Presentati questa sera nella Basilica Cattedrale di Matera i lavori di restauro del Crocifisso ligneo della Cattedrale, lo stesso collocato sul palco papale il 25 settembre scorso per la celebrazione dell’Eucaristia a conclusione del 27° Congresso Eucaristico Nazionale.
Il crocifisso risale al XVII secolo e fu commissionato dal Capitolo cattedrale di Matera a scultori della scuola napoletana.
Sono intervenuti Monsignor Pino Caiazzo, il vicedirettore del Museo Diocesano, Marco Pelosi, Don Francesco Di Marzio, la storica dell’arte Mariagrazia Di Pede e Antonio Caputo, Responsabile Area territoriale Basilicata-BPER Banca e i restauratori della Ditta Etruria di Pino Schiavon.
Marco Pelosi, vicedirettore del Museo Diocesano, ha introdotto ricostruendo le vicende storiche dell’altare del Crocifisso nella chiesa Cattedrale sulla base dei documenti dell’Archivio Diocesano.
Mariagrazia Dipede, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della Basilicata e il restauratore Pino Schiavone della ditta Etruria hanno illustrato nei dettagli le operazioni di restauro, hanno illustrato nei dettagli le operazioni di restauro.
“Il pregevole Crocifisso della chiesa Cattedrale di Matera, databile alla prima metà del XVII secolo, fu commissionato per un “altare Crucifixi” già esistente e menzionato nella Santa Visita di Giovanni Michele Saraceno del 1543-1544.
Nella prima metà del Seicento la Cattedrale conosce una ridefinizione delle navate laterali con la realizzazione tra l’altro dell’altare di San Carlo Borromeo (navata destra) e dell’altare di Sant’Anna (navata sinistra).
Al momento le fonti non rivelano la committenza del Crocifisso, che riteniamo sia colta e nutrita teologicamente. Cristo pende dalla croce, non in perfetta assialità: le gambe, che si piegano per il peso del corpo privo di vita, tendono in direzione opposta rispetto al capo, reclinato sulla spalla destra, determinando una leggera rotazione del busto. Gli occhi sono chiusi, la bocca semiaperta. L’orecchio sinistro scoperto, in ascolto della volontà del Padre. E’ morto, ma il suo volto è pacificato, rasserenato. Intensa la resa naturalistica di un corpo modellato con precisione anatomica: leggiamo perfettamente la gabbia toracica, la muscolatura, i tendini e le vene, nella tensione degli arti, ma il dolore è contenuto perché il messaggio è un messaggio di vita. La croce è scolpita come tronco arboreo, dipinto di verde (dato emerso con il restauro) e dotato di rami, seppure recisi, perché è il lignum vitae (il legno della vita), è una croce viva, gemmata; si innalza sul Golgota scolpito con dettagli naturalistici e paesaggistici che il restauro ha messo in luce, anch’essi con profondi significati teologici. Sul Golgota è posto il teschio di Adamo, poiché Cristo è il nuovo Adamo.
I saggi condotti dal restauratore hanno rivelato la presenza di durature sull’alzata d’altare, nonché la presenza di diverse edizioni pittoriche sottostanti il cielo stellato che attualmente fa da sfondo alla nicchia in cui è alloggiato il Crocifisso. Ci auguriamo di poter proseguire l’intervento per poter riportare alla luce le edizioni precedenti l’intervento decorativo seicentesco”.
La serata è stata allietata dalla Polifonica Materana “Pierluigi da Palestrina” diretta dal Maestro Carmine Antonio Catenazzo.
La fotogallery della presentazione dei lavori di restauro del Crocifisso ligneo seicentesco della Cattedrale di Matera (foto www.SassiLive.it)