescenti hanno risentito della mancanza di socialità e di relazioni in presenza. Dalla scuola alla palestra, dal cinema alla pizzeria, tutto era chiuso. Molti si chiedono come e in che misura la pandemia abbia modificato le abitudini online di bambini e ragazzi e quanto le tante connessioni abbiano inciso sulla loro sicurezza informatica.Per rispondere a questa e altre domande, il 4 febbraio si è svolto on line l’evento “Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale”. Il progetto, promosso dal Moige(movimento italiano genitori), vede la collaborazione con il Dipartimento Informazioni Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Polizia Postale, del Ministero dell’Istruzione, dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e altri enti pubblici e privati. All’evento hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, partner e testimonial del mondo dello spettacolo e del web.Referente dell’iniziativa è la prof.ssa Ornella Altamura.
Dalla ricerca Moige, condotta nel 2021 in collaborazione con l’Istituto Piepoli, emerge la preferenza tra i ragazzi di passare il tempo libero di fronte a uno smartphone piuttosto che svolgere una conversazione in famiglia; un ragazzo su due tiene i genitori fuori dalla portata dei social network, cancellando informazioni e cronologia; un genitore su tre dà limiti di tempo di connessione e meno della metà dei genitori sa cosa fa online il proprio figlio. Inoltre, il 62% dei giovani italiani è iscritto ad Instagram e TikTok, in età compresa tra 11 e 14 anni, il 6% dei giovani dichiara di aver scambiato foto personali con gli altri tramite i social e il 30% dichiara di aver dato il proprio numero di telefono a sconosciuti.
È emerso che nel corso dell’ultimo anno i ragazzi si sono concentrati sullo schermo dello smartphone, che ha sostituitole chiacchierate con gli amici. Aumentano i rischi dell’autoisolamento e dello scarsissimo confronto con i genitori. I giovani italiani, dunque, frequentano molto i social network, ma non solo per informarsi. Lo fanno per condividere foto e raccontare parti delle loro vite private. Per farlo utilizzano soprattutto Instagram e TikTok. Molto preoccupante è il dato che il 17% dei bambini tra i 6 e i 10 anni dichiarino di avere un account TikTok, il 14% Youtube e il 9% Instagram.
Quando si parla di uso consapevole di internet e dei social, non si tratta solo di porre dei limiti e dei divieti. Occorre invece insegnare ai ragazzi a riconoscere i pericoli nella rete e abituarli a poter contare sugli adulti come riferimento e fonte di aiuto in caso di problemi.I pericoli online si presentano quando il bambino o l’adolescente è da solo, con il suo smartphone o il suo portatile connesso a Internet. Per questo è importante aiutarli a diventare utenti consapevoli e autonomi. La cittadinanza digitale consiste nell’intraprendere azioni concrete per migliorare l’educazione e il civismo nel mondo digitale e si basa su quattro pilastri: mostrare rispetto ed empatia nelle interazioni online; rispettare le differenze e non discriminare; riflettere prima di rispondere a commenti e post online; difendersi e aiutare le persone in difficoltà.
I ragazzi delle classi II B, II C e II D della secondaria Nicola Festa di Matera, avendo già intrapreso un percorso di preparazione ormai biennale grazie all’insegnamento della tecnologia potenziata e avendo seguito vari progetti di sviluppo della consapevolezza e della competenza digitale, sono ora veri e propri Ambasciatori di cittadinanza digitale presso i bambini delle classi quarte della primaria Minozzi. Attraverso la metodologia del peer to peer, con attività di continuità interattive, materiali didattici autoprodotti e open days, nell’istituto scolastico ècostantemente promossa una maggiore consapevolezza delle problematiche legate all’utilizzo improprio del web, con particolare riferimento al fenomeno delle fake news e del cyber-risk più in generale.
È bene infatti che in tutte le fasce di età si prenda consapevolezza delle potenzialità che internet comporta nel bene e nel male, a seconda dell’uso che se ne fa. Per l’Unione europea la cittadinanza digitale è una vera e propria priorità, ed è intesa come «un insieme di valori, competenze, atteggiamenti, conoscenze e comprensione critica di cui i cittadini hanno bisogno nell’era digitale. Un cittadino digitale sa come utilizzare le tecnologie ed è in grado di interagire con esse in modo competente e positivo» (Conclusioni del Consiglio sull’istruzione digitale nelle società della conoscenza europee 2020/C 415/10, nota 7).
Feb 04