Incontro fra i sindaci delle due città candidate a “Capitale Europea della Cultura” per un “patto” di collaborazione: « Fare del 2019 una grande occasione di rilancio delle politiche culturali in Italia ». Iniziative congiunte nei rispettivi territori, un evento a Bruxelles, uno con L’Aquila e la richiesta di scegliere secondo merito.
Fare del 2019, quando la “Capitale europea della cultura” toccherà all’Italia, l’occasione per rilanciare già da ora le politiche culturali nell’intero Paese, qualunque sarà la città prescelta: è l’appello, ma anche l’impegno, di Fabrizio Matteucci, sindaco di Ravenna, e Salvatore Adduce, sindaco di Matera, dopo l’incontro avuto oggi per un patto di collaborazione fra i comitati impegnati nel preparare le rispettive candidature.
I due amministratori – che erano affiancati dal coordinatore di Ravenna2019, Alberto Cassani, e dal Direttore di Matera 2019, Paolo Verri – hanno annunciato di voler coinvolgere sulla questione sia le altre municipalità aspiranti al titolo di “capitale europea della cultura”, sia il nuovo Parlamento, nel solco del documento comune “Italia 2019”, discusso in novembre a Roma presso l’Associazione delle città d’arte e cultura (Cidac).
Fra i contenuti dell’incontro odierno ci sono iniziative congiunte, nei rispettivi territori, per dare più visibilità alle candidatura: un evento sarà organizzato anche a Bruxelles, per far comprendere l’importanza della cultura quale motore di coesione sociale e di sviluppo economico nell’Unione Europea.
In particolare, si è parlato di coprodurre o scambiarsi spettacoli teatrali, concerti, rassegne cinematografiche. Si è stabilito inoltre di intensificare gli scambi di visite d’istruzione per studenti delle scuole superiori e delle università.
Matera e Ravenna si sono impegnate inoltre a ospitare una mostra fotografica sul sisma di quattro anni fa in Abruzzo, organizzata dall’Aquila, altra città candidata.
Infine un appello in previsione della prima selezione, nel prossimo autunno: privilegiare il criterio del merito, per attribuire il titolo in base all’effettivo coinvolgimento della cittadinanza e all’effettiva sostenibilità dei progetti contenuti nel dossier di candidatura.
“Già a Roma, all’incontro del Cidac con le altre città candidate – afferma Verri – Matera lanciò il progetto di Italia 2019. Questa intesa rappresenta solo il primo passo di un vero e proprio percorso progettuale che deve vedere coinvolte tutte le città italiane per dare al Paese una reale e concreta prospettiva di sviluppo intorno al tema della cultura. Il progetto Italia 2019, infatti, parte dalla necessità di andare oltre l’assegnazione del titolo di capitale europea della cultura con l’obiettivo di non disperdere il lavoro che tutte le città stanno facendo”.
“Questa intesa – afferma il sindaco, Salvatore Adduce – segna l’avvio di una collaborazione con la città di Ravenna per la verità già iniziata in via informale con l’ultima edizione di Materadio con la partecipazione della compagnia teatrale “Teatro delle albe” e del direttore di Ravenna 2019, Cassani. Matera e Ravenna sono fra le città che, soprattutto negli ultimi mesi, hanno espresso maggior dinamismo nel percorso di candidatura e che hanno diversi punti in comune, a partire dall’arte bizantina che nella loro come nella nostra città ha lasciato tracce importanti del suo passaggio. Con Ravenna abbiamo avviato una collaborazione che sono certo porterà a importanti risultati per tutti, a prescindere da chi si guadagnerà il titolo di capitale europea della cultura nel 2019”.
I criteri che deve soddisfare il programma di una città candidata sono fondamentalmente due: la dimensione europea e la città e i cittadini.
Per quanto concerne la dimensione europea, il programma deve rafforzare la cooperazione fra gli operatori culturali, gli artisti e le città degli Stati membri interessati nonchè degli altri Stati membri qualora vi fosse collaborazione; deve fare emergere la ricchezza della diversità culturale in Europa e mettere in evidenza gli aspetti comuni delle culture europee. Tale concetto presenta principalmente due aspetti, il primo riguardante la natura dei temi sviluppati nell’ambito delle iniziative; il secondo è relativo alle modalità con cui sono organizzati gli eventi.
L’ultimo requisito riguarda la città e i cittadini. Il programma deve incoraggiare la partecipazione dei cittadini residenti nella città e nei dintorni, mira a suscitare il loro interesse, deve avere un carattere duraturo e costituisce parte integrante dello sviluppo culturale e sociale a lungo termine della città.
la cultura del signor Adduce è rappresentata, solo dai suoi 4 amici,Lo sviluppo sociale e culturale della citta e dei cittadini è lasciata alla sua indiferenza.Nascosto al 6 piano di via moro,lo si vede solo per stringere mani e postrarsi al potente di turno.Ma questa continua presa in giro, non potra continuare ancora per molto,
primo o poi li porteremo il conto delle sue azioni e della sua amministrazione.
Giusto per ricordare alla citta candidata europea della cultura i suoi misfatti.Chiara La Scè Scalcione
http://youtu.be/IR0Rv6phXlg
un cittadino con l’elmetto
http://www.youtube.com
UN cittadino che non si arrende ai soprusi di uno stato mafioso.
Ma quale capitale della cultura se non abbiamo ne una Ferrovia e ne strade decenti !