L’ex sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri ha inviato una nota con cui risponde al giornalista Nino Grasso sul progetto lucano per una Zes della Cultura 4.0 a Matera. Di seguito la nota integrale.
Raffaello de Ruggieri (ex sindaco di Matera): “Il progetto lucano per una Zes della Cultura 4.0 a Matera”
Caro Nino,
la cordialità delle nostre frequentazioni, dentro e fuori le istituzioni, autorizza questa confidenza epistolare. Vengo alla questione.
La creazione di una zona economica speciale (ZES) della cultura è una proposta industriale seria perché in incubazione dal lontano 1987. In quell’epoca si tracciò la costruzione di una città culturale consapevoli che la cultura conferisce ad un territorio distinzione, notorietà e ricchezza, ma non cresce sulle siepi: matura in sofisticatissime serre, costruite con diligenza maniacale.
A distanza di 35 anni, come spesso capita a chi studia il futuro, l’auspicata serra si è presentata nella veste di una ZES da rendere compatibile con la vocazione, la reputazione e il ruolo di una città lucana, capace di utilizzare le opportunità finanziarie del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e le novità legislative degli ultimi anni.
Hanno garantito la traduzione formale della proposta la recente individuazione normativa delle industrie culturali e creative (art. 1 comma 57 della Legge 27/12/2017 n. 205); la disciplina legislativa del primo “specimen” italiano (le istituzioni delle ZES portuali e logistiche con le Leggi 03/08/2017 n. 123 e 14/09/2020 n. 120) e la immensa densità delle risorse destinata al Mezzogiorno dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (226 miliardi di Euro!!!).
Tale favorevole momento storico doveva essere colto per definire l’impianto produttivo e occupazionale di una inedita ZES della cultura 4.0 destinata a ospitare industrie culturali e creative. Già in data 29/03/2021, accogliendo l’invito della Ministra Carfagna, è stata trasmessa la scheda sintetica dell’insediamento produttivo da realizzare in Matera per la certificata presenza in città di condizioni ottimali e per la conquistata reputazione nazionale ed internazionale.
Il successivo studio di fattibilità è stato consegnato in data 14 luglio 2021 dal Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi alla Ministra del Sud e della Coesione Sociale, segnalandone la concretezza attuativa e la ambizione di modello.
Nel nostro tempo post-industriale, denso di cultura dematerializzata, l’insediamento di un presidio produttivo innovativo, ad alta tecnologia, è risultato la scelta più coerente per costruire, quali fabbriche del futuro, le manifatture pensanti.
La candidatura di Matera non è risultata velleitaria perché, con costanza e in controtendenza, la città lucana in questi ultimi tempi ha rivendicato ciò che serve e non già ciò che manca, e oggi nel Mezzogiorno servono spazi di produzione economica con le conseguenti ricadute occupazionali. Le “officine della cultura”, inserite in una ZES di nuova generazione 4.0, sono risultate in linea con tale obiettivo.
Ratificando il disegno innovativo, il Presidente Bardi ha chiesto al Governo nazionale di “campionare” in Basilicata la prima ZES italiana della cultura, segnalando che il DNA della ZES lucana esce dagli schemi di consolidate esperienze, anche internazionali, e traccia una linea italiana delle industrie culturali e creative, partendo con responsabile ardimento dal Mezzogiorno d’Italia.
Per tale ragione la ZES sperimentale della cultura dovrà essere gestita con decisionalità amministrativa a chilometro zero e con regole economiche più incisive, costruendo un vero e proprio laboratorio territoriale e attuando un modello replicabile in altre aree del Paese, le cui caratteristiche fondanti si esprimeranno nell’innalzare i livelli della vivacità comunitaria, nell’attrarre finanziamenti e nel proporre vantaggi competitivi tali da favorire investimenti per incentivare i livelli occupazionali giovanili e di genere.
In maniera sorprendente il “valore” della proposta ha trovato la autorevole conferma nel “Progetto di sistema per il Sud in Italia e per l’Italia in Europa” redatto da quattro prestigiosi centri nazionali di studio e ricerca: Svimez, Animi, CNIM e ARGE!
Partendo dal riconoscimento della “funzione Matera”, posta “al baricentro del Mezzogiorno continentale”, e dalla necessità di costruire “prototipi replicabili” (pagg. 11-12 del documento), gli autorevoli estensori, in autonomia di giudizio e senza conoscere la esistenza del parallelo progetto lucano, propongono, a pag. 58, di “consolidare in Matera un polo vocato allo sviluppo tecnologico-culturale, che rafforzi il suo disegno, appena intrapreso, di costruirsi come focus attrattore e diffusore di nuove culture nella prospettiva di una nuova ZES dell’innovazione digitale”; e a pag. 80 chiariscono che “come diretta conseguenza dell’affidamento di una specifica missione, appropriata ad ogni ZES nell’attivazione del Southern Range, è la cruciale definizione di Matera come attrattore e diffusore di nuove culture di un Ecosistema (o ZES) della Cultura e dell’innovazione digitale”.
L’ecosistema così prospettato non è altro che la descritta tessitura attuativa della ZES della cultura di nuova generazione 4.0, da insediare in Matera quale matrice vincente di un Mezzogiorno produttivo.
Non è stata poi coincidenza, ma maturata preveggenza, l’ulteriore elemento di conferma espresso dalla Legge 29 luglio 2021, n. 108, dove la Ministra Carfagna, con affilati emendamenti, ha rotto ogni indugio e ha tracciato la linea italiana delle ZES, convinta, come noi, che il cambiamento non può essere mero aggiustamento, infatti la novellata disciplina delle ZES fortifica la figura del Commissario straordinario del Governo che è nominato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, d’intesa con il Presidente della Regione interessata. Il Commissario, che presiede l’organo di amministrazione delle ZES, è supportato nella propria azione dall’Agenzia per la Coesione territoriale e può assumere le funzioni di stazione appaltante, anche in deroga alle disposizioni in materia di contratti pubblici, per la realizzazione degli interventi previsti nel PNRR relativi alla ZES di riferimento. Tutti i permessi di varia forma attualmente previsti per opere, progetti e attività da realizzare all’interno delle ZES sono sostituiti dall’autorizzazione unica, rilasciata dal Commissario a seguito di un’apposita conferenza di servizi. Gli attuali termini per il rilascio dell’autorizzazione sono dimezzati e resi perentori. Il limite massimo per il credito d’imposta previsto per gli investimenti all’interno delle aree ZES passa da 50 a 100 milioni di euro e si estende anche all’acquisto di immobili strumentali agli investimenti (art. 57).
Di fronte ad una prospettiva di tale spessore strategico, finalizzato a trasformare uno strumento di politica occupazionale in uno di politica industriale, esprimere, senza un completo quadro di conoscenza, il commento critico allo studio di fattibilità, indugiando nella contestazione dell’ipotizzato “luogo” della produzione, mi è sembrato una strumentale digressione dalla solidità del progetto.
La scelta dell’area urbana del dismesso “Pastificio Padula”, estesa circa sei ettari, è risultata infatti la più coerente per ospitare le officine della cultura, e la sua rifunzionalizzazione, da affidare alla collaudata sapienza di un affermato progettista, diverrebbe un ulteriore vantaggio competitivo perché “esprimere lavoro” in una “bella” fabbrica diviene un valore aggiunto nella scelta degli investimenti.
Occorre, poi, ridare dignità e continuità storica a questo luogo produttivo: dove un tempo si produceva cibo per il corpo, oggi si potrà produrre cibo per la mente. Sarà una sorprendente fabbrica intelligente.
Insieme a tali motivazioni, dirette a confermare la nobile natura produttiva del luogo, la “specialità” dell’area mira a “catturare” la corposa dimensione delle risorse del PNRR, premiante gli investimenti di rigenerazione urbana, il recupero delle aree industriali dismesse, la riqualificazione delle periferie, il risparmio di suolo.
Inoltre “l’ecosistema” materano della cultura ospiterà la sede di un asilo nido, di una scuola materna e quella strategica di un Istituto Tecnico Superiore (ITS) per mettere a profitto gli esistenti specifici finanziamenti del PNRR e per garantire politiche occupazionali giovanili e di genere.
Quanto all’acquisto dell’immobile, oggi sottoposto a procedura espropriativa da pignoramento immobiliare, con la costituzione per legge della ZES cultura 4.0 sarà possibile operare tale acquisizione attraverso i “superpoteri” del nominando commissario, sterilizzando la calcolata attesa dei soliti speculatori fondiari.
Senza operare fughe in avanti e inseguire disinvolti e strumentali richiami a pericoli di “insider trading”, oggi il vero problema non è quello della sede della ZES, bensì quello di accelerare la sua istituzione giuridica quale espressione di una convinta alleanza politica tra Governo nazionale e Governo regionale, di qui l’incontro romano tra il Presidente Bardi e la Ministra Carfagna.
La piena adesione del Presidente Bardi ad un tale progetto e la operata intesa con il Ministero competente sconfiggono, quindi, il serpeggiare di incaute censure, figlie di uno sterile rituale aggressivo, espressione di una non ponderata valutazione di un progetto innovativo, volto concretamente ad innalzare il ruolo della Regione nella attuazione di aggiornate politiche di sviluppo e di occupazione, nonché diretto a insediare con risorse del PNRR, per 40,5 milioni di Euro, un inedito polo di crescita industriale, da offrire come modello positivo all’Italia e all’Europa.
Usciamo, dunque, dalle secche delle polemiche e dei contrasti e diamo slancio unitario a un progetto lucano di assoluta qualità sociale ed economica, nella consapevolezza, come ci ha insegnato Peppino Galasso, che i cambiamenti non sono frutto di un automatico ruotare del destino e soprattutto nel Mezzogiorno devono essere la rottura dell’ordine precostituito, temporale in estate, sole di notte, prodigio, fuoriuscita dalla logica della natura e della storia e, soprattutto, forte manifestazione di volontà comunitaria.
Caro Nino, in conclusione, spero che la puntigliosità nel tracciare i contenuti di un esemplare percorso progettuale possa rimuovere le tue “perplessità” e possa farti ritenere che il comunicato del Presidente Bardi, non nascondendo alcuna ipocrita piaggeria verso la comunità materana e non rientrando nella sterile ritualità degli annunci fumosi, ha responsabilmente informato la società lucana di una dirompente iniziativa industriale al cui decollo tutti siamo chiamati a collaborare.
Con cordialità
Raffaello de Ruggieri, già Sindaco di Matera