Presentato in mattinata presso la Saletta del Centro Levi a Palazzo Lanfranchi a Matera il programma culturale del Centro per il Triennio 2019-2021.
Il Programma prevede una serie di iniziative (mostre, seminari, dibattiti) che il Centro intende realizzare per assicurare la presenza dell’eredità culturale e del “messaggio” leviano, nell’anno di Matera – Capitale Europea della Cultura.
Un riconoscimento, dovuto, ad uno dei personaggi-chiave che hanno avviato ed accompagnato il percorso di riscatto della città dal secondo dopoguerra. Di seguito i particolari sull’iniziativa culturale presentata nel corso di una conferenza stampa
Il Centro Carlo Levi, Associazione Culturale costituita nel 1980 con l’obiettivo specifico di mantenere viva la memoria della cultura leviana a Matera ed in Basilicata, ponendosi in continuità con il grande lavoro fatto nei circa 40 anni della sua esistenza (mostre, pubblicazioni, convegni.) ha programmato una serie di attività culturali volte ad esplorarel’attualità del messaggio leviano nel Mezzogiorno contemporaneo:
il messaggio di un intellettuale completo per il quale libertà e giustizia, arte e politica, sono un modo di vivere, un esempio per tanti giovani di come si può combattere il conformismo politico e culturale (Giovanni Russo).
Il Programma prevede una serie di iniziative (mostre, seminari, dibattiti) che il Centro intende realizzare per assicurare la presenza dell’eredità culturale e del “messaggio” leviano, nell’anno di Matera- Capitale Europea della Cultura.
Un riconoscimento, dovuto, ad uno dei personaggi-chiave che hanno avviato ed accompagnato il percorso di riscatto della città dal secondo dopoguerra.
L’articolazione triennale del Programma ci consentirà di far emergere a tutto tondo la complessa e poliedrica figura intellettuale di Carlo Levi.
In particolare, per il 2019, il Centro Levi intende portare a compimento l’iniziativa della Mostra dei DISEGNI POLITICI di Levi (proprietà del Centro e mai esposti a Matera, insieme agli originali delle pagine del quotidiano l’Italia Socialista che li pubblicò tra 1947-48).
Mostra che chiude la “trilogia” delle mostre sulla produzione figurativa levianaorganizzate negli anni passati dal Centro Levi: Dipinti del Confino – 1990; Opere Grafiche – 1997.
E porta a conclusione la rilettura del romanzo “L’OROLOGIO”, che di quei disegni racconta il contesto politico (caduta del governo Parri): “l’unico testo letterario che racconta la nascita della Repubblica Italiana” (G. Russo).
Le due iniziative saranno concluse da una giornata di studio ed approfondimento.
Iniziative che costituiscono una modalità per tonificare, dare forza e nuova linfa, alle radici culturali della città, quelle che si sono sviluppate nella straordinaria stagione del “riscatto” avviata dal secondo dopoguerra proprio da Carlo Levi.
Di seguito il programma culturale del Centro Carlo Levi di Matera per il triennio 2019-2021
CARLO LEVI – DISEGNI POLITICI – L’OROLOGIO
Testimonianze sulla formazione dell’Italia Repubblicana
PERCHE’
Nell’anno di Matera ECoC/2019, spazio-tempo di rappresentazione di culture cosmopolite, è opportuno assicurarela presenza anche di quelle legate alla vicenda del “riscatto” della “città dei Sassi”,ed ai suoi protagonisti.
Un capitolo delle “RADICI” culturali della città.
Il Centro Carlo Levi, che nella sua ragione sociale ha proprio la testimonianza del pensiero e dell’azione di uno dei protagonisti di quella vicenda, vuole proporsi di rappresentarne eredità e linea culturale, nell’ambito delle iniziative della “Capitale Europea della Cultura”.
COME
«Troppo a lungo ci siamo limitati a considerare Levi solo l’autore del Cristo si è fermato ad Eboli, quasi racchiudendolo nella sua esperienza poetica e politica meridionale».
«Il suo messaggio è invece più ampio, ed è tuttora attualissimo: è quello di un intellettuale completo, per cui libertà e giustizia, arte e politica sono un modo di vivere, un esempio per tanti giovani di come si può combattere il conformismo politico e culturale»(Giovanni Russo).
Partendo da questa considerazione, il Centro ha in programma un’attività triennale sul tema:
“Attualità del messaggio leviano nel Mezzogiorno contemporaneo”
con l’obiettivo di approfondirel’apporto intellettuale dato da Carlo Levi all’emersione culturale e civile della società contadina del Mezzogiorno d’Italia, ed i suoi riflessi ed esiti contemporanei.
In particolare, è obiettivo del Centro promuovere una collaborazione tra Enti e/o Associazioni culturali (Parchi Letterari, Fondazioni, Centri Culturali, ecc.) disseminate nel territorio regionale, per far emergere da essi problematiche, criticità e protagonismi che lo interessano; e costruire così una aggiornata geografia culturale della regione, il disegno di una “Basilicata viva”,valida antagonista dell’incipiente “desertificazione”: il miglior contributo possibile alla memoria di un intellettuale che tanto si è speso a riguardo.
INIZIATIVE
Nell’ambito di questo programmatriennale,Il Centro prevede di realizzare nel 2019due iniziative che vogliono riscoprire il profilo intellettuale e politico di Carlo Levi, partecipe di quel periodo del secondo dopoguerra (1947-48) che risultò decisivo per l’assestamento del quadro governativo della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza; e nel quale, tra l’altro, si posero le premesseper le Riforme che affronteranno il “caso Matera” (e delle comunità contadine del Mezzogiorno d’Italia) che Levi stesso aveva sollevato con il suo “Cristo” del 1945.
Questo periodo Carlo Levi l’ha vissuto in prima persona, da protagonista, prima collaborando, con i suoi “Disegni Politici”, alla pubblicazione del quotidiano “L’Italia Socialista”, diretto da Aldo Garosci (1947-48).
E poi “raccontandolo” nel romanzo “L’Orologio” (pubblicato nel 1950), considerato “l’unico testo letterario che descrive la nascita della Repubblica Italiana” (Giovanni Russo), ma fortemente contrastato dall’establishment della sinistra dell’epoca.
Ed ha manifestato, attraverso le forme espressive della grafica e della letteratura, laprofonda “delusione”, sua e di molti intellettualiazionisti dell’epoca (daE. Rossi aE. De Martino, aM. Rossi Doria ecc.), per l’esito degli eventi politici che caratterizzavano la neonata Repubblica, rispetto alle speranze di rinascita politico-culturale che il secondo dopoguerra aveva aperto, anche in riferimento agli atavici problemi del Mezzogiorno d’Italia
Il CENTRO CARLO LEVI ripropone ed attualizza questedue significative “produzioni” artistico-culturali di Carlo Levi, attraverso l’organizzazione di due eventi tra loro connessi:
1. Una Mostra degli originali dei “Disegni Politici” di Carlo Levi, e delle pagine del quotidiano “L’Italia Socialista” che li pubblicò.
2. Una iniziativa di rilettura critica de “L’Orologio”;
La Mostra sarà dotata dicatalogo che, oltre a pubblicare una selezione dei principali “disegni politici”, ne approfondirà criticamente gli aspetti grafici, storico-politici, culturali. A tal fine è in corso il “regesto”, ed una ricerca storico-artistica sui Disegni, affidati dal Centro ad un giovane laureato in Storia dell’Arte.
La Mostra (apertura febbraio 2019) avrà carattere itinerante, e sarà riproposta negli altri luoghi della presenza leviana in Basilicata, nell’ambito delle attività del programma triennale.
Nell’arco della sua apertura, la Mostra sarà al centro di una serie di iniziative pubbliche (seminari, giornate di studio) di approfondimento culturale dei temi che la Mostra pone:
• Rapporto tra Arte e Politica, dall’antichità ad oggi:
attraverso tre distinti incontri di studio dall’alto profilo scientifico, tra febbraio e novembre 2019 il centro si farà promotore di una nuova discussione intorno al rapporto tra arte e politica.
Pensati per sollecitare una riflessione nel grande pubblico, i tre eventi esploreranno i mutevoli nessi tra il potere e le arti figurative
• “Rilettura” collettiva di pagine de “L’Orologio”,
con ricostruzione critica ed approfondimentodi temi ed eventi di quella stagione politica;
• Giornata di Studi
sulla posizione politico-culturale leviana di grande attenzione per il riconoscimento di cultura e valori della società contadina, il cui riscatto sociale presupponeva la conquista di autonomia decisionale, crescita culturale e civile, aggiornamento e sviluppo economico-produttivo, riqualificazione ambientale.
Temi di grande attualità se si pensa alle condizioni di “desertificazione” demografica, sociale e territoriale che oggi caratterizzano le aree interne del Mezzogiorno d’Italia, minacciandone la stessa sopravvivenza.
Un “riconoscimento” che a Matera, allora città-emblema di quella cultura, è (in parte) avvenuto, e poi è cresciuto, si è evoluto e contaminato, ed oggi è “celebrato” nella ECoC.