Presentato nel pomeriggio a Matera nella sala conferenze della Fondazione Sassi il 13° Rapporto Annuale Federculture “Impresa Cultura. Gestione, innovazione, sostenibilità”, promosso da Federculture e Fondazione Sassi. La presentazione sarà l’occasione per affrontare, a partire dai contenuti del volume, i temi più attuali che riguardano la cultura nel nostro Paese, con un focus specifico sul territorio lucano.
Il Rapporto è stato presentato da Andrea Cancellato, Presidente di Federculture. Sono intervenuti all’incontro Vincenzo Santochirico, Presidente Fondazione Sassi, il Sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, Angelo Tortorelli, presidente della Camera di Commercio di Matera, Rossella Tarantino, Manager Sviluppo e Networking della Fondazione Matera-Basilicata 2019, Patrizia Minardi, Dirigente Ufficio Sistemi Culturali e Turistici e Cooperazione Internazionale della Regione Basilicata.
Andrea Cancellato, Presidente di Federculture: “Noi presentiamo questo rapporto in tutta Italia. Presenta risultati importanti, di crescita del consumo culturale e di attenzione nei confronti della cultura sia in sede nazionale che locale. Da questo punto di vista Matera è una delle realtà più vivaci e fa molto bene ad investire in cultura come ha fatto negli ultimi anni. Il suo patrimonio storico-culturale è così rilevante e importante e segnala uno sviluppo molto forte. La crescita che abbiamo non è riferita al consumo culturale ma anche al turismo culturale, che è un turismo più ricco, più attento, meno vorace e che quindi può apprezzare lo sforzo che il nostro Paese sta facendo intorno alla cultura”.
Matera 2019 è una tappa importante per la città dei Sassi, come immagina lo sviluppo culturale di questa città dopo il 2019? “Matera non ha bisogno di consigli, si è attrezzata molto bene per il 2019 e siamo tutti molto attenti alle iniziative che si svilupperanno in questa città e sopratutto a ciò che farà per il dopo 2019. E’ stato sviluppato un progetto per mantenere strutture culturali, attività intorno al suo patrimonio guardando al futuro e non indietro. Credo che questa sia la strada giusta”.
Michele Capolupo
13° Rapporto Annuale Federculture “Impresa Cultura. Gestione, innovazione, sostenibilità”: Focus Basilicata
- SEGNALI DI RIPRESA: GLI ITALIANI TORNANO A SPENDERE PER LA CULTURA
Nel 2016 si consolidala fase di ripresa dei consumi delle famiglie avviatasi, dopo due anni di contrazione, nel 2014.
La spesa delle famiglie italiane per cultura e ricreazione raggiunge i 68,4 miliardi di euro, recuperando buona parte di quanto perso nel 2012/2013, quando tale voce di consumo era scesa sotto i 64 miliardi, toccando la quota più bassa del decennio.
Spesa delle famiglie italiane – Valori a prezzi correnti (milioni di euro) | ||||||||||||
2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | Var. 2016/2015 | |
SPESA IN CULTURA E RICREAZIONE | 64.625,4 | 67.356,5 | 67.022,7 | 67.024,8 | 70.589,5 | 72.127,3 | 68.447,7 | 63.968,4 | 64.588,9 | 67.343,8 | 68.474,6 | 1,7% |
TOTALE SPESA FAMIGLIE | 929.395,3 | 960.750,1 | 978.916,1 | 957.938,6 | 983.043,7 | 1.012.781,2 | 1.001.015,0 | 989.235,6 | 994.063,9 | 1.016.080,2 | 1.031.641,2 | 1,5% |
INCIDENZA SPESA IN CULTURA E RICREAZIONE SULLA SPESA TOTALE | 7,0% | 7,0% | 6,8% | 7,0% | 7,2% | 7,1% | 6,8% | 6,5% | 6,5% | 6,6% | 6,6% |
Fonte: elaborazioni Federculture su dati Istat
L’incremento annuo (2016/2015) della spesa in cultura è dell’1,7%, superiore a quello della spesa totale per consumi finali delle famiglie italiane pari all’1,5%.
Ma al di là della variazione annua, se si guarda all’ultimo triennio, quello successivo alla crisi culminata nel 2013, si evidenzia una ripresa dei consumi, anche culturali, che si va consolidando. Tra 2013 e 2016 la spesa in cultura e ricreazione degli italiani aumenta del 7%, mentre quella generale cresce del 4,3%.
Spesa delle famiglie italiane – Var. % 2016-2013
A livello territoriale persiste il divario nei consumi delle famiglie tra l’Italia settentrionale e meridionale (ma in questo caso i dati disponibili permettono di analizzare le differenze regionali in termini di spesa media mensile): per ricreazione, spettacoli e cultura la spesa media mensile, a livello nazionale pari a 130,06 euro al mese, è nettamente superiore al Nord (circa 160 euro) seguita da Centro (129 euro), Sud (90 euro) e Isole (80). In termini assoluti, a Nord Ovest si spendono 80 euro al mese in più rispetto alle Isole, per un totale pari al doppio rispetto all’area insulare.
Regione | Spesa media mensile (=100%)
euro |
Spesa media mensile in ricreazione, spettacoli e cultura
euro |
Trentino-Alto Adige | 3.073,73 | 208,62 |
Lombardia | 3.040,38 | 177,48 |
Emilia-Romagna | 2.975,45 | 166,57 |
Valle d’Aosta | 2.862,42 | 155,25 |
Veneto | 2.673,21 | 149,41 |
Toscana | 2.821,38 | 146,63 |
Piemonte | 2.607,58 | 141,79 |
Lazio | 2.619,95 | 131,05 |
Friuli-Venezia Giulia | 2.479,04 | 128,70 |
Campania | 2.065,24 | 113,19 |
Sardegna | 2.128,72 | 112,61 |
Liguria | 2.289,46 | 110,53 |
Marche | 2.263,60 | 97,74 |
Umbria | 2.250,05 | 85,39 |
Puglia | 2.171,18 | 82,65 |
Abruzzo | 2.158,97 | 78,28 |
Sicilia | 1.876,21 | 67,74 |
Calabria | 1.701,04 | 62,53 |
Basilicata | 1.981,19 | 59,77 |
Molise | 2.175,71 | 59,31 |
Italia | 2.524,38 | 130,06 |
Fonte: Istat
La regione che anche nel 2016 mostra una maggiore propensione ai consumi culturali è il Trentino Alto Adige (209 euro), seguita da Lombardia (177 euro) ed Emilia Romagna (166 euro). In fondo alla classifica troviamo invece Molise (59 euro), Basilicata (60 euro) e Calabria (62 euro). Considerando però la variazione di spesa registrata tra il 2016 e il 2015, si nota come il maggiore incremento nei consumi culturali si è avuto in Sardegna (18,8%) e Campania (15,4%), mentre forti contrazioni hanno riguardato Molise (-25,4%), Umbria (- 18,9%), Marche (-14,9%) e Abruzzo (-13,2%).
Analogamente anche nell’ambito dello spettacolo[1] l’andamento dei consumi è chiaramente in crescita. La variazione annua (2016[2]/2015) è positiva per tutte le voci: ingressi, +4,3%, spesa al botteghino, +4%, spesa del pubblico, +1,4%.
Trend positivo che, anche in questo ambito, conferma una ripresa che tende a consolidarsi: guardando al triennio (2016/2013) infatti aumentano sia gli spettatori, +7%, sia la spesa al botteghino, +13,3% e la spesa del pubblico, +15,4%.
L’andamento dei consumi nello spettacolo – Italia, Var. 2016/2013
Fonte: elaborazioni Federculture su dati SIAE
Spesa al botteghino: somme destinate dagli spettori all’acquisto di biglietti e abbonamenti
Spesa del pubblico: comprende oltre la spesa al botteghino più le altre somme corrisposte dal pubblico come: i costi della prevendita, dei biglietti, le prenotazioni di tavoli, il servizio guardaroba, le consumazioni al bar, ecc.
I dati che si registrano inBasilicata per questo ambito evidenziano come nella regione e anche a Matera, l’andamento della spesa del pubblico sia in crescita,molto più di quanto avvenga a livello nazionale, dato ancora più evidente se si guarda a Matera dove l’incremento della spesa nelle attività di spettacolo è fino venti volte superiore al dato italiano.
Spettacolo dal vivo, spesa del pubblico –Italia, Basilicata, Matera
Fonte: elaborazioni Federculture su dati SIAE
- GLI ITALIANI E LA FRUIZIONE CULTURALE
Il 2016 è un anno positivo anche per la fruizione di cultura. Gli italiani che dichiarano di partecipare, almeno una volta l’anno, ad intrattenimenti di tipo culturale sono in crescita in quasi tutti gli ambiti. Gli incrementi più significativi riguardano le visite a musei e mostre, +4%, quelle a siti archeologici e monumenti, +5,4%, ma vanno molto bene anche i concerti, +7,7% e il cinema +5%, mentre gli unici dati in flessione sono quelli che riguardano gli spettacoli di musica classica e la lettura.
Come già evidenziato riguardo la spesa culturale, anche nella fruizione gli indicatori positivi segnalano il consolidarsi di una ripresa che riguarda il triennio successivo agli anni 2012-2013 quando si registrava una profonda crisi della fruizione culturale con dati in caduta per le visite a musei e mostre, -12,8%, ai siti archeologici e monumenti -9,6%, al teatro -15,5%.
In termini di partecipazione quindi la ripresa è netta: tra 2016-2013 crescono le visite a musei, mostre, siti archeologici e monumenti che segnano un +22%; la frequentazione del cinema, +13% e quella dei concerti di musica leggera, +19%. Anche in questo medio periodo si segnalano però la forte contrazione nella lettura e nei concerti classici.
I dati, disponibili a livello regionale, evidenziano in linea generale cheinBasilicata, come nel resto del Sud del Paese, i residenti partecipano alle attività culturali in misura minore di quanto accada a livello nazionale, cioèsonomediamente di meno i cittadini che nell’arco dell’anno frequentano il teatro, i musei, i concerti o che leggono un libro.Ma nel confronto interno alla macro-area del Sud Italia la Basilicataè in tutti gli ambiti la regione con le percentuali più alte di partecipazione culturale e, in particolare nell’ambito della fruizione musicale (concerti classici e pop), tra le prime tre regioni a livello nazionale,
Persone di 6 anni e più che hanno fruito di intrattenimenti culturali almeno una volta negli ultimi 12 mesi
Anno 2016, per 100 persone della stessa classe di età, sesso e zona
2016 | musei, mostre | siti archeologici e monumenti | concerti di musica classica, opera | altri concerti di musica | teatro | cinema | lettura di libri |
Italia | 31,1 | 24,9 | 8,3 | 20,8 | 20,0 | 52,2 | 40,5 |
Basilicata | 25,8 | 21,4 | 11,6 | 28,3 | 18,0 | 50,9 | 30,4 |
Fonte: ISTAT
Guardando però all’andamento della fruizione culturale, che nel 2016 rispetto all’anno precedente è in crescita in quasi tutti gli ambiti (musei e mostre +7,9%, visite a siti archeologici +16,4%), si rileva che nel triennio 2016-2013 come e più di quanto accada a livello nazionale in Basilicata c’è un vero boom della partecipazione dei cittadini alle attività culturali.
Fruizione di intrattenimenti culturali e ricreativi in Italia e in Basilicata – Variazione 2016/2013
Fonte: elaborazioni Federculture su dati ISTAT
Fa eccezione il dato sui cittadini che si dedicano alla lettura,che seppure nel triennio è in calo diminuisce meno del dato nazionale, mentre guardando alla sola variazione 2016/2015 è addirittura in crescita del 5% in netta controtendenza con quanto accade nel resto d’Italia, dove scende del 3,7%.
- I MUSEI
I dati più recenti mostrano chiaramente come negli ultimi anni ci sia stato un notevole incremento del pubblico dei musei statali. Dopo un brusco calo tra 2011 e 2013, infatti, il numero dei visitatori dei siti culturali che fanno capo al MiBACTnel 2014 è tornato a salire oltre la soglia dei 40 milioni e nel 2017 gli ingressi hanno raggiunto i 50 milioni, mentre gli introiti hanno toccato i 196,6 milioni di euro. L’incremento registrato nel periodo 2017/2013 è stato del 30% per quanto riguarda gli visitatori e del 53 relativamente agli introiti.
Per quanto riguarda la Basilicatanel 2017ha registratooltre 250mila visitatori, dato in crescita del 6,3%in linea con quanto si registra nelle altre regioni.
Visitatori dei siti culturali statali – 2017/2016
Regione | Visitatori 2016 | Visitatori 2017 | Variazione % |
Lazio | 20.317.465 | 23.047.225 | 13,44 |
Campania | 7.936.314 | 8.782.715 | 10,66 |
Toscana | 6.388.991 | 7.042.018 | 10,22 |
Piemonte | 2.464.023 | 2.610.737 | 5,95 |
Lombardia | 1.830.495 | 1.850.605 | 1,1 |
Friuli Venezia Giulia | 1.199.379 | 1.384.097 | 15,4 |
Veneto | 1.058.015 | 1.092.235 | 3,23 |
Emilia Romagna | 1.028.124 | 1.057.365 | 2,84 |
Puglia | 627.100 | 749.260 | 19,48 |
Sardegna | 516.800 | 548.553 | 6,14 |
Marche | 519.241 | 496.988 | -4,29 |
Calabria | 491.323 | 487.264 | -0,83 |
Liguria | 203.262 | 255.958 | 25,93 |
Basilicata | 235.468 | 250.420 | 6,35 |
Umbria | 260.034 | 246.212 | -5,32 |
Abruzzo | 139.382 | 122.718 | -11,96 |
Molise | 76.253 | 79.626 | 4,42 |
Totale | 45.291.669 | 50.103.996 | 10,6 |
Fonte: Mibact
- IL TURISMO
Negli ultimi 30 anni il turismo internazionale ha conosciuto una crescita ininterrotta che nemmeno crisi economiche, guerre e terrorismo sono riusciti a fermare. Nel 2016 sono stati registrati 1,2 miliardi di arrivi turistici internazionali, con una crescita del 4,4% rispetto all’anno precedente: vale a dire che rispetto al 2015, 50 milioni di turisti in più hanno viaggiato verso destinazioni internazionali. Si tratta del settimo anno consecutivo di crescita positiva degli arrivi internazionali dopo la crisi registrata nel 2009, nonostante l’instabilità geopolitica ed economica globale. Tale tendenza non sembrerebbe destinata a subire variazioni: nel 1° semestre 2017, infatti, l’UNWTO registra 598 milioni di arrivi internazionali, il 6% in più dello stesso periodo del 2016.
In quanto all’Italia, dopo la crisi degli anni 2012 e 2013, si consolida la ripresa del settore che si era già manifestata negli anni immediatamente successivi. Nel 2016, infatti, gli esercizi ricettivi italiani registrano il massimo storico con oltre 116,9 milioni di arrivi di clienti italiani e stranieri e poco meno di 403 milioni di presenze. La crescita che si registra rispetto all’anno precedente, è del 3,1% in termini di arrivi e del 2,6% in termini di presenze.
Anche nel 2017 prosegue il trend positivo del turismo italiano: nei primi 9 mesi dell’anno gli arrivi registrati sono stati 100,6 milioni e le presenze 366,4 milioni, per un incremento nel primo caso del 3,7% e nel secondo del 4,5%, rispetto allo stesso periodo del 2016.
Andamento analogo nella prima parte del 2017 si riscontra per quanto riguarda la spesa dei turisti stranieri che visitano l’Italia: nei primi dieci mesi dell’anno ha raggiunto quasi i 35 miliardi di euro, il 6,7% in più dello stesso periodo del 2016.
Il turismo, dunque, galoppa ma resta evidente il fatto che ancora si concentri in alcune regioni e parte delle numerose attrattive del territorio, in particolar modo al Sud, non sono adeguatamente valorizzate.
Lo dimostra il fatto che il 61% della spesa turistica degli stranieri si concentra in quattro regioni (Lombardia, Lazio, Veneto, Toscana), con differenze molto significative: ad esempio in Lombardia i turisti stranieri hanno speso 6,5 miliardi di euro e in Campania (la regione del Sud che registra la spesa più alta) 1,8 miliardi, vale a dire meno di un terzo.
Spesa dei viaggiatori stranieri per Regione visitata – 2016
Fonte: elaborazioni Federculture su dati UIC Banca d’Italia
- CULTURA, IN RIPRESA GLI INVESTIMENTI PUBBLICI E PRIVATI
Per la prima volta dopo otto anni, nel 2016 il bilancio del MiBACT è tornato sopra i 2,1 miliardi di euro. Tale stanziamento, confermato anche nel 2017, ha riportato le risorse pubbliche a livelli pre-crisi lasciando sperare in una definitiva inversione di tendenza.
In linea con il trend nazionale, la spesa in cultura delle amministrazioni comunali registra un aumento del 4,1% nel 2015 (ultimi dati disponibili) rispetto all’anno precedente. Al contrario di quanto avviene presso i Comuni, le amministrazioni provinciali nello stesso periodo hanno effettuato tagli pari al 12,4%.
Per quanto riguarda le risorse provenienti da soggetti privati il mecenatismo delle Fondazioni bancarie nel corso dello scorso anno ha superato complessivamente il miliardo di euro, soglia sotto la quale era sceso dal 2011. Sebbene nel 2016 le erogazioni per i beni e le attività culturali siano diminuite del 7% rispetto all’anno precedente, la cultura resta il principale settore beneficiario al quale sono destinati il 25% dei fondi complessivi.
Le erogazioni delle Fondazioni bancarie per settore beneficiario (milioni di euro) | |||||||||||
2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | |
ARTE, ATTIVITA’ E BENI CULTURALI | 487,8 | 524,2 | 513,1 | 408 | 413 | 335,4 | 305,3 | 269,2 | 272,8 | 280,1 | 260,9 |
TOTALEEROGAZIONI | 1.588,10 | 1.715,10 | 1.676,10 | 1.386,40 | 1.366,40 | 1.092,60 | 965,80 | 885,00 | 911,90 | 936,60 | 1.030,50 |
Fonte: elaborazioni Federculture su dati ACRI
A fronte della riduzione dei finanziamenti provenienti dalle Fondazioni bancarie, si registra una maggiore partecipazione di privati cittadini ed imprese al sovvenzionamento di interventi di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale grazie all’Art bonus.
Introdotto in via sperimentale nel 2014, l’Art bonus è diventato uno strumento permanente per incentivare il mecenatismo attraverso un credito di imposta del 65% per le donazioni in favore della cultura.
Dalla sua istituzione tale misura ha portato 7.260 mecenati a donare più di 200 milioni di euro per la realizzazione di oltre 1.300 interventi in favore di musei, monumenti, siti archeologici e fondazioni lirico sinfoniche sparse in tutta la Penisola.
Il successo dell’iniziativa è evidente, ma rimane un altrettanto evidente problema di distribuzione delle risorse sul territorio. Ben l’80% delle erogazioni, infatti, si ferma al Nord, al Centro ne è destinato il 18% e appena il 2% arriva fino al Sud e alle Isole. Una disparità dovuta molto probabilmente al fatto che i maggiori contributori dell’Art bonus sono le Fondazioni bancarie, concentrate per la quasi totalità nelle regioni del Nord.
Art bonus, distribuzione territoriale delle erogazioni – 2017
Fonte: elaborazioni Federculture su dati Art bonus (a luglio 2017)
In questo contesto inBasilicata ad oggi sono stati erogati tramite Art bonus appena 2.000 eurocifra irrisoria destinata a finanziare un solo intervento riferito a Palazzo Lanfranchi di Matera.
[1]Spettacolo dal vivo: cinema, teatro, concerti, spettacoli sportivi, spettacolo viaggiante, ballo e concertini, mostre ed esposizioni, attività con pluralità di generi.
[2] I dati più aggiornati riguardanti il settore dello spettacolo dal vivo sono relativi all’anno 2016.
La fotogallery della presentazione del 13° Rapporto Annuale Federculture (foto www.SassiLive.it)