Presso il cortile interno di Palazzo Giuliani a Potenza si è svolto l’evento di We Love Potenza dal titolo “Putenza mia: la città nei versi della tradizione”.
Una serata che ha delineato un viaggio ideale nell’identità e nella storia potentina, utilizzando il vettore del linguaggio vernacolare attraverso le note del giovanissimo chitarrista Angelo Santoro e la voce di Claudia Sabia e Maria Antonietta di Bello, ottime lettrici di poesie e aneddoti.
L’evento è principiato con i saluti del presidente di We Love Potenza Salvatore Iannarelli che ha posto il focus sull’importanza delle tradizioni, trait d’union fra le generazioni di oggi e gli antenati, simbolo di un’antica costumanza mai del tutto perduta.
“Ritengo che coltivare le tradizioni cittadine non significhi venerare qualcosa di finito e lontano bensì mantenere sempre accesa una fiammella che a mano a mano riesce a diventare fuoco ardente e vivo, il fuoco dell’associazionismo, del civismo e della società aperta. L’idea è arrivare a ri-conoscere il nostro essere comunità, dal punto di vista sia storico sia antropologico.
Se da un lato è giusto dedicarsi con sapienza alla lingua italiana, è altrettanto affascinante avere nozione di qualche parola dialettale, non dimenticando, dunque, di essere abitanti di Potenza.
Guardare al passato, non solo contadino ma anche nobiliare ed amministrativo, della nostra città rappresenta un’occasione di inequivocabile ispirazione del prossimo futuro.”- ha dichiarato nel corso del suo intervento.
Si è discusso anche mediante alcune famose poesie locali, a proposito del dialetto, una lingua che deve essere tenuta viva , degna rappresentante del nostro glorioso passato.
A tal proposito bisogna indicare la relazione di Enzo Matassini, cultore del vernacolo nostrano, il quale ha descritto il contesto in cui tale lingua si è sviluppata: in un tempo lontano, quando i nemici di un governante venivano sconfitti, si verificava l’esilio e, dunque, la trasmigrazione dei vinti in zone dove potessero risultati inoffensivi. Essi si spostavano accompagnati da un ricco entourage, che si stanziava nelle zone di destinazione, influenzando il parlato locale con il proprio accento e la propria cadenza.
Il filone storico è stato approfondito anche dall’esperto professore Antonio D’Andria, autore di un ottimo collegamento fra l’iconica location di Palazzo Giuliani ed il ceto dirigente dell’età moderna, residente in case palazziate simili. I riferimenti sono stati notevoli e molteplici: Emanuele Viggiani, l’arcidiacono Rendina, Francesco Taleo e l’arciprete Gerardo Picernese fra i tanti, a testimonianza della maestosità, anche letteraria ed annalistica, della storia del capoluogo. Un importante passaggio è stato inoltre compiuto a proposito dei nobili governanti della città, quali Guevara, Loffredo, Giuliani, ad esempio, fondamentali per lo sviluppo del centro antico, embrione della vita politica di allora.
L’intervento finale è stato affidato al Past President Enzo Fierro che ha sottolineato come da lungo tempo We Love Potenza si impegni per valorizzare sia via Pretoria, anche a livello pratico, sia la storia cittadina, attraverso incontri molto appassionati e partecipati. Il mondo della cultura deve essere un riferimento, un esempio da seguire per definire azioni in chiave antispopolamento e di miglioramento della qualità della vita.
Si è fatto inoltre presente che l’associazione si impegnerà ulteriormente organizzando incontri con il mondo accademico, tenendo sempre a mente questa importante tematica.
L’appuntamento è fissato per i prossimi eventi in programma durante il mese venturo, in particolare per la presentazione del romanzo “Di razza bastarda” di Gabriella Miglionico il 5 giugno alle 18,00 presso la sede Aias di Potenza.