Sono stati annunciati i vincitori del bando 2023 della Fondazione Italia Patria della Bellezza. Giunto alla sua terza edizione, il bando supporta progetti culturali di varia natura su tutto il territorio italiano, per affiancarli nel comunicare la bellezza, intesa nella sua accezione più ampia e universale.
Tra i vincitori spicca il progetto TAM – Tower Art Museum di Matera: un museo d’arte contemporanea privato nel cuore dei Sassi di Matera, che produrrà due mostre l’anno con artisti nazionali, internazionali e locali per creare nuovi contenuti culturali, con l’obiettivo di raccontare una città viva e produttiva, specialmente nel settore culturale, al di fuori di retorica e stereotipi.
Con più di 140 partecipanti da tutta Italia, 5 vincitori, un premio speciale EssilorLuxottica e una menzione speciale, 14 progetti “adottati” dalle agenzie partner: il bando promosso dalla Fondazione Italia Patria della Bellezza si conferma anche quest’anno un momento importante nella mappatura e nel sostegno della bellezza e del talento in Italia, che spaziano dalla cultura all’impegno sociale, dal teatro alla geologia, dalla ricerca scientifica alla valorizzazione del territorio, con un’attenzione particolare al ruolo che la bellezza ricopre nei percorsi di crescita di tutti gli essere umani
Una mappa del talento, della bellezza e dell’impegno tra arte, territorio, scienza, cultura, società.
Di seguito la scheda del Tam – Tower Art Museum
Torretta srl – impresa sociale è una società con sede a Matera che punta a produrre contenuti culturali in Basilicata: “riteniamo che la produzione culturale possa, attraverso interventi mirati, attenuare processi di ‘turistificazione’ e rendere socialmente più sostenibili le dinamiche di sviluppo locali.”
Negli ultimi anni la società si è concentrata sull’apertura del TAM – Tower Art Museum, un museo d’arte contemporanea privato nel cuore dei Sassi, all’interno del quale saranno prodotte due mostre l’anno con artisti nazionali, internazionali e locali: l’obiettivo del museo è ribaltare la retorica nel racconto della città. I soci fondatori, quasi tutti nati nel 1992, sono cresciuti in una città che stava per diventare Patrimonio UNESCO e che stava sensibilmente cambiando le sue retoriche e il suo futuro: oggi più che mai è necessario raccontare una città viva e produttiva, specialmente nel settore culturale.
“Tra i tanti interrogativi senza ancora risposta che sono stati posti, il più importante è ancora: Qual è la ragione sociale di un museo d’arte contemporanea che vuole fare innovazione sociale e portare avanti un ragione imprenditoriale e di sostenibilità economica, sociale e culturale?
Una serie di problemi burocratici ha a lungo ritardato l’apertura del museo ma l’intero percorso con il progetto “Volevo solo aprire un museo”, nato come vlog su youtube e poi evolutosi in una pagina instagram ed un podcast: l’obiettivo, ampiamente raggiunto, era quello di creare una community che seguisse il dietro le quinte di una impresa culturale e sociale giovanile al sud, tra incomprensioni burocratiche e problemi quotidiani.
L’intero percorso è stato raccontato senza seguire uno storytelling o percorsi calcolati: il progetto museale nasce senza alcuna certezza di quello che sarebbe successo ma con la piena consapevolezza che avremmo dovuto allargare lo sguardo sul livello nazionale ed internazionale per riuscire a non rendere vani tanti anni di sacrifici.”
“I lunghi anni di inattività e di mancate risposte nei quali ci siamo trovati, raccontati in ‘Volevo solo aprire un museo’, ci hanno molto spesso fatto dubitare dell’idea alla base del progetto museale: se abbiamo imparato qualcosa in questi anni di attesa è che niente mina alle basi i progetti più delle mancate risposte e delle attese.
La scoperta, quasi casuale, del bando della Fondazione Italia Patria della Bellezza ci ha portato a preparare la candidatura con l’obiettivo di cercare nuovi interlocutori per metterci in discussione. Aver scoperto di essere stati giudicati positivamente da un board così variegato e composto ci riempie di un orgoglio che non può essere descritto a parole: è una attestazione di fiducia che ci dà una forte ed inattesa iniezione di consapevolezza e che ci permette di cementare, nel momento più delicato per il nostro futuro, le fondamenta che abbiamo messo a terra in questi anni. Siamo emozionati nel sapere che il nostro progetto culturale sia stato ritenuto serio ed affidabile, con la convinzione che questo risultato ci permetterà di accelerare processi di disseminazione, portandoci presto ad un equilibrio necessario tra sostenibilità economica e sociale. Ringraziamo la Fondazione, l’Advisory Board e tutte le persone coinvolte in questo processo, con la speranza di poterle incontrare presto tutte nel museo-che-ora-esiste.”